La parola giardino di matrice indoeuropea, risale al significato di recinto, luogo chiuso.
Il termine indica uno spazio protetto in cui è possibile trovare riparo e relax. I primi esempi di giardino hanno origini molto antiche: secondo le testimonianze storiche, nei territori della Mesopotamia sorgevano vere e proprie aree verdi sfruttate come frutteti e giardini databili al III millennio. Risalenti al II millennio invece, sono i primi esempi assiri, nella duplice variante di giardini pubblici e giardini appartenenti ai palazzi reali. Spesso lo spazio adibito a verde assumeva un significato simbolico, talvolta sacro, quasi a rappresentare paradisi terrestri ricchi di specie vegetali dalle proprietà benefiche. In origine, il giardino segue uno schema strutturale preciso suddiviso in aree funzionali, adornato da filari di alberi e protetto dall'esterno attraverso una cinta muraria. Si tratta di un luogo di svago e relax ma allo stesso tempo viene sfruttato per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli e vino.
È importante osservare come la conformazione dei giardini pubblici muti nel tempo in strettissima relazione al cambiamento della città. Tali mutamenti sono dettati da necessità sociali a loro volta causate da contingenze di tipo storico. Mentre nella Grecia antica il giardino aveva scarsa importanza e fungeva da semplice ornamento delle più importanti piazze cittadine, a Roma i prata publica erano spazi verdi indispensabili per la quotidianità collettiva. Si trattava di appezzamenti di bosco intervallati da viali per il passeggio dove le persone si incontravano e trascorrevano il tempo libero in compagnia. Inoltre, l'introduzione nei giardini dell'elemento architettonico è merito dell'antica Roma: il colonnato (peristilio), il pergolato (periptero) e il tempio (tholos) avevano funzioni precise ed erano incorniciati da fiori, piante ed alberi. Come anticipato, non bisogna dimenticare che lo spazio verde si modella sulle necessità reali del tempo, in quanto costituisce parte integrante del tessuto urbano. Per questo nel Medioevo, la necessità di difesa dagli attacchi esterni, costringe la città alla delimitazione muraria e riduce nettamente la disponibilità spaziale. Ne consegue la collocazione degli spazi verdi al di fuori delle mura e la destinazione degli stessi a prati e aree per tornei.
Nell'epoca Rinascimentale si assiste ad una vera e propria rivoluzione per la progettazione del giardino: in relazione alla città in rapida espansione, esso viene visto come luogo prezioso che rimanda al mondo naturale. L'arte dei giardini coinvolge gli architetti più in auge del tempo, impegnati a studiare con minuzia forme e collocazione di alberi ed arbusti. Successivamente si assiste ad un sopravvento dell’elemento costruito rispetto a quello piantato, per tornare nel '600 alla vegetazione che occupa spazi sempre più grandi e non più delimitati. Le ville aristocratiche aprono i cancelli dei sontuosi giardini privati, gettando le basi della concezione del giardino pubblico aperto a tutti. Il '700 è caratterizzato invece dall'introduzione di una prima classificazione dello spazio verde urbano distinto in giardino recintato, viale per il passeggio e giardino pubblico. Quest'ultimo trova grande sviluppo nel corso dell'800, diventando un vero e proprio fenomeno sociale in Inghilterra dove la popolazione è in forte crescita. La fascia meno abbiente dei cittadini che non gode del giardino privato, ha così la possibilità di trascorrere un po' di tempo libero a contatto con la natura. Il fenomeno riscuote in breve tempo il consenso delle classi sociali più povere grazie alle quali si fa strada la figura professionale del paesaggista. I primi parchi pubblici in Francia e in Inghilterra erano composti da aree di sosta e aree di passeggio dotate di arredo urbano; presto il modello si diffonde in tutta Europa arrivando ai giorni nostri con i connotati attuali.
Strettamente legata ai connotati della società, la funzione del giardino nel tempo si riflette direttamente sulla sua struttura. Nel corso della storia si susseguono alcune funzioni finalizzate a soddisfare precise esigenze: fornire zone d'ombra, di riparo e relax, esprimere magnificenza e sfarzo e ancora coltivare specie vegetali ed erbe officinali.
In tutti i casi il giardino viene visto come spazio da curare e conservare, luogo di pace in grado di stemperare gli animi dalle difficoltà quotidiane.
Spesso ha assunto significato ascetico, visto come luogo di meditazione o è stato elemento rappresentativo del potere di casate e famiglie nobili (giardini privati). Inoltre, per lungo tempo lo spazio verde ha fornito la possibilità di studiare e conoscere le specie vegetali che lo componevano, facendosi utile mezzo per la conoscenza della botanica.
Le civiltà che si sono succedute nel corso della storia, si sono distinte considerando con maggiore o minore rilevanza i giardini e dedicando agli stessi un'attenzione più o meno profonda dal punto di vista della progettazione strutturale.
Nella Grecia antica il termine giardino ha connotati sacri; alla base si pone il concetto di gratitudine per la divinità che contribuisce alla fecondità del terreno. Solitamente recintati da mura, avevano un impianto geometrico e scandito secondo le diverse destinazioni d'uso: allevamento degli animali, filari di alberi da frutto, zona destinata al culto.
Per i Romani invece, il giardino ha una valenza sociale ed ornamentale, rifugio dalle fatiche quotidiane e luogo carico di significato religioso, un vero e proprio paradiso sulla terra. Si tratta di spazi, la realizzazione dei quali viene promossa per il popolo da parte dei ricchi Patrizi e successivamente degli Imperatori; recintati e costeggiati da portici, avevano una struttura complessa e ricca di fontane, statue, terrazze, panchine in pietra e tempietti.
Nel corso del Medioevo le vicende storiche causano un forte cambiamento nella struttura del giardino; la crescente necessità di difesa porta ad una sempre minore apertura verso l'esterno e di ciò risente anche lo spazio aperto adibito a verde. Nasce il cosiddetto “Hortus conclusus”, chiuso da quattro mura, all'interno dei monasteri, ospitava al centro una fontana ed il restante terreno veniva impiegato per la coltivazione di piante medicinali e frutteti. Molto diversa è la situazione durante il Rinascimento in cui il giardino perde ogni valenza funzionale per divenire uno spazio destinato allo svago ed al piacere. L'introduzione di parametri fissi nell'organizzazione spaziale, genera un disegno ben preciso del territorio. L'elemento artificiale prevale su quello naturale, il rigore e la simmetria si pongono alla base dello schema complessivo. L'acqua diventa elemento fondamentale: fontane, zampilli, giochi acquatici rendono il giardino ambiente quasi teatrale.
Nel periodo successivo, la società vive profonde trasformazioni e la città dell'800 lascia ampio spazio nell'utilizzo di elementi diversi. Per questo motivo non esiste un modello definito di giardino ma prevale un mix di stili e connotati provenienti dal passato.
Roma, antichi giardini sul Palatino, al centro lo schema di Hortus Conclusus, l’Orto dei Semplici a Padova a destra il giardino Rinascimentale di Villa d’Este a Tivoli
FONTI:
http://www.beniculturali.it
http://www.padovamedievale.it
Tra la fine dell'800 e il '900, il rapido aumento delle città e la costruzione di molti edifici, hanno causato la crescente necessità di introdurre spazi verdi urbani aperti al pubblico. Presto dalle città di maggiore entità, i parchi si sono diffusi anche nelle cittadine e nei paesi dove la richiesta di aree ad uso collettivo era in aumento. Con il trascorrere del tempo, questi spazi hanno assunto una sempre più specifica funzionalizzazione, distinguendosi in zone dedicate allo svago, al riposo, allo sport e al gioco. Oggi si avverte una costante necessità di verde in città, non solo più finalizzato al benessere del singolo individuo ma anche all'equilibrio ecologico dell'intero assetto urbano. In un contesto cittadino mutevole, dove l'inquinamento rappresenta una seria minaccia al comfort psico-fisico dell'individuo, le aree verdi caratterizzano un indispensabile elemento di connessione sociale e un utile strumento migliorativo. Inoltre, a causa della progressiva standardizzazione dell'aspetto urbano, i cittadini hanno via via perso l'originario senso di appartenenza ad una comunità. Per ovviare a questo problema, vengono utilizzati gli spazi pubblici collettivi e nello specifico i parchi e i giardini di quartiere, in grado di rigenerare e creare socialità.
Essi possono conferire un'identità specifica al territorio, favorire il comfort psico-fisico dell'individuo ed aumentare la vivibilità dell'ambiente. La necessità di restituire un'immagine differenziata della città e dei luoghi destinati alla collettività, unita ai bisogni di una società molto più variegata di quella del passato, porta ad una concezione di verde meno vincolata a schemi prestabiliti. A differenza di alcuni periodi storici passati, oggi si suole preferire forme libere che seguano l'andamento morfologico del terreno e che si adattino alla realtà nella quale si collocano. Prevale un assetto vegetazionale di tipo estensivo che garantisce una più semplice fruizione degli spazi, costi di realizzazione contenuti ed una manutenzione semplice. Vengono impiegate maggiormente specie autoctone distribuite su tutta la superficie secondo la necessità d'ombra o soleggiamento e non secondo geometrie e disegni precostituiti. Il fine è quello di soddisfare non solo esigenze estetiche ma anche e soprattutto funzionali. L'area deve essere progettata secondo le proprietà del contesto in cui si colloca e al quale si deve integrare perfettamente; i percorsi interni e quelli esterni all'area devono essere collegati perfettamente per garantire il libero flusso di persone.