Deterioramento e rimedi
Con il trascorrere degli anni, la copertura potrebbe subire sollecitazioni eccessive e i materiali che la compongono potrebbero essere danneggiati o risentire dell’azione del tempo. Qualora il tetto si presenti in condizioni di compromissione estetica e prestazionale, occorre capire se sia necessario un intervento di tipo strutturale o la semplice sostituzione degli elementi che costituiscono lo strato di copertura.
Il primo passo consiste nell’individuazione della tipologia strutturale della copertura. Nel caso di una
struttura ad orditura lignea caratterizzata da travi e travetti, la probabilità di formazione di ponti termici è inferiore e l’ammaloramento riguarderà i singoli travetti che con il tempo e il presentarsi di possibili infiltrazioni potranno deteriorarsi. In questo caso l’intervento consiste nella rimozione dei travetti danneggiati e nella loro sostituzione con nuovi elementi.
Invece, qualora si tratti di una
copertura in laterocemento, poiché costituita da travetti prefabbricati in cemento armato e laterizi, sarà maggiore la probabilità di formazione di ponti termici rispetto alla copertura con struttura lignea. Per questo motivo, è indispensabile prevedere un intervento sugli strati isolanti e sul manto di copertura, al fine di ripristinare le performances originarie. Per quanto riguarda i materiali utilizzati per l’isolamento termico dell’edificio, la scelta è varia: si va dal poliuretano espanso, alla lana di roccia, alla lana di vetro, fino alle fibre di legno e di cellulosa.
Negli ultimi decenni, una delle soluzioni più impiegate in edilizia è rappresentata dal
tetto ventilato, caratterizzato da una camera d’aria interposta tra lo strato coibente e lo strato più esterno. Infatti, grazie alla ventilazione che si andrà a formare, il vapore non si accumulerà e le prestazioni termiche dell’edificio miglioreranno in maniera consistente soprattutto durante la stagione estiva.
Nella costruzione del tetto ventilato viene lasciata una camera d’aria tra il manto di copertura e lo strato isolante così da smaltire il vapore in eccesso ed assicurare all’edificio un comfort termico ottimale
Per visionare il disegno tecnico di un tetto ligneo ventilato clicca qui
Dal punto di vista tecnologico, i sistemi innovativi impiegati nelle coperture delle nuove costruzioni, consistono in pannelli monolitici che godono di un buon livello di isolamento e assicurano la corretta ventilazione anche all’interno degli scenari urbani dove la progressiva cementificazione ha comportato la formazione delle isole di calore. Inoltre, secondo il Regolamento dei Prodotti da Costruzione UE del 2011, tali pannelli devono garantire ottime prestazioni dal punto di vista della sicurezza antincendio, dell’isolamento termo-acustico e della salubrità degli ambienti.
Per quanto riguarda il manto di copertura, può essere caratterizzato da materiali differenti a seconda della propria conformazione e delle caratteristiche del contesto in cui sorge l’edificio. Infatti, nella maggior parte dei casi, vengono utilizzate le tegole ma se ci si trova all’interno di centri storici vincolati saranno più consone le coperture in coppi. Qualora l’edificio sia libero da vincoli, la sostituzione del manto di copertura potrà essere eseguita attraverso l’impiego di tegole portoghesi caratterizzate da una curvatura più ampia che favorisce il passaggio dell’aria nel caso di tetti ventilati.
Coibentazione del tetto
Premesso che per rimediare ai danni riscontrati in copertura, spesso si procede con la sostituzione o l’inserimento dello strato isolante, occorre capire in che modo convenga intervenire. Sono due le soluzioni più diffuse e finalizzate ad un’ottimizzazione delle prestazioni della copertura. La prima è rappresentata dalla
coibentazione a estradosso della copertura che consiste nell’inserimento dell’isolante più adatto tra la guaina impermeabilizzante e le tegole del tetto. Solitamente, tale intervento si effettua in edifici esistenti dove l’area del sottotetto è abitata.
La seconda metodologia è quella dell’
isolamento all’intradosso del manto di copertura. In questo caso i pannelli coibentati vengono inseriti all’interno della struttura del tetto, attraverso posa su solaio o appesi ad opportuni sostegni. Successivamente verrà curata la finitura con barriere al vapore e con moduli coprenti in cartongesso.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati per la fabbricazione dei pannelli isolanti, essi devono avere alcune peculiarità indispensabili alla buona riuscita dell’intervento. Prima tra tutte, la resistenza agli sbalzi termici seguita dall’impermeabilità all’acqua. Inoltre, è preferibile l’uso di fibre naturali che grazie alla loro porosità saranno in grado di assorbire e rilasciare l’umidità in eccesso. Infine, è bene che ogni materiale adottato rispetti i
CAM, Criteri Ambientali Minimi, in conformità a quanto stabilito dal D.M. 11 ottobre 2017.
In conclusione, è indispensabile che prima di tutto venga fatta un’analisi dello stato di fatto del tetto, e che venga poi individuata la causa e la tipologia di degrado che si è presentato. In un secondo momento è consigliato affidarsi ad un professionista qualificato per intervenire correttamente ed investire il giusto budget per risolvere la situazione. Va da sé che ogni tipo di intervento debba rispettare la normativa in termini di sicurezza e di rispetto paesaggistico qualora si presentino delle condizioni di vincolo. Inoltre, con l’introduzione del
Superbonus 110% risulta conveniente intervenire sulle coperture danneggiate attraverso soluzioni tecniche che oltre ad essere agevolabili in termini economici, apporteranno un consistente miglioramento dal punto di vista energetico e prestazionale.
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