Immagine di copertina: © Atelier Francesca Montinaro
Il Palco dell’Eurovision 2022: la bellezza del dietro le quinte
Dal 10 al 14 Maggio 2022, si è tenuto a Torino il grande spettacolo dell’Eurovision Song Contest. L’evento, organizzato dalla
Rai Radiotelevisione Italiana, si è svolto presso il Pala Alpitour, centro polifunzionale progettato nel 2003 dall’architetto giapponese Arata Isozaki, in vista delle Olimpiadi invernali del 2006. L’impianto, considerato uno dei capolavori dell’architettura destinata al pubblico intrattenimento, rappresenta oggi per la città sabauda, il punto di riferimento per eventi e concerti di grande entità.
Il tema di questa edizione, “The sound of beauty”, sembra calzare a pennello sull’Italia, paese intriso di quella bellezza di cui si ha particolarmente bisogno in un periodo storico come questo. E a tradurre questa stessa bellezza in un’opera concreta è stato l’
Atelier Francesca Montinaro, vincitore della gara di idee indetta dalla Rai. Infatti, con un palcoscenico fatto di luce, bellezza e forza, caratterizzato dal fulcro del sole cinetico, il team di professionisti dell’Atelier ci ha regalato grandi emozioni.
Ma cosa dire dell’aspetto nudo e crudo di quella scena che per palesarsi agli occhi del pubblico ha dovuto trovare forma e materia concrete?
Ne parlo con
Alfredo De Luca, set designer dell’Atelier Francesca Montinaro, pronto a rispondere ad ogni mia domanda con professionalità.
- Come funziona la realizzazione di un palco per grandi eventi come questo e quali sono le modalità utilizzate per tradurre in materia il concept dell’artista?
La Rai, che ha prodotto tutto l’evento, ha indetto un concorso di idee a cui abbiamo partecipato e che abbiamo vinto con quello che sarebbe stato il concept che avrebbe accompagnato il nostro iter progettuale fino alla prima messa in onda. Il
processo creativo ci ha visti sviluppare l’idea principale e successivamente dare forma ad un progetto preliminare fatto di piante, prospetti, sezioni e fotografie, proprio come si suole fare in un progetto di architettura.
In seguito, la Rai ha individuato tramite gara pubblica, l’azienda che si sarebbe occupata della realizzazione. In questa seconda fase il nostro Atelier si è interfacciato con ogni singolo fornitore e con le relative professionalità per studiare le modalità che avrebbero permesso la trasformazione del progetto preliminare in oggetto costruito vero e proprio.
Il nostro compito, è stato duplice: trasformare l’idea astratta in opera concreta ma anche coordinare e fare interagire tra loro le diverse aziende, poiché vi sono elementi della scena che coinvolgono più fornitori. Ne è un esempio rilevante il
sole che, oltre a rappresentare il
concept principale del progetto, è una
macchina scenica costituita da teste mobili. Si tratta dell’elemento più complesso della scenografia, caratterizzato da molteplici componenti che devono combaciare alla perfezione.

The sun within - © Atelier Francesca Montinaro

Modello del palcoscenico dell’Eurovision - © Atelier Francesca Montinaro

Render del palco - © Atelier Francesca Montinaro
- Chi sono gli operatori che si occupano dell’allestimento del palco?
In questi due mesi abbiamo lavorato con moltissimi professionisti appartenenti alle diverse aziende coinvolte. Alcune di esse si sono occupate della
scenografia e di tutti gli elementi che la costituivano, altre della
fotografia e dell’allestimento tecnico relativo all’inserimento delle americane nella parte superiore del palazzetto. Nello specifico, ci siamo confrontati continuamente con il direttore della fotografia che decide come illuminare la scena, al fine di far funzionare tutto al meglio. Inoltre, ci siamo rapportati con i camera plan perché il nostro progetto di scenografia comprendeva anche l’aspetto delle telecamere e occorreva capire con loro dove si dovessero posizionare. Infatti, la complessità dell’Eurovision sta nella sua duplice natura che lo vede come un grande concerto e allo stesso tempo un programma televisivo. Per questo motivo, per la costruzione della scena risulta ancora più importante il confronto con tutti gli operatori.
- Quali sono le fasi del montaggio del palco e le loro tempistiche?
Ci sono delle fasi ordinarie dovute a ragioni pratiche, altre concordate prima per il tipo di scena. Il primo step coinvolge le imprese che si occupano degli appendimenti: per alcuni giorni tutto il palazzetto è gremito di fili e americane ad altezza uomo. Per questo, prima di far procedere gli operatori, abbiamo deciso di issare il palo del sole. Tale scelta è stata dettata sia dal fatto che sarebbe stato impossibile procedere a questa operazione con i tralicci abbassati e anche perché il
sole è il punto di riferimento, il
fulcro di tutta la scena. Non si tratta solo di un elemento molto importante dal punto di vista concettuale e di design ma anche dal punto di vista pratico. Infatti, una volta definito quel centro, abbiamo preso tutte le misure a partire da lì. Anche perché per verificare l’effettivo funzionamento della scena, che fino ad allora era racchiuso in un concept, sollevare il palo è stata una scelta necessaria. Quindi abbiamo posizionato l’asta alta circa 11 mt e realizzata in 2 sezioni, per poi passare agli appendimenti e solo completate queste due fasi è iniziata la costruzione di tutta la scena. Per questa, siamo partiti dalla sottostruttura del palco principale, tutta realizzata in layher e in carpenteria metallica. Una volta ultimata la struttura, ci siamo occupati delle parti in falegnameria e delle rifiniture.
La seconda fase ha riguardato l’allestimento della
Green Room, immaginata a partire dal centro del sole, spostandosi intorno al palco e allontanandosi verso il lato opposto del parterre. Dopo aver posizionato i praticabili e i divanetti, una delle ultime operazioni, ha riguardato l’inserimento delle piante vere, mantenute rigogliose tramite potatura, allo scopo di averle sane e belle fino alla fine dell’evento.
Per quanto riguarda le tempistiche, per il montaggio del palco principale abbiamo impiegato un mese e mezzo abbondante.

Allestimento del palco dell’Eurovision - © Atelier Francesca Montinaro
© Archweb.com riproduzione riservata - E' possibile condividere con un link alla pagina