Chiara Del Core 26 mag 2022 approfondimento 0 commenti
  • Parlando della struttura del palco, quali sono gli elementi che la costituiscono?
Il palco principale è caratterizzato da un perimetro descritto da una linea continuamente curva. Per la sua realizzazione abbiamo discretizzato questa curva attraverso moduli costituiti dal layher, di forma quadrata e rettangolare. Gli elementi di raccordo di questi moduli, che sul bordo descrivono la curva, sono stati realizzati in carpenteria metallica statica. Ne è risultato un corpo unico e solidale.  
Il secondo palco o Rock Stage, anch’esso di forma irregolare, è stato realizzato in legno. Questa scelta è stata possibile perché il legno può essere impiegato per la costruzione di strutture alte massimo 1,10 mt e per il palco principale abbiamo dovuto utilizzare il metallo, date le quote superiori.
 
  • Come avete relazionato la struttura del palco principale con le tribune del Pala Alpitour? Avete trovato difficoltà legate a vincoli spaziali?
Non abbiamo riscontrato molte difficoltà perché sin dalle prime fasi di gara abbiamo tenuto in considerazione la conformazione della location. Nel caso del Pala Olimpico la fortuna sta nel fatto che è una struttura ben progettata dal punto di vista architettonico, pensata per assicurare grande flessibilità ad ogni evento che ospita. Al suo interno infatti, tutti gli spalti attorno al parterre sono retrattili, quindi si ha la possibilità di incassare interi blocchi di posti a sedere. Noi abbiamo sfruttato questa opportunità soprattutto nella zona del backstage, alla fine della scena, dove si trova il grande led wall del sole. Si tratta di uno spazio tecnico importante, attraverso il quale fanno ingresso gli artisti, gli operatori, gli oggetti di scena e per questo abbiamo aumentato lo spazio togliendo alcuni posti a sedere. 

Un aspetto critico ma risolvibile ha riguardato il piano di calpestio del palazzetto perché non è concesso fissare nulla con fori e appigli. Questo perché il Palaisozaki è stato concepito per le Olimpiadi invernali e nello specifico per ospitare le competizioni di hockey su ghiaccio. Poiché sotto il piano di calpestio sono presenti le serpentine dell’impianto idrico, non si può forare il pavimento e per questo ogni elemento della scena è stato appoggiato. Tale aspetto ha comportato l’ampliamento delle superfici su cui appoggiano alcune strutture verticali, per garantire la stabilità degli elementi che non possono essere fissati direttamente a terra.
 
  • Come si lavora rispetto alle forniture elettriche, ai mezzi di sollevamento dei materiali e dei macchinari?
Dal punto di vista delle forniture elettriche la Rai ha messo in gioco le sue competenze del settore con squadre di operatori che si occupano delle esigenze puntuali.
Per quanto riguarda i mezzi di sollevamento, le lavorazioni in quota possono essere gestite dall’alto o dal basso. Nel primo caso, si calano apposite funi per lavorare sui corpi illuminanti, nel secondo caso ci si serve di cherry picker messi a disposizione per le lavorazioni in quota.
La criticità per questa scena è stata solo una ma l’avevamo già prevista e per questo l’abbiamo gestita senza problemi. Infatti, la nostra parte di scena del palco principale a quota 2 metri sulla sezione trasversale del palazzetto, occupa completamente lo spazio disponibile da destra a sinistra e l’unico ingresso del palazzetto per fare entrare un cherry picker era alle sue spalle. Quindi noi sapevamo che quando tutta la parte in quota 2 metri sarebbe stata pronta, questo cherry picker non sarebbe potuto entrare. Per questo motivo, abbiamo organizzato il cantiere prevedendo tutte le lavorazioni importanti in quota che non si potevano fare senza un cherry picker, prima della data di chiusura completa del backstage. Per alcune lavorazioni successive in quota sul palco, ci siamo serviti di trabattelli dall’ingombro minore, perché questi potevano arrivare in moduli ed essere montati sul posto, fino a raggiungere la quota necessaria.
   

Il palco dell’Eurovision - © Atelier Francesca Montinaro
 
  • Com’è possibile coniugare funzionalità ed estetica in strutture di questo tipo?
L’unico modo per assicurare entrambi gli aspetti è avere un’approfondita conoscenza del palco, delle esigenze e dei problemi che possono essere trascurati a fronte degli elementi indispensabili.
Dal punto di vista funzionale, in particolare per questo tipo di evento, è importante considerare il cambio della scena tra una performance e l’altra perché non si tratta di raggiungere un risultato esteticamente appagante e pratico che rimane invariato. Infatti, ogni 3 minuti, tempo destinato alla singola esibizione, devono entrare molti operatori che portano sul palco gli elementi indispensabili per lo show, anche oggetti di scena molto grandi e complessi, e tutto ciò per ragioni di format deve accadere in 40 secondi. Chi lavora alla scena ha solo questi secondi per cambiarla e per facilitare queste operazioni, occorre che il palco e il backstage siano funzionali e privi di ostacoli. Per questi motivi, ci si deve continuamente confrontare con la regia, con le persone che si occupano dei props e con lo stage manager, per garantire che tutto risulti essere come stabilito.

Per questo, il progetto del backstage va pensato con la stessa attenzione dedicata al palco, perché è caratterizzato da un flusso continuo di persone e di oggetti di grandi dimensioni. Talvolta questi oggetti vanno trasportati smontati e assemblati in scena, ne sono un esempio le scale alte quasi 3 metri, necessarie per l’esibizione dell’Azerbaigian o l’astronave del Regno Unito composta da tre grandi sezioni apribili. Oltre a montare e smontare ogni scena, occorre poi prevedere i cablaggi necessari al corretto svolgimento della performance.
 
  • Come viene garantita la sicurezza negli spazi di palco e di backstage?
Sin da subito, il disegno della scena è stato messo sotto esame delle persone che avrebbero dovuto lavorare sul palco durante lo show, e ci siamo confrontati con loro per capire se funzionasse e se eventualmente si dovessero apportare piccole aggiunte o correzioni per garantire la sicurezza e soprattutto la velocità delle loro operazioni.
 
  • Qual è l’approccio rispetto all’acustica, elemento importante in spettacoli come questo?
Nonostante dell’acustica si occupino gli operatori del settore e non noi direttamente, come responsabili della scenografia siamo coinvolti in modo globale rispetto a tutto ciò che riguarda lo spettacolo. Ad esempio, se gli altri dipartimenti prevedono l’aggiunta di elementi necessari per l’audio o per gli effetti speciali, essendo oggetti concreti che troveranno posto nello spazio da noi progettato, sarà necessario trovare una soluzione. Questo è un aspetto estremamente interessante e stimolante.

Nel caso dell’Eurovision abbiamo lavorato per capire come integrare all’interno della nostra scena le varie macchine che gli operatori volevano inserire, eccezion fatta per tutto ciò che era appeso. Un aspetto che ci ha coinvolto è stato l’inserimento all’interno del palco di speaker e casse spia necessarie per i performers.  I bordi di entrambi i palchi ospitano delle botole coperte da griglie poste a filo con il praticabile; si tratta di lunghe trincee che nascondono sia le macchine degli effetti speciali, sia gli speaker necessari ai performer e ai ballerini che devono avere una fonte audio di riferimento rivolta verso di loro per realizzare lo show.

Abbiamo poi dovuto integrare questi elementi anche all’interno della green room dove ogni artista alla fine della performance raggiunge la sua delegazione. Qui si trovano un divanetto ed un piccolo schermo nascosto grazie al quale possono seguire l’esibizione in corso e anche le votazioni. Sui tavolini sono nascosti piccoli speaker che garantiscono l’ascolto ottimale dello spettacolo anche a loro.
     

Prove illuminotecniche - © Atelier Francesca Montinaro


È così che, al termine di questa piacevole conversazione, capisco quanto sia importante, al di là dello spettacolo, quell’enorme macchina organizzativa fatta di persone, di strutture metalliche, di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni.

Si ringraziano la Rai e l’Atelier Francesca Montinaro con Tiziano Piervisani, Alfredo De Luca e Daniele Voci, Set Designers dell’Atelier

Chiara Del Core
 
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