Chiara Del Core 9 feb 2020 approfondimento 0 commenti
ll progetto e l’allestimento museale

Il museo viene considerato una tipologia edilizia a tutti gli effetti il progetto della quale ha subito variazioni considerevoli nel corso della storia. È possibile suddividere in fasi il suo sviluppo: il primo periodo risale al XVII secolo, quando non era ancora diffusa l’istituzione vera e propria del museo ma si soleva aprire ad un pubblico ristretto le porte delle dimore nobiliari che ospitavano raccolte pittoriche e sculture private. È solo tra la fine del 1700 e il 1800 che, in seguito alla Rivoluzione Francese, nasce l’esigenza di rendere pubblici i beni culturali sottratti alla classe nobiliare, collocandoli in luoghi ideati a tal fine. Vengono così progettati i primi musei con l’intento di istruire ed informare un bacino di utenza maggiore rispetto a quello del passato. Con il trascorrere degli anni, tali edifici si espandono ospitando un numero sempre maggiore di opere e reperti storici. È così che si arriva alla progressiva implementazione di sale espositive e di spazi di servizio dedicati all’accoglienza ed all’interazione degli utenti.

La terza fase di sviluppo prevede la nascita del museo contemporaneo, concepito come luogo di osservazione, istruzione ed esperienza plurisensoriale. È importante puntualizzare come nel corso del tempo cambi l’utenza e le esigenze che la legano ai luoghi espositivi. Per questo motivo, il museo non viene più concepito come contenitore di opere solo da osservare ma come luogo dove istruirsi ed interagire con esse. La diretta conseguenza consiste nel progressivo cambiamento del progetto degli spazi e delle componenti, studiate sui bisogni mutevoli di un pubblico sempre più curioso. A tal proposito, è importante specificare come l’organizzazione e l’allestimento museale costituiscano un fattore complesso: cambiano a seconda del tempo, della location, della tematica, del tipo di esposizione e del pubblico a cui sono destinati. Tuttavia, vi sono alcune regole progettuali che possono essere considerate universali al fine di ottenere un risultato di successo. Il primo aspetto da considerare è rappresentato dal contesto e dall’edificio in cui si colloca la mostra. Le dimensioni, l’accessibilità e le caratteristiche del luogo in cui sorge la sede espositiva, sono elementi di fondamentale importanza che vanno studiati e conosciuti per poter dare inizio all’iter progettuale. Infatti, differentemente dal passato, oggi si è più attenti allo stato d’animo del visitatore con l’obiettivo di coinvolgerlo e non annoiarlo. È bene considerare momenti di “pausa” dalla visita, attimi in cui lo sguardo viene distolto dall’opera e si posa sull’ambiente o sulle aperture che si affacciano sul contesto esterno. Per questo motivo ad esempio, qualora una finestra possa offrire una vista piacevole andrà sfruttata per la sosta, mentre nel caso contrario potrà essere filtrata con pannelli espositivi o didascalie esplicative.

Se ci si trova in edifici di grande pregio, il museo potrà diventare anche “museo di sé stesso” grazie ad una lettura ambientale delle componenti interne come pavimenti, soffitti o scale. Risulta quindi chiaro come sia indispensabile tenere in considerazione le caratteristiche del luogo e la consistenza architettonica e storica dell’edificio che ospita la mostra e come sia importante trasmettere al meglio tali informazioni al pubblico che visiterà il luogo. Quest’ultimo è considerato attore di vitale importanza per il progetto stesso del museo: a seconda del target dei destinatari della mostra, andranno studiati i percorsi, l’ordine espositivo, la posizione delle opere ed assicurato il confort termico, acustico e visivo. Inoltre, di primaria importanza è l’accessibilità, garantita grazie alla totale assenza di barriere architettoniche. Al fine di ottenere una corretta interazione del pubblico con gli spazi museali, occorre analizzare e progettare al meglio le attrezzature espositive. Non si tratta solo delle strutture fisiche atte ad ospitare gli oggetti esposti, ma di tutti quei sistemi multimediali ed interattivi finalizzati a restituire una vera esperienza vissuta agli avventori.

Suoni, luci e colori trasmettono precise sensazioni, lasciando un ricordo ben definito a coloro che visitano il museo. Infatti ad oggi, tale luogo non riveste più solo la semplice funzione informativa ma diventa promotore di cultura con l’obiettivo di raccontare la storia di ogni opera, il contesto nel quale la stessa è stata realizzata. Inoltre, il valore aggiunto è rappresentato dalla volontà di voler istruire coinvolgendo il visitatore in prima persona, facendolo sentire parte attiva del museo. È quindi fondamentale considerare l’allestimento delle opere: la posizione, l’altezza, la luce, le distanze, l’accessibilità di ogni singolo oggetto devono essere studiate al fine di assicurare il confort visivo del pubblico e la loro corretta e sicura conservazione. È quindi possibile suddividere la progettazione dell’allestimento museale in tre ambiti: il primo alla macroscala, concentrato sul rapporto esposizione-spazi espositivi, il secondo a scala intermedia, incentrato sulla relazione tra pubblico e opere e l’ultimo alla microscala, attento alle caratteristiche di ogni singolo oggetto.



L’evoluzione del museo dalle origini ai giorni nostri

Il museo, dal greco “mouseion = dimora delle muse”, ha origini molto antiche e assolveva la funzione di raccoglitore di opere e beni che costituivano il bottino di guerra. Per questo motivo il suo scopo principale era sì quello di informare e trasmettere ma anche quello di glorificare le gesta della dinastia regnante (musei di prima generazione). È solo nel corso del XVIII Secolo che il museo viene riconosciuto come vera e propria Istituzione, periodo durante il quale abbienti Signori donano collezioni di opere al fine di conservarle e di non disperderle. Alla fine del secolo, tali collezioni assumono carattere pubblico e per questo si allarga notevolmente la fascia di utenti che ne hanno accesso. È a partire dal 1814 che vengono edificati i primi musei pubblici in Europa settentrionale che riscuoteranno un crescente consenso tra gli utenti (musei di seconda generazione). Dal punto di vista architettonico, i primi musei presentavano una pianta centrale con ingresso e cupola sovrastante.

Le gallerie si disponevano invece attorno ad un patio. Successivamente si assiste ad un notevole ampliamento delle strutture, con nuove addizioni coperte e scoperte all’interno degli edifici esistenti. Tuttavia, è solo nel XX Secolo che si fa strada l’idea di realizzare musei ad hoc per ospitare le opere della cultura contemporanea e non più solo quelle appartenenti al passato. Si tratta di edifici dalle grandi dimensioni, progettati per accogliere opere ed eventi interattivi, finalizzati a lasciare il ricordo di un’esperienza vissuta agli avventori. Tali manufatti sono caratterizzati da una forte connotazione simbolica e curano molto il rapporto tra il contesto, lo spazio espositivo e l’opera. Ne è un esempio il Centre George Pompidou di Renzo Piano e Richard Rogers, edificato a Parigi nel 1977 con l’intento di creare il primo museo multifunzionale della città che fungesse anche da polo attrattore per l’intera zona. Infatti, si tratta del primo museo dotato di cinema, auditorium ed esercizi commerciali che ha valorizzato notevolmente un quartiere prima povero e poco sfruttato.

Altro celebre caso è rappresentato dal Guggenheim Museum di Bilbao, sorto nell’ambito di un programma di rigenerazione urbana datato 1993-96. Infatti, prima sul lotto sorgeva un’industria dismessa: l’obiettivo di Frank Gehry è stato quello di rivitalizzare uno spazio che si trova a ridosso del centro cittadino, dotandolo di un edificio in grado di ospitare grandi opere. L’ultima ed odierna generazione museale è caratterizzata da edifici e luoghi aperti che analizzano ed espongono caratteri culturali di una determinata zona o territorio (ecomusei, musei all’aperto).
Talvolta, si assiste al recupero e alla rifunzionalizzazione di strutture dismesse e che un tempo rivestivano funzioni diverse. Il Museo di Arte Contemporanea di Berlino, ad esempio, ha trovato luogo all’interno di una vecchia stazione ferroviaria sulla linea Berlino – Amburgo. Nel 1987, le addizioni hanno generato il complesso odierno che non si distingue tanto per la particolarità degli spazi, quanto per le feste e le opere contemporanee che ospita. Nei musei di oggi, spesso sono previste attività aggiuntive rispetto a quelle classiche espositive, studiate sull’evento che ruota attorno alla specifica mostra. È un approccio diverso che vuole rendere più partecipe il pubblico.

© Archweb.it riproduzione riservata - E' possibile condividere con un link alla pagina
 
Condividi sui social
Categorie
pagine correlate
Blocchi cad consigliati

Galleria espositiva sezione 01

DWG

Galleria espositiva sezione 02

DWG

Teca espositore 01

DWG

Padiglione mobile 2D

DWG
Archweb correlati