Archweb .com 29 mag 2019 Consigli in pillole 0 commenti

È meglio la doccia o la vasca?

Quando si compra casa o la si ristruttura, è importante riflettere anche su un ambiente che è stato considerato da sempre solo di servizio: la sala da bagno. A seconda delle esigenze puntuali, il bagno può avere dimensioni variabili, trovarsi come unica o duplice soluzione ed ospitare al suo interno la doccia, la vasca o talvolta entrambi gli elementi. Per chi possiede un unico bagno, il dubbio riguarda proprio per quale di questi due sanitari optare. Al fine di operare la scelta migliore, prima di tutto occorre prendere le misure del proprio ambiente. È risaputo infatti, come la vasca da bagno sia caratterizzata da un ingombro consistente e nonostante le nuove soluzioni abbiano misure ridotte, se si ha poco spazio è consigliata la doccia in quanto più funzionale. Prima di scegliere, occorre capire anche la frequenza e le modalità con le quali si utilizza il bagno, quanti si è in famiglia e quale sia la soluzione più conforme alle necessità di tutti gli abitanti. Entrambe le proposte presentano dei vantaggi ma anche alcuni caratteri negativi che occorre tenere in considerazione. La vasca, più utilizzata in passato rispetto ad oggi, permette di godere di piacevoli momenti di relax a fine giornata, grazie alla possibilità di fare un bagno caldo e riposante. Inoltre, risulta essere molto comoda per l’igiene dei bambini, garantendo maggiore sicurezza e prestandosi bene a bagnetti divertenti. Non da ultimo, si tratta di una scelta multifunzionale: utile per l’igiene personale infatti, può essere sfruttata per lavare tessili di dimensioni notevoli come copriletto e tappeti. Naturalmente tale soluzione è adatta solo in caso di ambienti abbastanza grandi per ospitarla, in caso contrario si renderebbero gli spazi impraticabili ed soffocanti. Inoltre, la vasca da bagno non è l’ideale per gli anziani poiché non molto agevole per entrarvi. Dal punto di vista economico invece, risulta essere più dispendiosa per il maggiore quantitativo di acqua consumato. L’alternativa è rappresentata dalla doccia, regina della praticità per chi ha tempi stretti e ritmi frenetici. Perfetta per bagni piccoli, le proposte angolari e salva spazio permettono un uso semplice in pochi centimetri e assicurano funzionalità a costi minori rispetto alla vasca. Differentemente da quest’ultima, la doccia costituisce la soluzione più adatta per gli anziani e per le persone con problemi di deambulazione poiché grazie a specifiche maniglie e sedili, sono liberi di muoversi ed entrare senza sforzi eccessivi. Qualora si goda di un bagno abbastanza grande, oggi è possibile scegliere la vasca con doccia che racchiude in sé i vantaggi di entrambe le soluzioni. Si tratta di una classica vasca da bagno munita di ante flessibili in vetro che ne permettono la chiusura e la trasformazione in box doccia. La scelta tra queste tre soluzioni dev’essere ragionata sulle esigenze di ciascuna persona e sulle disponibilità spaziali di casa propria, così da assicurarsi comfort e funzionalità ogni giorno.

Il bidet è obbligatorio?

Chi viaggia sa bene che si tratta di un sanitario molto spesso assente nelle sale da bagno all’estero, ma in Italia il bidet si trova sempre nelle abitazioni civili e negli hotel. La spiegazione di questo tipo di scelta è data sì dalle abitudini quotidiane e dalla comodità di tale soluzione ma anche e soprattutto dall’obbligatorietà per legge della sua presenza. Secondo il Decreto ministeriale 5 luglio 1975, in Italia almeno uno dei bagni presenti in casa dev’essere munito di bidet. Per quanto riguarda le dimensioni, la normativa stabilisce che il bidet abbia le stesse dimensioni del wc, che si distanzi da questo di 30 cm e che vi sia uno spazio pari almeno a 70 cm dal muro antistante. Tali obblighi garantiscono una fruizione agevole e libertà di movimento in un ambiente di casa molto utilizzato. Nonostante tale sanitario non sia impiegato in larga parte del mondo, tuttavia risulta essere molto comodo e funzionale per l’igiene personale di chi talvolta non ha il tempo o la possibilità di usare la doccia.

La scelta della doccia

Se si ristruttura casa e in bagno si decide di adottare la doccia, occorre tenere in considerazione alcuni elementi al fine di ottenere una soluzione perfetta per esigenze specifiche. Il primo fattore da analizzare riguarda lo spazio a disposizione e la conseguente sistemazione della doccia: in caso di bagni stretti e lunghi è buona prassi collocare il box doccia davanti alla finestra al fondo del bagno, così da massimizzare lo spazio e rendere l’ambiente molto luminoso. In caso di bagni molto piccoli, la soluzione più diffusa è quella di impiegare una doccia angolare, più ridotta ma ugualmente pratica, mentre se le dimensioni della camera lo consentono, il piatto doccia può seguire l’andamento di una delle pareti e svilupparsi lungo spazi più generosi. Per quanto riguarda gli elementi compositivi, l’angolo doccia è costituito dal piatto, dal box e dalla rubinetteria: la scelta di tali componenti deve soddisfare i gusti estetici del fruitore ma anche rispettarne i parametri funzionali. Progettata sulla conformazione spaziale dell’ambiente, la doccia sarà dotata di un piatto standard (quadrato, rettangolare, angolare) o studiato su misura in caso di superfici irregolari. Inoltre, lo stesso potrà avere altezza variabile: si va dai modelli appoggiati e rialzati rispetto al pavimento, a quelli a filo pavimento, fino alle basi incassate nel massetto. I primi risultano essere stati i più utilizzati in passato, mentre i secondi hanno riscosso molto successo negli ultimi tempi, poiché in grado di restituire un’estetica raffinata e contemporanea. I piatti ad incasso invece, sono quelli più adatti per utenti anziani e con problematiche di carattere motorio. Una volta stabilite le proprietà del piatto doccia, si passa al box che ne ripercorre l’andamento e le dimensioni. Sviluppato su uno o due lati, solitamente è in vetro con superfici lisce, opaline o lavorate a seconda del gusto e dell’esigenza. L’anta, se prevista, può essere a battente verso l’esterno, a libro verso l’interno o scorrevole a seconda degli spazi e delle distanze disponibili dal muro. Per quanto riguarda miscelatori e soffioni, sul mercato è presente una vasta gamma di prodotti diversificati per materiale e forma. Naturalmente la grandezza del soffione, a un getto o a molteplici getti, varia in maniera direttamente proporzionale alle dimensioni dell’intero angolo doccia e l’altezza del suo ancoraggio dev’essere pari a 2 mt da terra. In conclusione, indipendentemente dai gusti estetici, occorre che tale soluzione garantisca comfort e semplicità di utilizzo al fruitore finale.

La scelta della vasca da bagno

Per coloro che in sede di progettazione o ristrutturazione del proprio bagno decidono di optare per la vasca, sono utili alcuni consigli grazie ai quali è possibile ottenere un risultato più soddisfacente. I primi elementi da considerare sono, come sempre, la conformazione spaziale e le dimensioni del bagno: solo conoscendo la metratura sarà infatti possibile scegliere la tipologia di vasca più adatta all’ambiente. Oggi in commercio sono presenti svariati modelli di vasca da bagno: da parete, autoportante, freestanding, angolare, compatta. Nella scelta occorre pensare non solo alle dimensioni dell’ambiente e all’uso della vasca, ma anche all’estetica ed alla sua installazione. Chi decide di impiegare la vasca anziché la doccia dev’essere consapevole del maggiore ingombro (rispetto alla doccia) che occupano le soluzioni standard, lunghe 170 cm, profonde 70 cm e alte 55 cm. Tuttavia, in caso di bagni più piccoli è possibile inserire vasche ridotte che grazie ad un’altezza superiore garantiscono comunque l’immersione totale. In questo caso però, in relazione alle esigenze quotidiane, occorre capire se è preferibile optare per una doccia, poiché la vasca più piccola non garantirebbe lo stesso comfort di quelle dalle misure standard. È possibile scegliere la vasca anche secondo la sua installazione: ad incasso o fuori terra; le prime sono molto belle esteticamente ma richiedono spazi molto grandi a causa del loro ingombro e della posizione centrale che solitamente occupano. Tale soluzione è perfetta per bagni dallo stile minimale soprattutto se si opta per quella a filo pavimento, priva di bordi. La vasca fuori terra invece, costituisce un’alternativa classica e molto diffusa, che permette di scegliere tra innumerevoli tipi di finitura grazie alla facile personalizzazione di materiali e colori. Ai fini estetici contribuisce anche la forma: si va dalle tradizionali vasche rettangolari a parete, alle soluzioni tondeggianti che possono essere inserite in un angolo del bagno, fino a quelle di forma rotonda e ovale che solitamente vengono appoggiate liberamente al pavimento (vasche freestanding). Nel caso di una vasca freestanding, occorre sempre ricordare che la stessa comporta particolari accorgimenti per l’allaccio all’impianto idrico spesso situato a pavimento ma non sempre realizzabile. Infine, chi sceglie la vasca da bagno, sogna di ricreare una zona relax nel proprio ambiente ad emulazione delle spa contemporanee. A tal fine, è possibile scegliere una soluzione che sia dotata di sistema idromassaggio e cromoterapia, grazie ai quali sarà possibile godere di momenti di pace e comfort nella comodità di casa propria.  

La scelta della rubinetteria in bagno

In fase di ristrutturazione o progettazione dell’ambiente bagno, i sanitari saranno correlati dalla relativa rubinetteria che va scelta prendendone in considerazione la tipologia, lo stile, il materiale, l’ergonomia e la posizione. In commercio sono disponibili due modelli di rubinetto: il mescolatore e il miscelatore. Il primo è quello classico, il più utilizzato, caratterizzato da due pomelli, uno per l’acqua fredda l’altro per l’acqua calda. Nel momento in cui essi vengono ruotati, i due relativi flussi a differente temperatura, vengono mescolati erogando il quantitativo di acqua alla temperatura desiderata. Il miscelatore invece, è costituito da un solo manico che viene azionato se sollevato ed eroga acqua calda e fredda se spostato verso destra o verso sinistra. Si tratta della soluzione più utilizzata nei bagni moderni e risulta molto pratica e più adatta agli utenti anziani e ai bambini grazie alla sua facilità d’uso. Naturalmente, ogni rubinetto deve abbinarsi al sanitario a cui è accostato e tutti devono assicurare coerenza in termini di stile, materiale e dimensioni. Ad esempio, quello del lavabo dovrà garantire al fruitore comodità nel lavare le mani, senza produrre fastidiosi schizzi di acqua e ciò sarà possibile grazie all’allineamento della profondità del beccuccio erogatore con lo scarico. Nei casi più innovativi, questi lavandini sono dotati di sensori che erogano l’acqua solo nel momento in cui intercettano la presenza delle mani. Il rubinetto delle vasche da bagno invece, è caratterizzato da un beccuccio e da un soffione che grazie ad una componente specifica sono in grado di alternarsi a seconda del comando scelto e di erogare in modo diverso l’acqua, a seconda che si debba riempire la vasca o ci si debba fare la doccia. Ad ogni tipo di rubinetteria quindi, corrispondono caratteristiche specifiche, studiate sull’uso e sull’ergonomia. Per quanto riguarda invece l’aspetto estetico, occorre attuare una scelta a seconda dei propri gusti e dello stile dell’intero ambiente al fine di assicurare un’equilibrata armonia d’insieme. Dal punto di vista materico è bene fare molta attenzione perché spesso ad un costo maggiore corrisponde una migliore qualità in termini di resistenza e durevolezza. Uno dei materiali più utilizzati è l’acciaio inox che può essere scelto nella variante cromata e satinata, a seconda del gusto. Per gli amanti dello stile più classico, saranno perfetti rame e ottone, oggi sempre meno utilizzati a causa del loro aspetto rustico. Ad ogni modo, occorre considerare tali dispositivi, parte integrante del bagno ed elementi che devono assicurare funzionalità, durevolezza nel tempo e continuità di stile in tutto l’ambiente.

Come nascondere lo scaldabagno?

Nel caso in cui si possieda uno scaldabagno all’interno del proprio appartamento, dato il volume ingombrante e l’aspetto grossolano, occorre trovare una soluzione al fine di minimizzarne l’impatto estetico. A seconda dell’entità del problema, direttamente proporzionale alle dimensioni del boiler (10-30 litri per una o due persone, 80-100 litri per una famiglia), è possibile scegliere un elemento che possa nascondere il volume nel miglior modo possibile. Nel caso in cui si possieda una nicchia, sarà perfetta per alloggiare lo scaldabagno senza dover intervenire in maniera drastica; l’alternativa può essere quella di costruire un piccolo ripostiglio in cartongesso, utile anche a contenere effetti personali e prodotti per la pulizia. Qualora invece, si possieda già un armadietto o lo si voglia progettare su misura, coerentemente all’arredamento del bagno, il serbatoio può essere inserito al suo interno. In questo modo verrà sì occupato spazio prezioso in bagno ma si otterrà un risultato soddisfacente dal punto di vista estetico in quanto lo scaldabagno si mimetizzerà completamente con l’arredo. Se si vuole ricorrere ad elementi più flessibili, in grado di mutare l’estetica dell’ambiente a seconda dell’esigenza, saranno ottimali le tende e i separé. Nel primo caso, i tessuti pesanti sono i più adatti a nascondere il dispositivo e a non spostarsi alla prima folata di vento; la scelta del colore e della texture dipende strettamente dallo stile del resto della casa, come sempre occorre valutare questi fattori al fine di mantenere coerenza d’insieme. Estetica sì ma anche sicurezza: il tessuto dev’essere indispensabilmente ininfiammabile per garantire la totale sicurezza dell’utenza. Per quanto riguarda i separé, sul mercato ce ne sono moltissimi, diversi per colore, per stile e per grafica. Solitamente impiegato in bagni di dimensioni generose, i vantaggi di tale elemento sono dati dalla completa personalizzazione all’estrema versatilità: se in futuro si decide di cambiare la schermatura per lo scaldabagno, il divisorio può essere facilmente spostato in un altro ambiente.

Qual è l’esposizione ottimale per un appartamento?

Quando si decide di acquistare casa, sono molteplici i fattori che contribuiscono alla valutazione dell’appartamento e tra questi troviamo l’esposizione. Si tratta di un elemento che cambia a seconda dell’immobile specifico e dal quale dipendono il livello di comfort e i costi di gestione del futuro inquilino. Il primo elemento da considerare è caratterizzato dal rapporto edificio-sole: l’esposizione infatti, determina la luminosità dell’appartamento, il riscaldamento e di conseguenza il benessere psico-fisico di chi lo abita. Fino a qualche tempo fa era diffusa l’idea che il migliore orientamento per una casa da abitare fosse quello lungo l’asse est-ovest, perché garantiva un risparmio economico dovuto alla massimizzazione degli apporti solari durante la stagione invernale. Tale convinzione ultimamente è stata messa in dubbio perché sono state aggiornate le normative che vincolano la costruzione dei nuovi edifici. Oggi, l’attenzione crescente per la coibentazione fa sì che l’edificio non necessiti indispensabilmente del calore solare per essere riscaldato e a livello progettuale si tende a considerare il comportamento dell’immobile nel corso dell’anno intero e nel susseguirsi delle stagioni e non più solo durante il periodo invernale. Inoltre, si tende a posizionare ogni ambiente in relazione alla destinazione d’uso: i locali di servizio a nord, la zona notte ad est e la zona giorno con soggiorno e cucina a sud poiché essendo vissuta prevalentemente di mattina e di pomeriggio, necessita di più luce. In questo modo il vantaggio è duplice e dipende dalla massimizzazione dello sfruttamento della luce naturale che filtra in casa con un conseguente aumento del comfort degli occupanti ed un notevole risparmio economico. Un altro fattore da considerare riguarda la ventilazione che interessa l’appartamento. Premesso che, a tal proposito, è preferibile optare per un’abitazione che goda della doppia aria e quindi di finestre e balconi disposti su due fronti diversi (ex: lato strada ed interno cortile), occorre però precisare come un affaccio a nord sia esposto maggiormente ai venti freddi invernali. La ventilazione naturale non dipende solo dalla posizione e dalla grandezza delle aperture ma anche dalla direzione dei venti che incidono sulla superficie della facciata. Occorre specificare come una corretta aerazione e una buona qualità dell’aria siano garanti del benessere e della salute di chi vive gli ambienti in questione. Non ultimo aspetto da considerare nell’acquisto di una casa è rappresentato dalla vista di cui può godere l’immobile. Infatti, converranno tutti come l’affaccio su un parco o su una bella architettura contribuisca ad aumentare il comfort psicologico di chi abita la casa rispetto ad una vista sgradevole e ad un contesto rumoroso e privo di stimoli vitali.

Come progettare in casa un angolo dedicato alla musica?

Per gli amanti ed estimatori del mondo musicale, in casa non potrà mancare una zona appositamente dedicata alla propria passione. La prima regola da seguire è quella di ricreare uno spazio dove ci si senta a proprio agio, un ambiente che rispecchi la personalità e si ispiri al genere musicale che si predilige. In questo modo ci si sentirà maggiormente stimolati a suonare e più soddisfatti. Se si ama il sound anni ’70 ad esempio, si può animare la parete dell’ambiente con qualche fotografia dell’epoca e un poster dei gruppi musicali in auge a quel tempo; se invece si ama il rock anni ’80 a farla da padrone saranno i colori e le textures geometriche. È importante puntualizzare come trattandosi di un angolo della casa, lo stesso non deve differenziarsi in maniera drastica dagli altri ambienti, ma essere arricchito con dettagli che più incontrano il gusto stilistico personale. Il secondo aspetto riguarda il comfort: per essere funzionale, l’area per la musica dev’essere comoda. A tal fine è importante collocare una seduta a misura di strumento musicale: per la chitarra un accogliente divanetto, per il pianoforte uno sgabellino misurato sull’altezza dello strumento e ancora per l’handpan stuoie e tappeti per adagiarsi da seduti. Trattandosi di uno spazio dedicato alle passioni personali, è bene che sia anche luogo di creatività dove siano forti i rimandi a versi, canzoni e cantautori che ispirano la propria attività. Per questo motivo servirà un leggio o una superficie sulla quale fissare le note musicali che si vogliono tenere in vista nel momento preciso in cui si suona. Dal punto di vista progettuale sono fondamentali alcuni accorgimenti che devono precedere tutte le decisioni di carattere stilistico e decorativo. A seconda delle dimensioni dello strumento musicale è bene pensare all’organizzazione dell’intera zona musicale: se si trattasse di strumenti di grandi dimensioni come pianoforti ed arpe sarebbero necessari spazi abbastanza ampi per ospitarli. Inoltre, occorre verificare l’isolamento acustico delle pareti al fine di non disturbare i coinquilini del condominio e chi si trova negli altri ambienti di casa. Qualora risultasse insufficiente, si potranno inserire pannelli fonoassorbenti che oggi vengono progettati con un occhio di riguardo per il design e la restituzione estetica. In conclusione, lo spazio per la passione musicale deve assicurare comfort acustico per chi ne fruisce e per chi vive negli spazi adiacenti e deve rappresentare un’oasi felice in cui rifugiarsi dalle fatiche quotidiane.  

Come progettare in casa un angolo bar?

Chi non ha mai desiderato un angolo bar in casa per condividere un cocktail con gli amici nelle serate in compagnia? In realtà si tratta di una soluzione che in passato ha riscosso molto successo e che oggi è sempre più ricorrente nelle cucine e negli open space delle abitazioni contemporanee. Tuttavia, occorre seguire come sempre, alcune indicazioni per far sì che la soluzione sia funzionale e incontri le esigenze più diversificate. Si tratta di una soluzione che può essere inserita all’interno della cucina, del salotto e anche su terrazze e giardini esterni, a seconda della conformazione planimetrica e dello spazio che si ha a disposizione in casa. Non necessariamente occorrono grandi superfici, l’angolo bar può occupare anche un’area poco più grande di 2 mq, l’importante è che sia libera da ingombri e lontana da fonti di calore. Al fine di attrezzare al meglio la zona bar, sono necessari: il bancone, gli sgabelli, le scaffalature, i ripiani per bicchieri e bottiglie, il frigo bar e il secchio per i rifiuti. Talvolta, in caso di metrature limitate vi sono soluzioni d’arredo pratiche e funzionali dotate di piani di lavoro estraibili e a scomparsa. Per quanto riguarda il bancone, solitamente accompagnato da almeno due sgabelli alti, costituisce il piano di lavoro vero e proprio e per questo occorre che sia esteticamente pregevole ma soprattutto resistente all’usura nel tempo. In commercio è possibile trovarne di differenti per colore, materiale e finitura, solitamente scelti in base allo stile degli altri ambienti interni, alla forma e alla dimensione della stanza. Infatti, camere ampie e quadrate lasceranno più libertà di scelta, anche per piani grandi e curvi, mentre camere strette e lunghe obbligheranno ad optare per banconi dalla forma più regolare. Ma a completare la soluzione, saranno mensole, porta calici da bar e pensili in cui sistemare ingredienti e strumenti necessari a produrre cocktails e aperitivi. Frigo bar e lavello poi, saranno utili a conservare ghiaccio e alcoolici da servire freddi e ad igienizzare bicchieri e stoviglie per gli stuzzichini. È quindi chiaro come l’attento progetto di tale spazio possa assicurare una comoda funzionalità e garantire quindi, momenti di relax e svago in compagnia.
 

Come progettare in casa un angolo dedicato al trucco?

Si parla spesso di cabine armadio e di sale da bagno che riproducono vere e proprie spa ma troppo poco di quella zona di casa dedicata alla bellezza, dove le donne possono pettinarsi e truccarsi prima di uscire. La zona “beauty”, molto ambita dal gentil sesso, rispetto al passato è poco ricorrente nelle case moderne e spesso ci si rende conto della sua importanza troppo tardi, quando ogni spazio abitato è già stato destinato ad altri usi. Per ovviare a questo tipo di inconveniente è bene riservare una piccola area dedicata alla cura ed alla bellezza femminile. Tale angolo può essere inserito nel bagno ma anche all’interno della camera da letto ed in entrambi i casi è preferibile collocarlo vicino ad una fonte di luce naturale. Per ottenere un angolo trucco comodo e funzionale occorrono un piano d’appoggio, una seduta, una superficie riflettente e l’illuminazione necessaria per una corretta applicazione del make-up. Il piano di lavoro può avere dimensioni diverse a seconda dello spazio che si ha a disposizione: si va dai tavoli più capienti alle petineuse, fino alle mensole estraibili dal muro utilizzate solo in caso di necessità. Ad accompagnare la superficie d’appoggio sono necessari uno sgabellino o una sedia, proporzionati all’altezza del piano e dell’utente così che si possa lavorare al meglio. Al fine di avere tutto a portata di mano, è necessario pensare a come ordinare trucchi e pennelli. In commercio è possibile scegliere tra svariati organizer di forma, colore e materiale diversi, anche se i più pratici risultano essere quelli in plexiglass trasparente poiché permettono di trovare velocemente ciò che serve. Qualora si decida di destinare l’angolo trucco anche alla cura dei capelli, sarà opportuno munirsi di contenitori per spazzole ed assicurare la presenza di prese elettriche indispensabili per l’uso di phon e piastre per i capelli. Inoltre, un aspetto fondamentale, ai fini funzionali di quest’area di casa, è costituito dall’illuminazione artificiale che interviene in ausilio di quella naturale. Occorre scegliere un tipo di luce neutra, meglio se frontale, che può essere inserita a parete o incassata allo specchio, altro elemento fondamentale per il trucco. Quest’ultimo, dev’essere montato in maniera funzionale, misurato secondo l’altezza dell’utilizzatrice ed è ottimale qualora preveda un’illuminazione di tipo professionale. In aggiunta allo specchio grande e fisso sarà poi utile uno specchio mobile, di dimensioni minori che permetta di ingrandire i particolari riflessi. Per coloro le quali desiderano restare sempre al passo con i tempi, un’ultima novità è rappresentata dai mini frigo per cosmetici, piccoli dispositivi studiati per conservare i prodotti per la bellezza ed anche i farmaci. Infatti, attenti al contenimento del consumo energetico, garantiscono la conservazione di creme, rossetti ed oli ed assicurano un’estetica gradevole grazie al design studiato nei minimi dettagli. Infine, l’aspetto dell’angolo per il maquillage deve rispecchiare i gusti di colei che ne fruisce ma rispettare anche lo stile dell’ambiente in cui si colloca. Moderno, classico, lussuoso o creativo che sia, ad ogni modo dev’essere confortevole e funzionale, una vera e propria oasi per la bellezza di ogni donna.

Come progettare in casa un angolo studio?

Se in passato l’ambiente studio in casa era priorità di pochi professionisti, oggi si sta diffondendo sempre di più la necessità di inserire una zona dedicata all’home office a causa dell’aumento degli smart worker che non devono necessariamente presenziare nell’azienda per cui lavorano, ma che possono svolgere la propria attività da remoto, grazie alla presenza di internet e delle nuove tecnologie. In caso di disponibilità spaziale, è preferibile sfruttare una camera indipendente a tale scopo così da assicurarsi maggiore privacy e concentrazione. Qualora non si disponga di un intero ambiente, è possibile integrare l’angolo studio alla zona living o alla camera da letto. Nel primo caso risulta più funzionale relativamente all’illuminazione naturale poiché solitamente si tratta della zona di casa più luminosa e sfruttata nelle ore diurne. Tuttavia, si verrebbe disturbati da televisori e chiacchiere degli altri occupanti. L’idea di collocare il work space nella zona notte può risultare altrettanto valida poiché trattandosi dell’area più privata della casa, solitamente non viene frequentata da ospiti e conoscenti e risulta quindi più tranquilla e perfetta per concentrarsi. Talvolta, se l’angolo studio costituisce un appoggio temporaneo e solo di passaggio, si possono prendere in considerazione le soluzioni a scomparsa, integrate alle pareti di disimpegni e corridoi. Si tratta di piani a ribalta utili solo ed esclusivamente per appoggiarsi pochi minuti e controllare documenti cartacei e file online. Al fine di garantire funzionalità e praticità, occorre che l’angolo studio sia costituito da una scrivania, una seduta, mensole, ripiani e gli apparecchi luminosi necessari al regolare svolgimento del lavoro. A seconda della disponibilità spaziale, il piano d’appoggio può essere rappresentato da una scrivania profonda almeno 50 cm e lunga 80 e possibilmente collocata vicino ad una finestra. La scelta ottimale è quella di un tavolo dotato anche di cassetti o scomparti nei quali inserire il materiale utile e mantenere tutto in ordine. Per quanto riguarda la seduta, essa deve garantire comfort grazie alle linee studiate sull’ergonomia e non deve affaticare l’utente che vi risiede per diverse ore al giorno. È importante che il sedile sia regolabile in altezza, che lo schienale segua le linee della schiena e delle spalle e che il materiale sia traspirante al fine di assicurarne un buon uso anche durante la stagione più calda. Dal punto di vista funzionale, è indispensabile la presenza di una fonte di luce artificiale che venga in ausilio a quella naturale che dev’essere sfruttata il più possibile. A tal fine è consigliabile posizionare la scrivania davanti alla finestra o di lato, in modo che la luce dall’esterno si diffonda in maniera ottimale nell’ambiente, senza creare interferenze sul monitor dei computer. Quando si ha la necessità di lavorare nelle ore serali e notturne, occorre utilizzare le lampade da scrivania per fare luce sul piano di lavoro. Infine, dal punto di vista estetico, lo stile e la cromia dell’angolo studio devono seguire in maniera coerente il resto dell’ambiente e dell’intera casa. I colori migliori per le pareti di questa zona sono il verde, il blu e il bianco perché rilassano e infondono calma e concentrazione.

Come creare una parete attrezzata?

Diffusasi come soluzione salva-spazio, la parete attrezzata oggi è largamente impiegata nei soggiorni di casa con il duplice scopo di arredare e contenere televisori e complementi. Regina dello sfruttamento intelligente dello spazio,
ha il pregio di essere estremamente versatile ed adattarsi ad ambienti molto diversi. Grazie agli elementi componibili, è possibile sceglierla sul mercato secondo innumerevoli configurazioni in grado di adattarsi a stili diversi. Per prima cosa, occorre prendere le misure dello spazio che si ha a disposizione nella zona living e definire la funzione che andrà a rivestire la parete attrezzata. Qualora occorra una soluzione che contenga tv, libri ed oggetti, solitamente la stessa verrà disposta lungo la parete di fronte al divano; se invece la si vuole sfruttare come divisorio di un open space, sarà bene collocarla liberamente, a pavimento, tra uno spazio funzionale e l’altro. In quest’ultimo caso la parete sarà bifacciale, con doppio fronte sfruttabile. Se si possiedono ambienti molto ridotti, la versione più adatta è quella ad angolo, in grado di massimizzare lo sfruttamento dello spazio al centimetro.
Per quanto riguarda la tipologia più diffusa, quella a muro, solitamente la composizione è costituita da un modulo basso che può trovarsi a pavimento o sospeso, da elementi superiori ancorati alla parete, da mensole e da ripiani. Qualora la parete attrezzata voglia ospitare anche il televisore, occorre predisporre uno spazio vuoto con piano d’appoggio alto 50 cm da terra, in prossimità di una presa elettrica e dell’attacco per l’antenna. La scelta di ogni singolo elemento sarà dettata da esigenze specifiche: chi ama la lettura preferirà scaffali per i libri, chi vuole custodire oggetti pregevoli alla vista, preferirà moduli chiusi con ante in vetro per tenerli in mostra. Il consiglio è quello di prediligere sempre moduli dalle forme semplici e lineari che risultano essere più flessibili ad eventuali cambiamenti futuri. Dal punto di vista dei materiali, i più utilizzati per questo tipo di arredo sono il legno, il cartongesso e il metallo laccato con finiture svariate e finalizzate a seguire in perfetto equilibrio l’estetica dell’intero ambiente. Relativamente allo stile, la parete attrezzata può essere classica o moderna; la prima si distingue per il largo impiego del legno e l’aspetto artigianale, la seconda invece è riconoscibile grazie alle linee squadrate, ai colori contrastanti e alle superfici lucide. Infine, è importante ricordare che tale soluzione necessita dell’illuminazione adeguata che viene studiata in relazione agli oggetti che la completano: piccoli apparecchi con luce diffusa per il televisore al fine di garantire comfort visivo e faretti incassati nei ripiani per oggetti di pregio che richiedono un’illuminazione d’accento.

Come e quando l’open space?

Mentre un tempo la tendenza era quella di delimitare gli spazi a seconda della funzione che rivestivano, oggi i cambiamenti sociali relativi alla famiglia, al lavoro ed all’idea di una condivisione più aperta e meno legata a regole prefissate, ha portato ad uno schema abitativo diverso dove spesso troviamo ambienti unici o dalle funzioni inaspettate. Ad esempio, nelle case moderne è sempre più diffusa la scelta di eliminare i tramezzi e creare uno spazio living unico, con cucina e soggiorno, in grado di restituire fluidità e continuità spaziale. Tale soluzione è indicata sia quando gli ambienti sono ridotti e si desidera più luminosità e libertà di movimento, sia quando le metrature sono generose e si amano le cucine ad isola e a penisola, capaci di arredare e rendere funzionali gli spazi. Gli ambienti di cucina, sala da pranzo e soggiorno così, si fondono in un insieme armonico andando a costituire la zona giorno, la più vissuta dagli occupanti della casa e dai loro ospiti. La scelta della pianta libera, priva di elementi divisori, comporta sì diversi vantaggi ma anche alcuni aspetti negativi che occorre tenere ben presenti. La continuità spaziale garantisce condivisione e scambio tra coloro che vivono la casa, assicura benessere psicologico grazie alla convinzione di abitare ambienti luminosi e ariosi e permette un’ampia scelta di arredi dal design contemporaneo. Tuttavia, qualora l’open space comprenda la cucina e il salotto, vi sarà il rischio di diffusione di vapori e cattivi odori prodotti durante la preparazione dei pasti. Una soluzione a tale inconveniente è rappresentata dall’inserimento di sistemi di aspirazione dalle alte prestazioni. Se invece, l’idea di schermare le due diverse zone è apprezzata, si possono inserire degli elementi divisori più o meno permeabili che funzionino da barriera e allo stesso tempo da elemento decorativo per l’intero ambiente. A tal proposito, una scelta apprezzata è quella della vetrata post industriale che grazie alla superficie trasparente conserva la continuità tra un ambiente e l’altro ma allo stesso tempo blocca il passaggio dei vapori sgradevoli. Per far sì che le zone a diversa destinazione d’uso dell’area open, vengano distinte senza ricorrere a barriere fisse, si possono adottare misure diverse; il primo suggerimento è quello di ricorrere ad un elemento d’arredo che può essere facilmente spostato. Ne sono un esempio il divano e il mobile basso che vengono sfruttati rispettivamente come seduta e appoggio ma anche come schermo o le librerie bifacciali, che assolvono la medesima funzione in entrambi gli ambienti. L’altra opzione possibile è quella di differenziare le pavimentazioni a livello di materiali e forma così da creare un piacevole impatto visivo garantendo comunque la continuità spaziale. Infine, è bene annoverare anche i casi più rari in cui l’open space comprenda la zona giorno e notte ma si tratta di situazioni che si riscontrano soprattutto nei monolocali. A tal proposito sono indispensabili gli arredi multifunzionali in grado di adattarsi alla necessità occupando poco spazio. La cucina schermata a livello visivo dal soggiorno, durante le ore diurne, fungerà con esso da living, mentre la sera il salotto diventerà una camera da letto grazie all’impiego del divano-letto che in questo modo rivestirà una funzione importante in termini di flessibilità relativa alla doppia destinazione d’uso.

Come organizzare lo spazio per la lavanderia?

Uno degli ambienti di servizio di casa più utili, è rappresentato dalla lavanderia. Qualora si disponesse di ampie metrature, la scelta ottimale sarebbe quella di destinare una stanza dedicata a questa funzione, in caso contrario la lavanderia potrà essere inserita in bagno, in cucina, nella zona notte o ancora in spazi di transizione come corridoi e disimpegni, montando strutture a scomparsa. Nei primi due casi, ci si trova avvantaggiati per la preesistenza degli impianti idraulici e in cucina è possibile creare un angolo adibito a tale uso, inserendo la lavatrice all’interno di uno dei moduli della cucina dimensionati apposta per ospitare eventuali elettrodomestici. Un’altra alternativa è rappresentata dalla colonna dedicata appositamente a lavatrice e asciugatrice, sistemate verticalmente una sopra l’altra. In bagno invece, a seconda della forma e delle dimensioni, si può prevedere uno spazio lavanderia munito di mensole per sistemare i detersivi. Se in casa vi sono due bagni è preferibile destinare il secondo, di servizio, alla lavanderia; talvolta lo stesso può trovarsi all’interno della camera da letto padronale. La necessità di riservare una porzione della casa a tale uso, permette di sfruttare al meglio anche spazi che altrimenti non verrebbero valorizzati. Ne sono un esempio i corridoi e i disimpegni dove si possono prevedere pareti attrezzate a scomparsa e stendibiancheria estraibili dal muro o anche i vani sottoscala e i ripostigli. Questi ultimi troverebbero così una nuova destinazione d’uso dove lavare, stirare ed ordinare gli indumenti personali. Se invece, si dispone di ampie metrature, è preferibile adibire un intero ambiente a tale uso. A tal proposito, è molto importante valutare l’apporto di luce naturale e il ricambio d’aria ottenibili solo in presenza di finestre: sarà così contrastato l’accumulo di umidità prodotta dal bucato e garantita la più rapida asciugatura dei capi lavati. Le regole per creare uno spazio funzionale, prevedono l’organizzazione salva spazio di tutte le componenti e lo sfruttamento di ogni superficie sia in senso verticale che orizzontale, a seconda della conformazione dell’ambiente. Solitamente, affinché una lavanderia sia considerata tale, devono esservi alcuni elementi costitutivi: la lavatrice, l’asciugatrice fondamentale nella stagione invernale, lo stendi biancheria posizionato in prossimità delle fonti di calore, il lavabo per lavare a mano i capi delicati, la cesta per la biancheria e il ferro da stiro se si vogliono anche stirare gli indumenti puliti.
Le dimensioni necessarie per creare una lavanderia a casa, variano a seconda di quanti elettrodomestici si vogliono impiegare e di conseguenza di quanti usi si vogliono ottenere da questo spazio. Talvolta, con soluzioni su misura studiate al centimetro, si possono ottenere ambienti funzionali anche in pochi metri quadrati.

Quali le caratteristiche delle porte scorrevoli?

In fase di ristrutturazione, una delle componenti che occorre considerare è rappresentata dai serramenti interni ed esterni. Per quanto riguarda le porte interne, predisposte per la suddivisione di un ambiente dall’altro, in commercio ne esistono molteplici tipologie tra cui scegliere, distinte per tipo di apertura, materiale e telaio. Negli ultimi tempi hanno riscosso grande consenso le porte scorrevoli poiché considerate piacevoli alla vista e funzionali in termini di massimizzazione dello spazio. Infatti, questa variante garantisce l’ottimizzazione della superficie sfruttabile, grazie all’ingombro più contenuto rispetto alle porte tradizionali che richiedono invece, spazi più ampi per assicurare la comoda apertura del battente. Le porte scorrevoli si distinguono tra quelle ad esterno muro e quelle a scomparsa, a seconda del tipo di movimento proprio del pannello. Per quanto riguarda la prima tipologia, è necessario un binario esterno ancorato alla parete che permetta l’agevole scorrimento della porta che una volta aperta, si sovrappone alla sezione muraria contigua. Per questo motivo, questa tipologia non permette lo sfruttamento del muro, ma costituisce essa stessa elemento scenografico dall’originale resa estetica. L’installazione di una porta ad esterno muro è semplice e non richiede interventi all’interno della parete proprio perché l’infisso viene ancorato sulla sua superficie e non incassato in essa. Le porte scorrevoli si distinguono anche per il materiale che le costituisce: il legno resta quello maggiormente impiegato, solido, robusto e presente in innumerevoli qualità (massello, lamellare…), può essere laccato al fine di dare un’estetica diversa a seconda del caso. Anche il vetro viene largamente adottato per la fabbricazione di porte scorrevoli dallo stile contemporaneo, soprattutto per suddividere gli open space in modo fluido o per delimitare cabine armadio interne alla zona notte. Qualora si voglia la completa trasparenza, il vetro classico è il più indicato e grazie a particolari lavorazioni che lo rendono opalino o decorato, sarà possibile ottenere anche maggiore privacy. Se il budget è contenuto, il pvc è senza dubbio il materiale da scegliere e grazie alle diverse finiture sarà possibile inserire la porta in ambienti dallo stile diverso. Nel caso in cui si necessiti di porte scorrevoli di grandi dimensioni, le più indicate sono quelle telescopiche, dotate di due pannelli a scorrimento opposto, mentre se ci si trova di fronte a pareti dall’andamento irregolare, il mercato offre anche la possibilità di scegliere porte curve in grado di adattarsi alla conformazione del muro. In ogni caso, l’impiego delle soluzioni scorrevoli risulta vantaggioso per svariati motivi: massimizzano lo spazio, delimitano gli ambienti assicurandone fluidità, hanno una resa estetica elegante e raffinata e si adattano bene a qualsiasi stile proprio della casa. 

Quando impiegare le porte scorrevoli a scomparsa?

La seconda tipologia di porte interne scorrevoli è rappresentata dalle porte a scomparsa. Ideali per chi desidera una restituzione estetica minimale, pulita ed ordinata, occorre prima di tutto verificare che il muro che deve ospitarle sia privo di tubature e cavi elettrici. L’installazione infatti, richiede un lavoro più impegnativo rispetto a quello proprio delle porte scorrevoli esterne al muro, perché occorre che il controtelaio vada inserito all’interno della parete. In questo modo, il cassonetto metallico interno andrà ad accogliere la porta nel momento in cui essa scorre per essere aperta. A differenza della tipologia esterna, questa porta permette di sfruttare anche il muro che la contiene, al quale potranno essere affissi quadri e specchi o appoggiati mobili. Per questo motivo, uno dei vantaggi che comporta tale scelta è rappresentato dall’estetica e dalla possibilità di totale personalizzazione della parete libera con arredo e complementi pensati ad hoc. Tuttavia, è importante verificare che il controtelaio sia resistente, assicuri l’integrità della parete e il fluido movimento della porta. È possibile scegliere tra porte a una o a due ante a seconda della luce da ricoprire: le seconde sono perfette negli open space per dividere mantenendo comunque i due ambienti in fluido collegamento visivo. Dal punto di vista estetico, le migliori sono quelle a filo muro che permettono di ottenere superfici continue dall’aspetto minimale. Le porte a scrigno quando rimangono aperte sono invisibili poiché inserite nella parete ma qualora la loro superficie sia lavorata e dipinta con trame e disegni, nel momento in cui vengono chiuse possono costituire piacevole elemento decorativo e d’arredo. Per tutti questi motivi, il consiglio è di scegliere le porte scorrevoli a scomparsa quando lo spazio è ridotto o al contrario negli open space, quando si vuole ottenere un risultato dal design ricercato e quando si possiede un budget un po' più elevato del solito.

Come organizzare un corridoio largo?

Spesso ingressi e corridoi di casa vengono sottovalutati immaginandone difficilmente un’ipotetica destinazione d’uso, così vengono lasciati vuoti e rimangono inutilizzati. Al fine di trasformare l’ingresso da luogo di semplice transizione a spazio da vivere, occorre prestare attenzione ai colori, all’arredo e ai complementi che devono essere scelti in base alle necessità ed allo stile della casa. Lo spazio deve garantire in ogni caso una fluida accessibilità, confort ed eleganza, trattandosi di una delle prime aree domestiche visitate da chi arriva dall’esterno. A partire dalle pareti, la scelta è duplice a seconda del gusto: colori vivaci e arredi semplici o al contrario, colori più neutri e complementi che diano forte personalità. Bastano un tappeto texturizzato, un grande quadro o piccole cornici con foto-ricordo e ancora dipinti disposti come piccole opere d’arte. Come sempre, l’importante è che ogni scelta formale rispecchi appieno la personalità di chi abita gli spazi. Dal punto di vista funzionale, occorre stabilire subito la destinazione d’uso che si vuole dare al corridoio largo di cui si è in possesso. Si potrebbe pensare ad una zona studio, dove si può fruire del computer e ci si può leggere un buon libro o anche ad un’area living dove accogliere gli ospiti appena fanno ingresso in casa. Nel primo caso, saranno indispensabili una libreria ed un piano d’appoggio con seduta. Per contenere i volumi si può optare per le classiche librerie a scomparti quadrati o se si vuole arredare la parete con più originalità si possono scegliere mensole disposte in maniera libera e creativa. Per il piano d’appoggio invece, si va dalle scrivanie tradizionali, ai tavolini più piccoli, fino ai secretaire, studiati per arredare con eleganza. Infine, la seduta va scelta secondo l’esigenza: la migliore è la poltroncina in linea con l’arredo delle altre camere o scelta per essere un pezzo originale e stravagante rispetto agli altri mobili. Quello che non potrà mancare nel corridoio-studio è la lampada da tavolo grazie alla quale si potrà godere della luce puntuale necessaria alla scrittura ed alla lettura. Qualora invece si volesse sfruttare il corridoio largo come un salotto in cui fare accomodare gli ospiti, occorre tenere presente che però tale uso non deve ostacolare in alcun modo il passaggio necessario per recarsi da una stanza all’altra. Un’idea potrebbe essere quella di collocare lungo la parete una madia bassa su cui appoggiare un vaso di fiori ed una lampada, ed inserire due poltroncine o un divanetto ad angolo a seconda della profondità del corridoio. Un tappeto dai toni caldi coordinato con i cuscini delle sedute darà un tocco personalizzato all’ambiente. Poiché spesso il corridoio non gode della luce naturale, l’illuminazione artificiale è indispensabile per garantire l’approvvigionamento di luce necessario a questo ambiente. A tal fine sono consigliate luci a led che garantiscono un buon risparmio energetico e possono essere incassate nel controsoffitto o inserite nelle applique da parete per chi preferisce la luce soffusa. Qualora si voglia dare un tocco in più al corridoio, si possono scegliere delle piante da ingresso che oltre a decorare rendono l’ambiente più vitale e piacevole. L’unico vincolo è rappresentato dalla selezione quasi obbligata di piante che resistano in ambiente chiuso e poco illuminato e per questo sono indicate quelle grasse e quelle sempreverdi. La scelta ottimale è quella di collocarle negli angoli del corridoio così da non ostacolare il libero fluire degli occupanti di casa. Un’ultima idea, diversa dalle prime due sopracitate, è quella di ricavare dal corridoio largo, un vano destinato a ripostiglio che accolga al suo interno scaffalature e mobili per contenere abiti ed oggetti personali. In questo modo tutto resterà in ordine e a portata di mano.

È meglio la loggia o il balcone?

Occorre fare una distinzione tra logga e balcone, poiché troppo spesso vengono confusi nonostante vi siano delle differenze sostanziali tra i due elementi. Infatti, mentre la prima costituisce, fin dall’epoca medievale, prolungamento degli ambienti interni, il balcone rappresenta uno spazio più ridotto che sporge dal muro di facciata. La loggia, limitata su tre lati e su quattro qualora sia angolare, è considerata un’area completamente integrata agli ambienti domestici che grazie alla sua ampiezza può essere sfruttata per svariati utilizzi. Spesso infatti, vista come contiuum tra interno ed esterno, diventa proseguimento di cucine o sale da pranzo, e vi si inseriscono tavoli e sedute utili per il pranzo. Trattandosi di un elemento simile ad una nicchia incassata nel muro, visualizzando la facciata esterna, ne risulta parte integrante. Il balcone invece, è rappresentato da una superficie contenuta ed aggettante rispetto al muro, con tre lati aperti verso l’esterno. La capacità di carico contenuta e la profondità esigua ne limitano le potenzialità e per questo viene poco sfruttato. Tuttavia, è possibile rendere il balcone più vivibile, in quanto lo stesso permette di restituire la sensazione di trovarsi in uno spazio aperto, soprattutto quando si parla di terrazzi dalle dimensioni un po’ più generose. Il primo contributo viene dato dalle piante che se scelte in base alla stagione, rendono lo spazio più pregevole e vivibile; in caso di balconi stretti e lunghi occorrerà inserire delle balconette e delle fioriere da parete, così da non occupare spazio prezioso sul piano di calpestio. Per sfruttare ancor meglio il balcone, saranno indispensabili un tavolino da caffè con le sedute necessarie e delle lanterne e candele per fruirne anche nelle sere d’estate. A seconda del gusto personale e delle necessità, vi sono utenti che preferiscono la loggia al balcone e viceversa, tuttavia entrambe le soluzioni presentano vantaggi e svantaggi. La prima infatti, assicura spazi più ampi e sfruttabili come una vera e propria stanza interna ma garantisce meno luce e aria fresca. Il balcone invece, è meno vivibile ma assicura un fluido raccordo con l’esterno apprezzabile soprattutto in caso di panorami pregevoli e fornisce molta luce naturale. L’unico svantaggio è che la stanza dotata di affaccio sul balcone risulta un po’ più fredda rispetto alle altre, durante la stagione invernale, problema comunque risolvibile grazie ai serramenti moderni provvisti di doppi vetri isolanti. In ogni caso, che si goda dell’una o dell’altra soluzione, ciò che importa è adattare questi spazi semiaperti alle proprie necessità per fruirne al meglio.

È preferibile la ringhiera o il parapetto in muratura?

Gli edifici di civile abitazione dotati di balcone o terrazzo, possono presentare parapetti in muratura o muniti di ringhiera. Si tratta di una parte costitutiva del fabbricato che non può essere cambiata in nessun caso poiché è vietato qualsiasi intervento che ne modifichi la facciata. Tuttavia, nel momento in cui si ha la necessità di acquistare casa è importante tenere presente questo elemento e scegliere l’immobile anche in base alla tipologia di parapetto che possiede. Premesso che entrambe presentano dei pro e dei contro, dal punto di vista della sicurezza, tutti gli elementi di protezione sono regolati dalla specifica normativa regionale secondo cui l’altezza ottimale stabilita per ogni parapetto, corrisponde a 1,10 mt ed assicura la salvaguardia degli utenti. La tipologia con ringhiera permette all’aria esterna di fluire maggiormente sul balcone e verso gli ambienti interni grazie alla struttura più permeabile, solitamente costituita da sbarre distribuite lungo il perimetro del piano di calpestio. La distanza tra una barra e l’altra deve garantire sicurezza e per questo non deve essere attraversabile da una sfera di 10 cm di diametro. Nella maggior parte dei casi, le ringhiere sono costituite da ferro battuto che viene forgiato a caldo e modellato con forme differenti a seconda dello stile dell’intero immobile. Si tratta di un materiale robusto che se sottoposto a zincatura è in grado di resistere per moltissimi anni. Inoltre, la manutenzione risulta essere più semplice rispetto a quella dei parapetti in muratura, grazie alla struttura che può essere montata e smontata a seconda dell’esigenza. L’aspetto meno vantaggioso di questa tipologia è la restrizione della privacy, poiché si tratta di una struttura più permeabile che lascia intravedere gli ambienti interni. Per ovviare a tale inconveniente però, si possono collocare alla base piante e fiori o elementi decorativi che funzionino da barriera flessibile e schermo che assicura più riservatezza senza togliere l’aria. Il secondo tipo di parapetto è rappresentato dal muretto continuo in cemento o mattoni; si tratta di un elemento dal peso maggiore che viene intonacato in tinta con l’intera facciata. Questo tipo di parapetto è indicato per terrazzi dalle dimensioni più generose che vengono sfruttati per consumare pasti o prendere il sole poiché garantisce un maggiore livello di privacy rispetto all’esterno. Dal punto di vista della manutenzione, solitamente la gestione del lato esterno è affidata all’intero condominio mentre quella della parte interna può essere gestita dal proprietario di casa. Il muretto pieno va controllato e curato al fine di evitare la formazione di muffe antiestetiche e distacchi dell’intonaco causati dall’umidità. È possibile abbellire e decorare tale elemento tramite l’inserimento di fioriere e sfruttare il terrazzino con tappeti e cuscini per trascorrere il tempo libero in relax e comodità.

Le pareti rivestite in pietra: impiego e vantaggi

Da sempre uno dei materiali da costruzione più impiegato, la pietra oggi trova largo impiego negli ambienti domestici. Considerata ottimale per il suo potere isolante e le caratteristiche di resistenza e durevolezza nel tempo, si adatta bene ad ambienti dallo stile diversificato. Qualora si tratti di spazi come cucina e soggiorno, è preferibile inserire tale materiale su un’unica parete, poiché è in grado di restituire un’estetica imponente e dalla forte personalità. Se si vuole fare uso della pietra in bagno invece, la stessa può essere prevista nella totalità delle pareti purché sia applicata in pannelli costituiti da listelli omogenei che restituiscono un aspetto più “leggero”. Per quanto riguarda invece, i singoli pezzi di pietra dalla forma originale, essi possono avere uno spessore dai 2 cm ai 5 cm ed essere posati secondo due modalità: “a posa incerta” lasciata al caso e “a corso” secondo una distribuzione prefissata e più regolare. La pietra può essere lavorata al fine di restituire rese estetiche molto diverse: livellata per essere elegante e perfetta in ambienti moderni o lasciata naturale e più ruvida per case dallo stile più rustico. Inoltre, è possibile ricorrere ai pannelli in pietra che prevedono una lavorazione particolare dalla quale ne risulta una parete costituita da pezzi tutti uguali, dalla forma regolare. Tali soluzioni garantiscono impermeabilità ed una semplice manutenzione che prevede una pulizia facile e rapida. La tipologia di pietra che costituisce le pareti può essere scelta a seconda della necessità: l’ardesia e il basalto sono molto impiegate in bagni e cucine per essere impermeabili ed eleganti, la pietra arenaria è scelta per la sua resistenza ed il colore chiaro e neutro in grado di schiarire tutti gli ambienti. Altre varietà utilizzate sono la pietra di Luserna dall’aspetto moderno, il porfido più rustico, il travertino che si distingue per la sua alta resistenza agli agenti corrosivi e le sue finiture pregevoli. La pietra, a differenza di altri materiali, è in grado di adattarsi ad ambienti dagli stili differenziati, infatti se abbinata al legno restituisce un aspetto classico e vernacolare, invece per un risultato più moderno sarà perfetta accostata ad arredi lucidi e dal design contemporaneo. Sono molteplici gli ulteriori vantaggi: la pietra rinfresca gli ambienti migliorandone il comfort termico, è resistente e duratura nel tempo, è idrorepellente e per questo largamente utilizzata per bagni e cucine. Le pareti in pietra possono essere sfruttate anche come divisorio tra due stanze differenti per contribuire a dare personalità agli ambienti domestici o in corridoio per aggiungere un tocco in più ed essere notata dagli ospiti di casa.

Stile rustico o moderno?

Quando si arreda casa solitamente si scelgono mobili, complementi e finiture, secondo il gusto personale e lo stile che vestirà tutti gli ambienti interni. Il risultato che ne consegue è specchio della personalità di chi abita gli spazi domestici. A seconda del gusto, tra i molti stili si distinguono quello rustico e quello moderno, che possono essere considerati l’uno l’opposto dell’altro. Per quanto riguarda il primo, è considerato lo stile perfetto per coloro che amano i rimandi al passato e l’atmosfera accogliente e familiare. La tendenza dal punto di vista architettonico è quella di lasciare travature e mattoni a vista e preferire superfici grezze, meglio se segnate dal tempo. I materiali utilizzati provengono direttamente dalla natura: legno, pietra e mattoni per pareti e pavimenti, cotone, lino e lane per i complementi tessili. I colori più adatti sono quelli delle terre, i toni pastello e il bianco che grazie alla sua luminosità e pulizia, è in grado di smorzare l’effetto di pesantezza che può essere provocato dall’arredo in legno massello. Proprio per questo motivo, è consigliato non appesantire di mobili le stanze, onde evitare il tipico “effetto bazar”, ma calibrare arredi e complementi mixandoli, per un risultato accogliente ma elegante. Un ulteriore contributo per rendere l’ambiente più vitale, è rappresentato dall’inserimento di piante da interni e fiori, in grado di dare un tocco di colore e natura alla casa. Per chi ama i pezzi di antiquariato il consiglio è quello di curiosare nei mercatini dell’usato: un bel tavolo antico con sedie abbinate, una credenza provvista di vetri per mostrare i servizi di tazze e bicchieri, una vecchia bilancia retrò rivisitata e utensili di un tempo lasciati a vista. Se ogni scelta viene studiata attentamente, l’insieme risulterà eclettico ed armonioso. Nella zona notte non mancheranno i tessili dalle trame naturali e dai colori caldi: tende e tappeti andranno scelti con cura abbinandoli al letto padronale e all’armadio, entrambi in legno. Infine, in bagno non potranno mancare rubinetterie in ottone e cementine antiche per essere in linea con il resto della casa. Completamente all’opposto, le scelte moderne non prevedono richiami ancestrali ma solo arredi e finiture al passo con i tempi. La prima peculiarità delle abitazioni in stile moderno è data dalla flessibilità degli spazi e dalla multifunzionalità dei mobili: una delle soluzioni più diffuse infatti, è caratterizzata dall’open space che coniuga in un ambiente unico, cucina e soggiorno garantendo fluidità funzionale, luminosità e comfort. Anche nel caso in cui gli spazi siano più esigui, il progetto viene studiato sfruttando ogni centimetro a disposizione: il mercato odierno offre arredi in grado di trasformarsi a seconda dell’esigenza mutevole. Divani che diventano letti, piani di lavoro estraibili dal muro solo quando necessari, tavoli estensibili in caso di cene con amici. Alla base di ogni scelta, per seguire lo stile moderno, si pongono i principi dell’essenzialità delle forme, della ricercatezza di finiture e materiali e della funzionalità razionale. Colori neutri, linee geometriche, forme squadrate ed assenza di decori inutili. Nonostante tali principi vigano sempre, è importante puntualizzare come questo stile non sia univoco ma sfumi in molteplici tendenze. Infatti, c’è chi predilige l’eleganza delle forme e le soluzioni più classiche o chi, attratto dallo stile nordico, non può fare a meno del minimalismo puro, scegliendo come unico colore il bianco ed eliminando qualsiasi elemento che dia movimento agli ambienti, in favore dell’ordine asettico. Per gli amanti del contrasto, è possibile seguire il filone moderno post-industrial dove prevalgono i materiali grezzi come i mattoni a vista e il cemento e i complementi d’arredo in metallo, in grado di restituire un insieme calibrato e raffinato. Funzionale ed essenziale, lo stile moderno trasmette la sensazione di pulizia, luce e sobrietà. Non c’è una regola che induca a preferire le soluzioni rustiche o quelle più contemporanee, ciò che importa è scegliere uno stile in maniera coerente per tutti gli ambienti e mantenere gli spazi di casa a misura delle proprie esigenze.

Come arredare la tavernetta?

Considerata un vero e proprio valore aggiunto, la tavernetta solitamente si trova nel piano interrato delle case indipendenti ed è raggiungibile tramite scale interne. A seconda della disponibilità spaziale, può essere destinata ad uno o più usi ma l’importante è renderla il più possibile accogliente e confortevole. Il più delle volte, trattandosi di un ambiente povero di aperture verso l’esterno, gode di una scarsa illuminazione naturale. Tale problema può essere risolto attraverso il progetto illuminotecnico artificiale che dev’essere finalizzato a rendere fruibili e più luminosi i locali sia durante il giorno che nelle ore serali. Per questo motivo sono indicati i lampadari centrali abbinati a lampade da terra sistemate agli angoli della tavernetta, o anche i suggestivi filamenti di lucine che garantiscono un’atmosfera calda ed accogliente. Al fine di rischiarare l’ambiente che risulta un po’ cupo sono inoltre da preferire le tinte chiare applicate sia alle pareti che ai complementi d’arredo. Per quanto riguarda la destinazione d’uso, essendo uno spazio molto versatile, può essere sfruttato come area relax, camera degli hobby, sala per feste e serate in compagnia, piccolo cinema o semplicemente come cantina e ripostiglio. Infatti, la temperatura più bassa permette di conservare in modo ottimale alimenti e vini. Per prima cosa occorre analizzare la metratura che si ha a disposizione ed in base a quella capire se sia possibile suddividere la taverna in più funzioni o destinarle un unico uso. Nel primo caso, un’idea può essere quella di svolgervi cene e feste tra amici, con l’inserimento di un tavolo estensibile accompagnato dalle sedute e un angolo cottura completo, necessario per la preparazione delle pietanze. Se le dimensioni lo consentono, per rendere tale ambiente più confortevole, è bene ricavare anche un piccolo bagno che risulterebbe molto comodo in caso di necessità. Un’idea alternativa per la taverna è quella di sfruttarla come stanza per hobby e passioni: ai creativi ed amanti dei lavoretti manuali basteranno un tavolo, una seduta ed una luce puntuale, per coloro che amano la musica o suonano, saranno perfetti un impianto stereo, gli strumenti musicali necessari ed un microfono per il karaoke in compagnia. E ancora, per i cinefili, questo spazio prezioso potrà essere convertito in una vera e propria sala cinema con tanto di poltrone e frigobar. Perché non pensare al seminterrato come ad una piccola palestra? Fresca d’estate, riparata in inverno, potrà accogliere attrezzi per l’attività fisica, stereo e specchi a tutta altezza per l’allenamento musicale, così non ci saranno più scuse per mantenersi in forma! Qualora in casa non si abbia abbastanza spazio o non si voglia sovraccaricare gli ambienti con dispense e mobili contenitore, la taverna potrà funzionare semplicemente da ripostiglio. In questo modo, gli ambienti domestici rimarranno in ordine e questi spazi saranno destinati ad accogliere abiti dismessi, oggetti ed effetti personali che così saranno facilmente reperibili al momento del bisogno. Dal punto di vista delle scelte stilistiche e dell’aspetto estetico, per lo scenario collettivo la taverna è rustica. Pavimenti in cotto o in pietra, utensili antichi appesi alle pareti, divani in pelle e mobili in legno, tutto accompagnato da suppellettili in ferro battuto e terracotta. Talvolta, la presenza di un caminetto accentua l’atmosfera rurale e garantisce una resa calda ed accogliente. Tuttavia, non è sempre così: per coloro che preferiscono le linee più pulite e moderne la faranno da padrone i colori chiari, l’essenzialità nell’arredo e gli spazi fluidi e privi di suddivisioni materiali. In conclusione, quello che fino a poco tempo fa era considerato un ambiente trascurabile e di poca importanza, oggi viene apprezzato e ritenuto un valore aggiunto per la casa.

Come organizzare la sala hobby in taverna?

Per chi possiede una passione particolare ed è desideroso di dedicare ad essa uno spazio di casa dove rilassarsi e dare libero sfogo alla propria creatività, sarà perfetta la tavernetta. L’importante è organizzare al meglio gli spazi, ottimizzandone le potenzialità e qualora gli interessi siano molteplici, occorre soddisfare le esigenze di tutti gli occupanti della casa. Chi ha l’hobby della musica deve mantenere gli spazi liberi e non appesantirli con tappeti e mobili che andrebbero a compromettere i parametri acustici necessari a questo scopo. La scelta ottimale è quella di optare per arredi mobili che possano essere spostati a seconda dell’esigenza come sgabelli e tavoli con ruote. Nel caso in cui si suoni uno strumento musicale dalle dimensioni generose, come un pianoforte o un’arpa, tale oggetto potrà costituire il perno attorno al quale organizzare gli arredi e i complementi di tutto l’ambiente. Infine, occorre considerare la presenza di attacchi elettrici, indispensabili per impianti audio, mixer e chitarre moderne. Un’altra passione legata alla musica è il ballo: perché non trasformare la propria tavernetta in un vero e proprio club dove invitare gli amici e trascorrere divertenti serate? In tal caso, andrà data molta attenzione all’impianto hi-fi e agli spazi che dovranno essere sgombri da mobili e tappeti, al fine di garantire libertà di movimento durante le danze. Per coloro che amano l’arte e la pittura, la taverna sarà perfetta per poter dare sfogo alla creatività: cavalletto e tela, un
mobiletto con scomparti per organizzare pennelli e colori, un piccolo lavabo per lavarsi dopo l’attività e il gioco è fatto. Nonostante l’ambiente non goda della luce naturale, sarà possibile dotarlo di lampade puntuali in grado di rischiarare le zone di lavoro. Chi ama i lavori manuali e il fai da te invece, avrà bisogno di un piano di lavoro dalle dimensioni generose per poter appoggiare tutti gli strumenti utili. In questi casi sono necessarie scatole o cassetti divisi in scomparti per poter organizzare al meglio i differenti materiali e una macchina da cucire per le amanti del cucito. Queste ultime, differentemente da quelle del passato, occupano spazi esigui e talvolta sono richiudibili così da poter essere conservate in appositi armadi. Ma la tavernetta può incontrare anche la passione per il fitness: infatti, con il crescente interesse per lo sport e il benessere, non sarà difficile trovare ambienti di questo tipo convertiti in piccole palestre domestiche. Attrezzi per allenarsi, tappetini per lo yoga e cuscini per la meditazione dovranno trovare posto in maniera ordinata. Se gli spazi vengono sfruttati a misura dei bisogni di tutti gli abitanti, il risultato sarà sicuramente soddisfacente e si potrà vantare un impagabile plus valore all’interno della propria casa.

Come organizzare la palestra in casa?

È sempre più diffusa la necessità di possedere in casa uno spazio interamente dedicato al fitness, che sia funzionale e risponda alle necessità più esigenti. A seconda della disponibilità spaziale, è possibile destinare alla palestra una stanza intera o anche solo un angolo di casa all’interno di un ambiente specifico. Nel primo caso, non essendoci grossi problemi legati alle metrature, si potranno inserire anche gli attrezzi più ingombranti come cyclette e tapis roulant, accompagnati da quelli dalle dimensioni contenute come mini stepper e pesetti. Quello che occorre tenere sempre a mente è come posizionare tali strumenti: lo spazio tra l’uno e l’altro dovrà essere generoso e garantire il libero movimento di gambe e braccia distese e sarà preferibile collocare ogni attrezzo lungo il perimetro dell’ambiente così da favorire il fluido passaggio. La stanza inoltre, deve possedere un’altezza minima utile pari a 2,5 metri e almeno un’apertura per assicurare il frequente ricambio dell’aria interna. Al termine dell’allenamento poi, sarà bene possedere un arredo per riporre strumenti, tappetini ed elastici così da mantenere sempre la stanza in ordine. Oggi in commercio, si trovano anche le cosiddette “stazioni multifunzione”, macchinari compatti che inglobano al loro interno più attrezzi necessari ad eseguire un allenamento completo: panca flessibile, bilanciere, manubri. Tali soluzioni si differenziano per i due tipi di allenamento che offrono: a corpo libero e bodybuilding.
Dal punto di vista delle finiture, per l’ambiente sono preferibili colori che trasmettano la sensazione di equilibrio e pulizia: il verde, il bianco, l’acqua. Per il pavimento invece, andrebbero scelti materiali non troppo pregiati ed antitrauma, ma se si vuole mantenere coerenza con il resto della casa, ad esempio con un caldo parquet, occorre ricordare sempre di attutire il peso degli attrezzi più ingombranti tramite tappetini e superfici gommate posizionate tra il pavimento e i macchinari.  Qualora invece, lo spazio fosse limitato, si può ricavare un angolo fitness all’interno di un ambiente destinato già ad altro uso. In questo caso, è importante tenere a mente che quest’area non deve in nessun modo inserirsi in maniera invasiva nella stanza ma essere camuffata il più possibile al fine di evitare dissonanze stilistiche e funzionali. L’area di casa ottimale a tale scopo risulta essere la zona notte poiché non è frequentata dagli ospiti e permette di eseguire gli esercizi la mattina appena svegli e la sera prima di andare a dormire. Al fine di mantenere ordine e non compromettere l’equilibrio dell’ambiente, una volta utilizzati, gli strumenti fitness dalle dimensioni ridotte, possono essere riposti comodamente in una cassapanca antica o in un pouf contenitore. Qualora invece, non si possa fare a meno di cyclette e tapis roulant, in commercio esistono le versioni pieghevoli e salva-spazio: una volta utilizzati possono essere chiusi e riposti in spazi residuali come quello tra armadio e muro in fondo alla stanza o sotto il letto. Quando lo spazio è poco non è quindi impossibile ricreare un angolo per lo sport, basta studiare e massimizzare la superficie organizzando al meglio le componenti e rendendo l’insieme confortevole e piacevole alla vista. Infine, per quanto riguarda l’aspetto illuminotecnico, è molto importante garantire un livello di luce naturale ottimale, grazie all’apertura di finestre e tende, ma qualora l’allenamento si svolga nelle ore serali, sarà necessario il corretto posizionamento di apparecchi. Luce soffusa se si pratica yoga, luce diffusa se si svolgono allenamenti più energici: l’obiettivo è sempre quello di assicurare un adeguato comfort visivo indispensabile durante l’esercizio fisico.  

Comfort termico domestico durante la stagione estiva

Ogni anno, con l’arrivo dell’estate ci si pone sempre lo stesso quesito: come rendere gli ambienti domestici confortevoli dal punto di vista climatico? Si tratta di un problema che riguarda soprattutto gli edifici di costruzione meno recente, poiché oggi il progetto delle nuove abitazioni è sempre più attento al corretto isolamento dell’edificio e all’adeguata schermatura rispetto alla radiazione solare diretta, soprattutto nel caso di aperture con affaccio a sud. La situazione è molto diversa per l’ambiente costruito preesistente, poiché in passato la sensibilità progettuale in termini ambientali è stata scarsa. Per questo motivo, occorre non farsi trovare impreparati e contrastare le temperature estive, talvolta torride, negli spazi di casa. Premesso che il microclima che si crea all’interno di un’abitazione è influenzato da numerosi fattori di carattere fisico, organico ed esterno, è possibile migliorare le condizioni prestando attenzione ad alcuni elementi. Il primo consiglio è quello di arieggiare gli ambienti preferibilmente nelle ore notturne, durante le quali solitamente le temperature calano. Al contrario, nel corso della giornata è meglio tenere le finestre chiuse e le serrande abbassate, per impedire all’aria calda di entrare in casa. In caso di caldo eccessivo potrà essere utilizzato un ventilatore che permette all’aria di circolare più velocemente nell’ambiente. Tuttavia, nonostante questi siano considerati i rimedi più salutari per combattere l’afa, è crescente l’utilizzo dei climatizzatori negli spazi domestici, considerati spesso causa di malessere psico-fisico. Infatti, se non vengono utilizzati con criterio, si incorre in un eccessivo sbalzo di temperatura tra gli ambienti interni e quelli esterni e a risentirne è il corpo umano. Fortunatamente, i nuovi strumenti atti a raffrescare gli ambienti chiusi, garantiscono un uso facilitato per l’utente che tuttavia, non deve impostare il condizionatore secondo la modalità di massimo raffrescamento. È consigliabile piuttosto, azionare il climatizzatore in anticipo rispetto al suo utilizzo vero e proprio, in modo che gli ambienti subiscano un graduale raffreddamento. Inoltre, occorre utilizzare il sistema di deumidificazione integrato, cosicché l’aria emessa sia fresca ma priva di umidità, quest’ultima, dannosa per la salute. Il valore ottimale della temperatura negli ambienti domestici, da tenere in considerazione durante l’estate, è pari ai 25°C anche se ogni soggetto percepisce il clima in modo diverso avvertendo un senso di benessere variabile. Dal punto di vista della manutenzione, i filtri dei condizionatori devono essere sostituiti frequentemente onde evitare la formazione e la diffusione di batteri e virus nocivi per la salute dell’uomo. In conclusione, gli impianti di climatizzazione vanno utilizzati in modo intelligente, ottimizzandone le prestazioni e cercando di risparmiare in termini economici ed energetici, ma soprattutto devono essere adottati qualora le alternative di cui abbiamo parlato, non diano benefici sufficienti al comfort di chi vive la casa.
 

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