I tubi che normalmente passano nei pavimenti radianti possono correre anche sul soffitto, rendendo più facili numerosi interventi di restauro e risparmio energetico negli edifici residenziali esistenti.
Si tratta di una tecnologia piuttosto recente le cui applicazioni hanno più spesso riguardato capannoni industriali, o locali con altezze importanti, ma si potrebbe applicare anche in ambito residenziale, soprattutto sull'edilizia esistente dove gli spessori dei solai e la laboriosità del processo non sempre consentono l'installazione di un sistema radiante a pavimento.
Controsoffitto radiante fonoassorbente in cartongesso - fonte: Hatek
I vantaggi promessi dal soffitto radiante sono simili a quelli del pavimento radiante.
Il primo è la bassa temperatura d'esercizio ed è soprattutto da questo che può derivare un cospicuo risparmio energetico. Sono entrambi sistemi che lavorano intorno ai 30°C, rispetto ai circa 60°C di normali radiatori.
Ammettiamo di dover portare l'acqua da 0 a 30° C, sappiamo che il calore necessario non è la metà di quello che servirebbe per arrivare fino a 60°C, bensì molto meno.
In un'ottica di risparmio energetico, sostituire una vecchia caldaia con una più performante è certamente una buona idea, ma farla lavorare meno della metà, cioè aver bisogno di minori prestazioni, magari di una caldaia più piccola e meno costosa, è decisamente un'idea ottima.
Sappiamo anche che in una stanza l'aria calda tende a salire, questo potrebbe far pensare che un sistema radiante a soffitto scaldi poco l'ambiente sottostante e alla fine finisca per scaldare di più l'inquilino del piano di sopra.
Ovviamente non può essere così.
Infatti una differenza da non sottovalutare tra sistemi radianti a pavimento e a soffitto è che nel primo caso i tubi sono annegati nella soletta del solaio, mentre nel secondo possono essere sospesi.
Le tipologie più interessanti e che andiamo a prendere in considerazione, i tubi non sono a contatto con il soffitto e sono anche separati da esso da un pannello in materiale isolante posto tra i tubi e l'intradosso del solaio.
Il contatto avviene tra i tubi della serpentina sospesa e gli elementi che la reggono, ad esempio delle doghe metalliche appese al soffitto, o a una struttura di sostegno. Le doghe riscaldano gli eventuali pannelli di finitura a vista che di fatto irraggiano.
Un soffitto radiante funziona soprattutto per irraggiamento, più di quanto faccia un pavimento.
Anche il pavimento radiante funziona per irraggiamento (circa per il 50%), ma per quanto poco ha comunque una componente di conduzione (i tubicini riscaldano massetto e piastrelle) e una di convezione piuttosto importante (l'aria a contatto con le piastrelle che si riscalda e tende a salire).
Il calore trasmesso dalla radiazione infrarossa attraversa l'aria e riscalda i corpi (esseri umani, mobili, etc.), ma non l’aria, quindi se il sistema è posto a uno o a tre metri sopra le nostre teste, fa poca differenza. Inoltre per ottenere una stessa sensazione di benessere per l’uomo, la temperatura dell'aria indoor (quella che rilevano i termometri ambientali) può rimanere più bassa, normalmente di un paio di gradi, rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali con termosifoni, e ancor di più nel caso di termoventilconvettori. Riducendosi lievemente la differenza di temperatura tra interno e esterno, anche la formazione di condensa e muffa è meno probabile.
Bisogna aggiungere che con l’irraggiamento dall’alto l'aria "gira" meno rispetto a quello dal basso, così si trova meno polvere in giro e anche il fastidioso gonfiore ai piedi delle persone meno sedentarie non dovrebbe farsi più sentire.
Questi due fattori fanno sì che il sistema si apprezzi particolarmente in alcuni ambiti produttivi legati ad esempio alle lavorazioni alimentari, o alle analisi di laboratorio, insomma in tutti quei casi in cui lavoratori spesso in piedi operano in ambienti nei quali igiene e pulizia sono elementi dai quali non si può prescindere.
Circolazione dell’aria in inverno con sistema radiante a pavimento e a soffitto - fonte: TopHaus