cover: IZM, Dornbirn da woodskyscrapers.org
A che punto siamo in Italia con gli edifici in legno? Quanto possiamo fare nostro lo slancio innovatore di Michael Green?
Può darsi che un paese a crescita demografica quasi nulla come l’Italia non sarà in cima alla classifica dei paesi con il forte tasso di urbanizzazione previsto da Green nei prossimi 20 anni, e magari neanche il tasso di urbanizzazione sarà così disastroso. Probabilmente saranno Cina, India, Brasile a fare la parte del leone.
Sebbene la tempesta Vaia abbattutasi sulle Dolomiti nel 2018 abbia fornito una certa eccedenza di materiale, di certo l’Italia non vanta le foreste del Canada e non è nemmeno famosa per la sua quantità di grattacieli, che raramente sono adibiti ad uso prettamente residenziale. Ciò non toglie che saremo comunque investiti da queste dinamiche di ampio respiro.
Anche se non è questa la sede per trattare argomenti tecnico-normativi, va considerato che l’adozione del
legno a fini strutturali nel nostro paese è piuttosto recente. È passato circa un decennio dalle norme tecniche del 2008 che per prime pongono anche questa freccia nella faretra del progettista che voglia pensare a strutture abitative complesse senza avvalersi di soluzioni convenzionali.
Tali norme che permettono di
realizzare edifici complessi in legno, derivano da vari fattori, tra i quali una spinta sempre più cosciente verso la
bioarchitettura e la necessità di
contenimento energetico, ma anche dalle necessità pratiche legate ai terremoti dell’Aquila e del Molise che imponevano di realizzare velocemente
edifici sicuri dal punto di vista sismico.
È in questo contesto che negli ultimi 10 anni si ha una grossa spinta all’utilizzo dell’XLAM (o CLT) per gli edifici residenziali in legno.
Si tratta anche in questo caso di
strutture lignee a pannelli , cioè elementi pieni, che possono “familiarizzare” con la nostra tradizione costruttiva fatta di muri di mattoni. Assimilare l’adozione dei sistemi costruttivi a telaio ligneo tipici del mondo anglosassone non sarebbe altrettanto facile.
Al momento non ci siamo ancora spinti in alto, non certo quanto Michael Green suggeriva nel 2017, ma almeno stiamo procedendo a sciogliere l’equazione “casa di legno - uguale - baita di montagna”.
La ricostruzione per l’Aquila prevedeva tempi di realizzazione rapidi e questo ha spinto verso l’utilizzo di
strutture in legno con le quali si sono realizzati
edifici residenziali fino a quattro piani e un albergo di sette, l’
Alexander Residence di Roccaraso , concluso nel 2012.
Il “Rapporto Case ed Edifici in legno” del 2019 segnala un incremento del settore del 2,3% ed evidenzia la crescita di questo comparto industriale soprattutto in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, con una promettente espansione verso Toscana, Lazio e Marche.

Uno dei segnali più confortanti anche in termini di export, arriva dalla
XLAM Dolomiti di Castelnuovo (TN) che negli ultimi anni ha messo in opera i suoi pannelli anche in un
edificio in legno a 5 piani nel Campus Universitario di Melbourne, oltre alle tante realizzazioni in Italia.
Sfogliando il suo catalogo è interessante vedere come le brevi schede di ogni realizzazione riportino le
tonnellate di CO2 risparmiate e di quanto questo materiale si presti, soprattutto in virtù della sua leggerezza, alle soprelevazioni.
Nel nostro piccolo, anche volando basso, stiamo procedendo verso un maggior utilizzo di
soluzioni strutturali in legno per l’edilizia, senza distinzioni nette sia per quanto riguarda la tipologia, che la destinazione d’uso. Considerando tutti i vantaggi che il legno ci può portare e il livello tecnologico-costruttivo ormai raggiunto, risulta difficile non volerne incentivare lo sviluppo.
FONTI
TED Ideas worth spreading - Michael Green | TED 2013 |
Why we should build wooden skycrapers
Edifici multipiano in legno a pannelli portanti in XLAM | Agostino Presutti, Pierluigi Evangelista | 2014 Dario Flaccovio Editore
Catalogo
XLAM DOLOMITI construction 2019 |
Building with Timber
Le importanti perfomance di Xlam Dolomiti in Italia e nel mondo |
impresedilinews.it