"Questa costruzione, come l'altra mia a Caracas, la villa di Bianca Arreaza, è un gioco di spazi, superfici e volumi che si offrono con aspetti diversi a chi vi penetra: è una 'machina', o se volete una scultura astratta in scala enorme, non da guardare dal di fuori, ma da guardare dal di dentro, penetrandovi e percorrendola: fatta per essere osservata girando continuamente l'occhio. Ma non solo per l'occhio questa costruzione è fatta; è fatta anche per la vita di chi la abita; ha assecondato con attenta comprensione ciò che è stato richiesto, e ne ha ricevuto infine quella che è poi la lode più vera per l'architetto: l'affermazione che si è riusciti a ciò ch'era desiderato, ciò che era chiesto per la vita di chi abita".
Gio Ponti
Fonte: www.domusweb.it
Pubblicato in origine su Domus 375/febbraio 1961
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