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Azienda Agricola Icario

Studio Valle - un’architettura introspettiva

Studio Valle - AZIENDA AGRICOLA ICARIO, un’architettura introspettiva

Tra le colline, i colori, la luce che compongono l’atmosfera suggestiva della Val d’Orcia, il progetto dell’Azienda Agricola Icario si estende su una superficie di 3.390 mq. Realizzato dallo Studio Valle Progettazione, l’intervento si configura quale connubio tra rispondenza ai principi di funzionalità, innovazione, minimizzazione dell’impatto ambientale, forte immagine architettonica.
La specificità del contesto naturalistico e di approccio all’attività produttiva da parte della committenza, al tempo stesso radicata nella solidità della tradizione toscana e aperta all’evoluzione del mercato, suggerisce un approccio formale incentrato sul connubio modernità – tradizione che si traduce, in primo luogo, nella soluzione tipologica di accostamento di spazi tradizionali (uffici, locali per invecchiamento, fermentazione, vinificazione imbottigliamento, magazzini, sale per degustazioni) e non (ambienti destinati all’esposizione al pubblico, sale di rappresentanza). 

Il progetto appare contraddistinto dall’impiego diffuso di un involucro materico: trasparenza e leggerezza, connotati inconfondibili della produzione architettonica di Studio Valle che a partire dagli anni ’70 aveva perseguito una ricerca volta al rovesciamento della poetica della massa, si sostituiscono a opacità e gravità al fine di garantire un’integrazione ottimale al contesto. Ciò nonostante, i criteri di indagine spaziale appaiono conformi al linguaggio più recente dei progettisti che non rinunciano all’analisi non convenzionale del rapporto spazio-struttura. 
Se il manufatto si contestualizza attraverso la scelta del materiale lapideo quale mezzo in grado di suggerire l’immagine di un’architettura non invasiva, tuttavia il progetto appare innovativo nella rispondenza alle specifiche esigenze funzionali e nel formulare un connubio sapiente tra involucro e contenuto.
La concessione alla tradizione locale, internamente, cede il passo ad una spazialità disegnata dalla geometria delle travi reticolari. 
Le trasparenze visuali non si moltiplicano in sequenze progressive verso il paesaggio: l’assenza di aperture che lacerino il rivestimento di facciata in pietra locale, eccezion fatta per i percorsi vitrei di collegamento che consentono visuali localizzate pluridirezionali, altera l’equilibrio visivo dell’ interno. Tuttavia, l’ “involuzione” concettuale del paramento murario, limite materico che impedisce alla spazialità interna di “esplodere”, moltiplicandosi verso l’esterno, non si traduce in una concezione spaziale claustrofobica: l’interno collassa, implodendo su se stesso. La permeabilità visuale non avviene esclusivamente lungo la direttrice orizzontale bensì anche verticale: il connettivo centrale appare separato dal reparto fermentazione e vinificazione da un sistema di vetrate a tutta altezza, inoltre, insolite trasparenze su solai di copertura e intermedi, consentono l’accesso della luce zenitale e svelano scorci prospettici interni che dalla sala di 

rappresentanza si rincorrono nella sala tonneaux delineando il profilo di un’architettura che, rinunciando a guardare oltre il suo involucro, volge il suo sguardo verso l’interno; un’architettura introspettiva. 
Il progetto, appare conforme alle più moderne teorie in campo enologico: l’orografia del suolo consente di perseguire un processo di vinificazione “a caduta”, tecnica che, avvalendosi semplicemente della gravità, permette un trattamento particolarmente soffice delle uve, la cui buccia resta integra favorendo l’estrazione delle sostanze in essa contenute, principali responsabili della qualità dei vini.
Gli spazi parzialmente o totalmente interrati, rispondenti a specifici requisiti termo-igrometrici, appaiono, quindi, congrui al processo di vinificazione e invecchiamento. 

Il progetto architettonico nasce dalla scomposizione di un elemento unitario lapideo in quattro volumi diversamente adagiati al suolo, i cui inter-spazi divengono nastri luminosi che si concludono in quattro appendici, prismi trasparenti inizialmente concepiti come spazi in cui alloggiare sculture raffiguranti i quattro elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco, emblemi dell’ invisibile radicamento al contesto naturalistico di appartenenza. I quattro volumi emergenti con l’austerità e semplicità della loro geometria, richiamano e reinterpretano la tipologia della costruzione rurale toscana.

Il complesso si sviluppa su tre livelli; il sistema di rampe, scale, ballatoi, terrazzamenti, oltre ad assolvere la funzione di collegamento tra le diverse parti del complesso, scandisce la sequenza spazio-temporale del processo di vinificazione costituendo un vero e proprio itinerario vinicolo. Il percorso centrale di collegamento, è costituito da lastre di vetro sostenute da carpenteria metallica in profili di acciaio muniti di appositi attacchi, in acciaio inox, per l’ancoraggio del vetro.

Il livello interrato, ospita un locale adibito all’invecchiamento in vetro, con liquido posto in bottiglie contenute in gabbioni di legno. L’accesso avviene direttamente dal piano superiore, attraverso un sistema di scale destinato al personale addetto e un montacarichi. 
Il piano terra, appare distribuito da un percorso, l’itinerario vinicolo, che ne ricalca la sequenzialità del processo: a sinistra, i locali adibiti a vendita diretta, sala degustazione, servizi igienici differenziati; a destra, due locali destinati ad uffici ed un magazzino bottiglie con accesso direttamente dall’ esterno. 
Proseguendo lungo l’itinerario, sulla sinistra sono ubicati il reparto fermentazione e vinificazione con annesso locale di servizi tecnici propri del vino, sulla destra il locale di affinamento da cui si accede al successivo reparto imbottigliamento collegato al piano superiore tramite scale e montacarichi, che ospita il magazzino cartoni e materiali di confezionamento. Il suddetto locale di imbottigliamento consente l’accesso al magazzino spedizioni, direttamente collegato con l’esterno. La parte terminale del percorso centrale, ospita il nucleo vero e proprio per l’invecchiamento in legno, con il locale tonneaux e il locale barriques.
Al primo livello si accede tramite una scala ubicata nella parte terminale dell’itinerario vinicolo. Detta scala, realizzata con struttura e parapetto in acciaio e gradini in legno. si affaccia sui locali di fermentazione, vinificazione e affinamento in inox, giungendo al museo del vino e delle tradizioni contadine. In prossimità del museo è ubicata una sala di rappresentanza multiuso, destinata alla presentazione dei vini, convegni, degustazioni, corsi di sommelier. Museo e sala di rappresentanza sono separati dalla cantina sottostante, su cui si apre una visuale inattesa, attraverso un etereo “velario” vitreo. La soluzione tecnologica adottata consente di stabilire un rapporto visuale tra spazi rappresentativi e spazi destinati al tradizionale ciclo produttivo del vino. La presenza della sala multiuso riveste un ruolo determinante ai fini dell’incremento di prestigio dell’intervento, di valorizzazione e promozione di iniziative turistiche e culturali.