Urbanistica green

Urbanistica green vuol dire ripensare al verde come infrastruttura urbana

Urbanistica green plan

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Categoria

Urbanistica

Pubblicato il

29 Giugno 2023

Urbanistica green vuol dire ripensare al verde come infrastruttura urbana, al paesaggio come visione strategica e alla riforestazione come intervento da riproporre nelle città.
La progettazione degli spazi aperti, per valorizzare e rendere più vivibili parti urbanizzate, marginali e di frangia del territorio costruito, presuppone di assicurarsi la rigenerazione urbana, attraverso parchi, infrastrutture verdi, ambiti naturali e sistemi agro-paesaggistici.

Il processo di rinnovamento delle aree di frangia delle città va inquadrato in strategie di sviluppo territoriali e urbanistiche in cui la progettazione del paesaggio parta dalle esigenze espresse da ogni luogo, accogliendo con propositività le sfide presenti in ambito sociale, culturale e ambientale.
Già nel Medioevo l’area extramoenia era, per Siena, specchio del governo della città, che si esprimeva nel Palazzo Pubblico con gli splendidi affreschi di Ambrogio Lorenzetti “Gli Effetti del Buongoverno in città e in campagna”. Il “buon governo” si era già distinto con un’opera mirabile che aveva portato a bonificare un terreno dove confluivano le acque piovane in quella che è l’attuale piazza del Campo, spazio utilizzato per i mercati, situato lungo le strade che portavano a Roma e Firenze.
La storia di Siena può a ben ragione dare indicazioni alla moderna urbanistica, in quanto nel “Costituto” della città, nel 1309, chi governava doveva avere come obiettivo “massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”.
Così come succedeva nel passato, quando la cura del proprio ambiente rifletteva una buona amministrazione, il volto delle città del futuro dovrebbe andare all’insegna della bellezza che si traduce in sostenibilità, armonia tra costruito e aree libere.

Per progettare e governare il territorio, gli strumenti utilizzati da molte città sono piani del verde urbano e periurbano o piani strategici territoriali in cui l’architetto del paesaggio si inserisce interpretando i bisogni della società in continua mutazione e si avvale di molte altre competenze disciplinari (pedologia, geologia, ingegneria naturalistica, dei trasporti, ecc.).
Viviamo in un periodo molto delicato in cui sono in trasformazione tutti i nostri codici consolidati, architettura come cultura e ambiente come natura, rappresentano tutto quello che ci circonda. Cultura e natura riproducono il continuo rapporto dialettico tra ambiente costruito e paesaggio, agricoltura e natura selvaggia. La mano dell’uomo, con l’Urbanistica Green, si inserisce per lenire le fratture create da un’insana gestione dell’ambiente in cui lo spazio urbano, periurbano e di campagna, è insensibile alla natura dei luoghi.

L’Urbanistica Verde ha la valenza ecologica per i piani strutturali e, in generale, per qualunque strumentazione urbanistico-edilizia ed è un modo virtuoso per instaurare la dialettica continua tra costruito e non costruito, tra natura e cultura, in modo che la mano dell’uomo sia impercettibile. Lavorando nella natura, interagendo con la pedologia, è possibile integrarsi nei territori degradati e cambiarli svolgendo una funzione di ingegneria naturalistica, favorendo la biodiversità.

L’Urbanistica Green non si occupa banalmente di disegno del verde, ma di rapporto tra costruito e non costruito, avendo una considerazione complessiva dello spazio pubblico con una nuova naturalità che attribuisce precedenza assoluta alla qualità ecologica e alla sostenibilità. Green economy e circular economy, coniugando innovazione, risparmio e uso efficiente delle risorse, offrono in maniera resiliente, resistenza all’uso dissennato delle risorse ambientali. Ed è così che Green City possono diventare sempre più smart, favorendo il risparmio e l’uso efficiente delle risorse, perseguendo l’obiettivo della mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.

Architetto Francesca Ferraro

La foto di copertina è di Mohit Kumar, vedila ingrandita qui

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