Ecoquartieri: piccoli ecosistemi cittadini

Sostenibilità ambientale, efficienza e autonomia energetica e qualità della vita.

Eco quartiere © Guallart Architects

Articolo di

Categoria

Urbanistica

Pubblicato il

01 Agosto 2023

Dal 1994, ovvero dalla sottoscrizione della Carta di Aalborg, la Carta delle Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile, si sono susseguite numerose sperimentazioni che hanno sempre di più definito i caratteri degli ecoquartieri contemporanei. Dalle prime sperimentazioni, ormai divenute esempi storici, di Vauban nella città di Friburgo e dei Bed Zed di Londra risalenti ai primi anni del duemila, ad oggi, è stato possibile definire quali sono i caratteri imprescindibili degli ecoquartieri.

Si definisce ecoquartiere quella parte di città eco sostenibile: progettata, cioè secondo i principi della sostenibilità ambientale, dell’efficienza e autonomia energetica, e della qualità della vita. Il principio alla base che guida il progettista è la riduzione dell’impatto ambientale: ogni elemento, ogni materiale e ogni processo, sono scelti in base al minor impatto, dalla fase di costruzione fino a quella di dismissione.

"Le Albere" a Trento - Progetto: Renzo Piano Building Workshop  - Foto di Alessandro Gadotti
“Le Albere” a Trento – Progetto: Renzo Piano Building Workshop – Foto di Alessandro Gadotti

Progettare un ecoquartiere implica di fatto un enorme investimento in termini di risorse economiche e risorse legate al team di progettisti impiegati. Difatti non si tratta solo di concepire un brano di città in senso tradizionale, ma di concepire un sistema altamente integrato fra costruito e contesto, sia naturale che antropico.

Affrontare il tema degli ecoquartieri spesso diviene una enorme sfida in cui l’urbanistica, l’ecologia, l’ingegneria, la sociologia, ecc, trovano soluzioni condivise e dove i problemi legati ai luoghi spesso diventano opportunità. A controbilanciare questo sforzo progettuale enorme, di fatto c’è un enorme risparmio durante il ciclo di vita stesso dei quartieri, grazie a un miglior efficientamento energetico degli edifici e degli spazi pubblici, e grazie anche alla capacità di questi di produrre energia.

Il risultato di questi processi progettuali altamente integrati e sinergici, è un vero e proprio ecosistema in grado di integrarsi in maniera perfetta con il contesto, come se l’ecoquartiere fosse una Smart-city in miniatura.

La Francia nel 2012 ha lanciato la certificazione ÈcoQuartier, che promuove la progettazione di quartieri che mettono in pratica gli impegni del disciplinare “ÈcoQuartier”: qualità dell’aria, gestione ottimizzata dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti, mobilità verde, diversità abitativa, coesione sociale, ecc. Questo approccio non riguarda solo le nuove costruzioni, ma anche i progetti di rigenerazione urbana. Tale approccio ha portato alla realizzazione di quasi 300 interventi in tutto il Paese.

Poiché il principio guida è la riduzione dell’impatto sui contesti, al momento della progettazione e della realizzazione di un ecoquartiere, si dovranno tenere in considerazione i seguenti principi:

  • Utilizzo di materiali ecologici ed ecocompatibili, che siano stati prodotti in maniera sostenibile, che siano quanto più possibile naturali e che siano facili da smaltire;
  • Rispetto per le comunità e per la loro storia, in modo da rafforzare il senso di appartenenza ai luoghi;
  • Utilizzo di energie provenienti da fonti rinnovabili, principalmente prodotte in loco da impianti che tengano conto della zona e delle caratteristiche climatiche dei luoghi;
  • Riduzione del consumo di suolo e aumento delle aree verdi;
  • Miglior gestione delle acque e minor consumo idrico anche attraverso sistemi di recupero e riuso dell’acqua piovana;
  • Introduzione di una mobilità quanto più sostenibile, preferendo spostamenti a piedi e in bicicletta, o sistemi di sharing;
  • Miglior gestione dei rifiuti;
  • Riduzione delle emissioni inquinanti;
  • Riduzione delle barriere architettoniche al fine di rendere la città più accessibile e più inclusiva;
  • Aumento di luoghi di aggregazione e di luoghi per le attività collettive che favoriscano i rapporti di vicinato, che fortifichino le comunità e aumentino la qualità della vita;
  • Creazione di alloggi per fasce sociali differenti.

Uno degli esempi più emblematici di ecoquartiere si trova a Boulogne Billancourt, in Francia, su quelli che un tempo erano i terreni di uno degli stabilimenti Renault. Qui il 65% (l’obiettivo è quello di arrivare al 100%) dell’energia immessa nella rete locale, proviene da energia geotermica.

I pozzi recuperano acqua a una temperatura di 15° C, consentendo di mantenere la temperatura negli edifici costante. Ogni edificio è dotato di pannelli fotovoltaici, tetti verdi e sistemi di recupero delle acque piovane. Una vasca collegata alla Senna, consente di creare un’isola verde dotata di vasche d’acqua che mantengono il benessere dei luoghi, favoriscono la biodiversità ed evitano allagamenti. La comunità inoltre incentiva l’acquisto di biciclette elettriche attraverso particolari sovvenzioni. Dal 2014 infine è in fase di sperimentazione, una scuola sulla biodiversità con un asilo e una scuola elementare di 18 classi, con un muro vegetale, casette per gli uccelli, un frutteto e un orto, affiancata a una scuola totalmente bilingue.

Seppur con pochi esempi e un po’ in ritardo rispetto al resto d’Europa, anche in Italia abbiamo alcuni esempi di ecoquartiere.

L’Ecovillaggio montale a Modena, ad esempio, è un quartiere residenziale a impatto zero in cui si ritrovano i principi della sostenibilità, poiché si combina architettura, benessere degli abitanti e innovazione tecnologica.

Ecoquartieri: piccoli ecosistemi cittadini. Immagine dell’Ecovillaggio montale a Modena

Gli edifici che compongono il quartiere non emettono CO2 e non producono polveri sottili. Qui, ad esempio, particolare attenzione è stato volto al ciclo dell’acqua, poiché il villaggio rifornisce costantemente la falda acquifera e il water park presente all’interno dell’area, dà la possibilità di evitare allagamenti. Proprio come a Boulogne Billancourt, anche qui l’acqua raccolta viene fitodepurata ed utilizzata a scopi irrigui.

In un’ottica di riduzione delle emissioni di CO2, invece è stato realizzato il Parco Plinio a Roma: un complesso di sei edifici realizzati in legno in cui i protagonisti sono gli spazi verdi.

Ecoquartieri: piccoli ecosistemi cittadini. Immagine del quartiere Parco Plinio a Roma

Il materiale scelto migliora le prestazioni termiche, poiché il legno è un isolante naturale offrendo un risparmio energetico del 70% rispetto a costruzioni in cemento o muratura. Il legno inoltre ha una dispersione termica minima: infatti in superficie reagisce molto velocemente, mentre la reazione interna agli sbalzi di temperatura è minima. Per le sue caratteristiche fisiche e meccaniche, il legno è consigliabile e adatto in zone sismiche, e in più consente la costruzione di strutture leggere. Infine, il 100% dell’energia impiegata all’interno degli edifici proviene da un impianto di trigenerazione a oli vegetali.

L’idea che regge quindi gli ecoquartieri è quindi quella di creare contesti in cui gli individui possano riconoscere il valore della natura e delle risorse naturali, e in cui a guidare il progetto non è solo la composizione e la funzionalità degli spazi, ma anche l’impatto che questi hanno sulla vita delle persone e sull’ambiente.

I progetti divengono così azioni lungimiranti in grado di inglobare al loro interno il concetto di comunità e a tenere in altissima considerazione le esigenze dei cittadini del futuro. Sono progetti che guardano alla valorizzazione dei territori anche attraverso quelle che catalogheremmo come azioni immateriali, educative, che però aiutano il cittadino a vivere meglio la città.

Alla luce di tutti i caratteri che ne formano l’identità, l’ecoquartiere è inoltre un luogo in cui vengono sviluppati e consolidati stili di vita rispettosi per l’ecosistema e in cui si danno risposte concrete per far fronte alle più attuali sfide economiche e sociali individuate dalle politiche europee in tema di sostenibilità.

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