L’acustica delle sale da concerto

La musica è un suono che cambia continuamente

Philharmonie Hall di Berlino anteprima articolo acustica delle sale da concerto
Denise Barbaroux Archweb.com

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Pubblicato il

06 Marzo 2019

1) Introduzione 

La musica è un suono che cambia continuamente; solitamente risulta ritmato, cambiando tono, timbro, chiarezza, con numerose modalità. I criteri per la progettazione delle sale da concerto sono studiati parallelamente alla musica, perché la musica stessa non può essere considerata a parte rispetto all’acustica dello spazio dove viene eseguita. L’auditorium trasmette la musica agli ascoltatori, cercando di preservare le qualità del tono, della chiarezza e del timbro; la sala deve contribuire alla pienezza del tono, della chiarezza, della spazialità. I sistemi di progettazione delle sale acustiche sono cambiati ed evoluti in maniera molto rapida specialmente negli ultimi anni.

Questi nuovi metodi sviluppati nell’ambito della progettazione hanno portato ad avere una maggiore flessibilità riguardo la forma delle diverse architetture. Questa libertà può essere considerata anche come un vincolo, poiché si deve fare ancora più attenzione a garantire buone qualità acustiche, in maniera coerente con nuove soluzioni creative.

Nel passato venivano progettate più che altro sale concerto con tipologie di forme tradizionali, che rientrano principalmente in quattro categorie: shoe box (sale rettangolari), sale a ventaglio, sale esagonali e vineyards. Bisogna considerare alcune particolari qualità acustiche, di tipo oggettivo e soggettivo, quando si progetta una sala da concerto.

Le misure oggettive più rilevanti sono il tempo di prima riverberazione (EDT, early decay time), la chiarezza (C80), l’intensità soggettiva del suono diretto (G, loudness of the direct sound) e la frazione della prima energia laterale (LF, lateral fraction).Questi indici devono possedere dei valori ottimali, per garantire una buona qualità acustica all’interno della sala, coerentemente con la forma di design scelta. Lo studio dei migliori indici avviene con l’uso di alcuni software specifici, come Rhinoceros 5.0, un software di modellazione virtuale e molteplici plug-in, come Python, Pachyderm Acoustic Simulation e Grasshopper.

2) L’acustica delle sale da concerto

Le necessità di una concert hall sono diverse da altri spazi pensati per l’acustica. I requisiti fondamentali per una buona acustica in un auditorium sono:

  • il suono deve essere sufficientemente forte;
  • le componenti di un suono complesso devono mantenere un rapporto appropriato tra le loro intensità;
  • i  suoni eccessivi devono risultare chiari e distinti.

Le linee guide da seguire per una buona progettazione di una sala sono:

  • ridurre al minimo il rumore di fondo
  • amplificare il suono diretto

Immaginiamo di essere seduti vicino al palco di uno stadio all’aperto; quando l’artista comincia a suonare, sentiremo le note dello strumento con molta precisione; il suono che arriva a noi è un suono diretto, non essendoci spazi chiusi e delimitati o superfici riflettenti. In una sala da concerto, il suono che per primo raggiunge gli ascoltatori è chiamato suono diretto. Queste prime riflessioni contribuiscono alla chiarezza, all’intimità e all’intensità, caratteristiche che migliorano l’acustica.
Risultano importanti anche le riflessioni successive, che dipendono semplicemente dalla geometria della sala e dalle caratteristiche acustiche delle superfici stesse. Per una buona acustica è anche fondamentale considerare l’inclinazione della platea e la possibile presenza di balconate, che vengono utilizzate nelle grandi sale per ridurre la distanza tra i posti più lontani e la sorgente sonora, e per aumentare la capacità della sala; bisogna però studiare molto attentamente la disposizione delle balconate poiché se non vengono correttamente dimensionate, possono causare difetti acustici come echi o zone d’ombra.

Come accennato precedentemente, nella progettazione di una concert hall bisogna dare uniformità ad alcuni valori di indici acustici, quali il tempo di primo decadimento (EDT, early decay time), la chiarezza (C80), strenght (G,loudness of the direct sound), la frazione della prima energia laterale (LF, lateral fraction), studiando la migliore forma della sala affinché i suddetti indici possano essere adatti alla distribuzione di qualità acustica della sala stessa.

Acustica sale da concerto: diagrammi edt e risposta all'impulso

2.1) La risposta all’impulso 

È possibile determinare tutte le proprietà fisiche di una sala da concerto che sono contenute nella sua risposta all’impulso.
In un ambiente chiuso la risposta all’impulso è la registrazione nel tempo dell’energia sonora che arriva nel punto di ricezione a seguito dell’emissione di un segnale impulsivo sul palco.
È data dalla somma dell’energia che progressivamente arriva al ricevitore, cioè il suono diretto, le prime riflessioni e la coda sonora.

2.2) Le principali misure oggettive

Il tempo di prima riverberazione o early decay time

Il tempo di riverberazione è il parametro più importante per determinare la qualità di un ambiente sonoro, poiché risulta il più evidente che si percepisce in un ambiente chiuso. All’interno di un ambiente chiuso, il suono prodotto in un punto raggiunge l’ascoltatore non solamente per via diretta, ma anche dopo riflessioni su pareti e pavimenti. Il suono diretto ha tipicamente una intensità maggiore, e arriva prima del suono riflesso. Ad esempio, battendo le mani in una sala si sente un suono prolungato che si affievolisce più o meno rapidamente a seconda della natura della sala; negli ambienti molto grandi la coda sonora viene percepita per alcuni secondi. 
È il parametro fisico descrittore della percezione della riverberazione sonora, definito come il tempo necessario affinché il livello sonoro in un punto della sala decada di 60 dB dall’istante di spegnimento di una sorgente sonora che emette un segnale stazionario. Di conseguenza questo parametro dipende dal volume del locale e dalle caratteristiche di assorbimento acustico delle superfici presenti (come le poltrone della sala).
Solitamente gli ambienti destinati al parlato richiedono tempi di riverberazione brevi, minori di un secondo, mentre la musica richiede tempi più lunghi, dell’ordine dei due secondi. 
Esistono tempi di riverbero relativi a tempi di decadimento, non solo riferiti a 60 dB, ma a 10 dB (T10), 20 (T20) e 30 (T30), etc. Tutti questi valori sono però tra loro equivalenti, in quanto anche se vengono misurati su decadimenti più corti, poiché è difficile in situazioni normali avere un decadimento sonoro di 60 dB, essi sono estrapolati al T60 corrispondente. 
Il tempo di primo decadimento (early decay time, EDT o T10) è il tempo necessario per ottenere un decadimento di 10 dB di un segnale impulsivo. 

Tabella dei Tempi di riverberazione alle varie frequenze di alcune sale da concerto
Tabella dei Tempi di riverberazione alle varie frequenze di alcune sale da concerto (da Kinsler, Fundamentals of Acoustics – 4 edizione)

La chiarezza (C80)

È il parametro che indica la possibilità di percepire nitidamente i suoni. Normalmente si distingue tra chiarezza verticale, quella relativa ai suoni che giungono contemporaneamente all’orecchio, e chiarezza orizzontale, riferita ai suoni articolati nel tempo. La chiarezza è legata alla struttura delle riflessioni e alla vivezza, alla distanza dell’ascoltatore dall’orchestra e all’intensità soggettiva del suono diretto.

Strength (G)

Il parametro esprime il livello di suono percepito in relazione alla sua posizione ed alla potenza della sorgente sonora.
All’aperto un suono emesso da un’orchestra risulta più debole rispetto allo stesso suono percepito in una sala. L’indice della robustezza G descrive proprio la percezione dell’intensità di un suono. 

La frazione della prima energia laterale (LF)

La spazialità è la sensazione di sentirsi all’interno dell’evento sonoro.
La frazione della prima energia laterale (LF) è il rapporto tra l’energia sonora riflessa lateralmente in una stanza e l’energia sonora che arriva da tutte le direzioni compresa l’energia sonora diretta dalla sorgente. Si tratta di una misura per la spazialità di una stanza.

3) Tipologie di sale

La progettazione delle sale da concerto dipende dalla definizione della forma, dalle dimensioni, dai materiali, e lo scopo è quello di creare le condizioni acustiche migliori sull’intera area della platea, per rispondere al meglio le preferenze personali degli ascoltatori.

I suoni riflessi, solitamente provenienti dalle superfici concave, possono essere recepiti come suoni separati se sono molto più forti rispetto al resto delle riflessioni, e se sono troppo distanti dal suono diretto. Pertanto, viene data particolare attenzione anche alla forma della sala, per evitare concentrazioni sonore e forti riflessioni tardive.

Le sale da concerto sono classificate, in base alla loro forma, in quattro principali tipologie: shoe box, sala a ventaglio, sala esagonale e vineyard.

Nella seconda parte del XIX secolo si è sviluppata la domanda per le grandi sale da concerto, e soprattutto quelle con piante rettangolari dimostrano di avere un’acustica particolarmente favorevole. Le proporzioni sono all’incirca di un cubo doppio, e vengono chiamate shoe box. Sono per lo più caratterizzate dalla loro forma a pianta rettangolare con l’orchestra in una delle estremità della stanza, le pareti laterali parallele e verticali e il soffitto piatto (da cui il nome scatola da scarpe). La shoe box è il tipo più importante delle sale da concerti, e anche quello con il numero più alto di esempi. La maggior parte di queste sale storiche sono caratterizzate dalla presenza di ornamenti, quali sculture, bassorilievi e cornici. Questi tendono a far assumere alla sala un volume complesso e irregolare, garantendo un buon livello di diffusione del suono o dispersione del suono: la maggior parte delle onde sonore non vengono riflesse specularmente dalle superfici, ma sono diffuse in molte direzioni.

Una delle più rinomate shoe box è la Grosser Musik Vereinsaal, a Vienna, costruita tra il 1867 e il 1869, dal danese Theophil Ritter von Hansen (1813-1891) e aperta nel 1870. È lunga e stretta, 56,3 per 19,8 metri, alquanto piccola secondo gli standard odierni, può ospitare 1680 persone, ma è alta per la sua larghezza (17,8 metri), con un volume di 14600 m³. L’interno è principalmente rifinito in stucco: il soffitto, che è decorato con pannelli di stucco dorato, mostra ai lati la parte inferiore delle travi strutturali; le pareti laterali sono irregolari in quanto sono presenti più di 40 ampie finestre, 20 porte sopra le balconate e 32 maestose statue femminili al di sotto della balconata. La scarsa larghezza e le superfici interrotte della sala fanno si che ad ogni posto giunga un immediato suono riflesso.

Un’altra importante sala rettangolare è la Symphony Hall di Boston, progettata dagli architetti McKim, Mead and White. E’ la prima sala dove viene applicata la scienza dell’acustica e venne aperta il 15 ottobre 1900. Il suono all’interno della sala è chiaro, caldo, brillante e forte, ma risultano anche una serie di caratteristiche negative. I posti che si trovano agli angoli e sotto alle balconate sono raggiunti da un suono innaturale a causa di una zona d’ombra. E’ presente inoltre un effetto eco proveniente dalla parete posteriore. Sono presenti due livelli di balconate che disegnano un profilo a “u”. Le balconate, con la parte anteriore decorata e dorata, sono poco profonde per evitare riflessioni sonore. La Symphony Hall ha una diffusione elevata, grazie alla presenza del soffitto a cassettoni, e di numerosi ornamenti, quali statue, nicchie, rientranze e decorazioni sulle pareti laterali, e la presenza di due livelli di balconate, aventi anch’essi il fronte ricco di decori.

Acustica delle sale da concerto: Grosser Musik Vereinsaal Vienna e Symphony Hall Boston
Foto sinistra: Grosser Musik Vereinsaal a Vienna. Foto destra: Symphony Hall di Boston

La terza tra le principali sale europee rettangolari è la Concertgebouw, di Amsterdam, disegnata da A.L. van Gendt e aperta nel 1888. Risulta Il suo interno risulta molto esteso, con una parete curva che circonda il palco e un soffitto a cassettoni alto 15 metri. La sala è 29 metri di larghezza, con un volume di 18700 m³, e questo causa una grande riverberazione, e le onde sonore riflesse dalle pareti laterali, data la larghezza, arrivano relativamente tardi al centro della sala. Tutto ciò dà alla musica una tonalità miscelata, calda, priva di chiarezza. Ospita 2200 posti sul grande pavimento piano che sono removibili. Presenta una balconata alta e stretta con un fronte molto ornato, che si estende lungo tre lati della sala, ed è sostenuta da colonne decorate.

Acustica delle sale da concerto: Concertgebouw di Amsterdam
Concertgebouw di Amsterdam

Questo genere di sala ha avuto un grande sviluppo tra gli anni Venti e gli anni Sessanta.

Essa offre una miglior visibilità, ma uno dei suoi maggiori problemi è l’eco, specialmente quando il muro che delimita la parte posteriore è caratterizzato da una curva concava, che produce appunto una eco sul palco. L’unico rimedio a questo problema è cercare di riflettere i suoni verso il basso e quindi sul pubblico. Le imperfezioni acustiche si notano anche per quanto riguarda le riflessioni successive, poichè all’interno di queste sale non si ha la percezione di essere circondati dal suono. Il suono nella sala a ventaglio è più frontale che laterale e la riverberazione è inferiore.

Una delle più famose sale a ventaglio è la Northern Alberta Jubilee di Edmonton, caratterizzata da una copertura bassa. Il materiale usato all’interno è prevalentemente legno di noce francese, che rompe la continuità delle linee delle pareti laterali interne. Fu costruita nel 1957 e accoglie 2678 persone. I musicisti sul palco, durante le esibizioni, hanno constatato che il suono non è abbastanza vivace. Alcuni consulenti acustici pensano che la riverberazione sia davvero soddisfacente e meravigliosa. La sala è dotata di balconate che risultano molto particolari, poiché si adattano alla forma del ventaglio: sono disposte lateralmente su un livello, e al fondo della sala su due livelli.

Acustica delle sale da concerto: Northern Alberta Jubilee a Edmonton e Aula Magna a Caracas
Foto sinistra: Northern Alberta Jubilee di Edmonton. Foto destra: Aula Magna di Caracas

Un’altra concert hall a ventaglio rinomata a livello internazionale è l’Aula Magna di Caracas. L’auditorium con 2.666 posti, e inaugurata nel 1954, vanta la migliore acustica di tutto il paese. Il progetto è opera dell’architetto Carlos Raul Villanueva, con l’aiuto dello scultore Alexander Calder, al quale si deve la caratteristica distintiva della sala: i famosi “dischi volanti”. L’architetto, per la progettazione della sala, propose una forma a ventaglio, con una copertura curva e una parete posteriore con il suo centro di curvatura nel retro del palco. Terminati i disegni iniziali il soffitto curvo e la parete posteriore curva presentavano problemi di eco e in generale vi era una mancanza di uniformità nella distribuzione del suono; era necessario un miglioramento, ma ormai il progetto era stato stabilito. È stata così elaborata una proposta alternativa: l’aggiunta di pannelli riflettenti per coprire una superficie pari al 70% del soffitto: inizialmente questi pannelli dovevano essere rettangolari, ma poi venne chiesto l’intervento dello scultore Alexander Calder, per cercare rendere migliore la soluzione proposta. Il risultato fu sorprendente: una serie di “dischi volanti”, aventi colori e forme insoliti, sospesi sulla copertura. La sala è usata per conferenze e musica. Anche se la sua forma non è favorevole per la musica, ha ricevuto commenti positivi da conduttori e musicisti; la musica suonata è chiara, distinta e i suoni brillanti.

Le sale esagonali hanno il notevole vantaggio di fornire riflessioni sonore negli ultimi posti della platea, se le pareti laterali non sono parallele tra loro ma inclinate. In questo modo quasi tutte le posizioni della platea sfruttano le prime riflessioni, tranne la zona antistante il palco.

La sala di St. David’s Hall di Cardiff è una importante sala esagonale. La sfida principale di questa hall era progettare una grande sala concerti da 2.000 posti nello spazio angusto a disposizione e l’edificio doveva essere inserito in un progetto, in parte già costruito, all’interno di un centro commerciale esistente. La sala è stata aperta nel 1982; non doveva essere troppo alta, e inizialmente si pensò a una pianta quadrata. Ma poi si scelse una pianta esagonale, in maniera che l’audience potesse avvolgere il palco. E’ stata influenzata dalla sala vineyard della Filarmonica di Berlino e accoglie 1952 persone. Una ricerca sulle migliori undici sale da concerto inglesi, sostenuta da un gruppo di consulenti acustici ha concluso che la sala di Cardiff afferma che la suddetta concert hall era vicina ad avere le migliori caratteristiche per quanto riguarda chiarezza, riverberazione, intimità, avvolgimento del suono da parte degli ascoltatori. Tutto questo perché la riverberazione è alta, e il suono viene diffuso in maniera ottimale.

Acustica delle sale da concerto: St. Davids Hall a Cardiff e De Doelen concert hall a Rotterdam
Foto sinistra: St. David’s Hall di Cardiff. Foto destra: De Doelen concert hall di Rotterdam

Anche la De Doelen concert hall di Rotterdam è una famosa sala esagonale, edificata nel 1996. Ospita 2242 posti. La parte centrale della platea è una sorta di recinto circondato da pareti di diversa altezza. Gli elementi diffondenti presenti nella sala e nelle pareti del palco permettono di diffondere il suono incidente in maniera eccellente e di inviare le prime riflessioni a tutti i posti. Non c’è eco e il suono sul palco e nella parte principale della sala è eccellente.

La sala a vigneto solitamente è caratterizzata da un numero molto elevato di posti a sedere. 

Questa tipologia di sala sembra offrire molti vantaggi acustici, dei lati paralleli e della sala scatola da scarpe: buon equilibrio tra la chiarezza e riverbero, la possibilità di prime riflessioni laterali e un campo sonoro diffuso. Inoltre, un altro vantaggio è la possibilità di avere contemporaneamente una maggiore larghezza della sala e un pubblico disposto in maniera tale da circondare il palco. Inoltre la sala vineyard offre maggiore flessibilità ai progettisti, poiché alcuni dettagli possono essere modificati indipendentemente dal resto della sala.

Philharmonie Hall di Berlino – Foto di posztos su Depositphotos.com

La più rinomata sala vineyard è la Philharmonie Hall di Berlino. “Mettere la musica al centro” è il principio base del progetto, dell’architetto Hans Scharoun; sosteneva che la normale disposizione dell’orchestra alla fine della sala avrebbe impedito all’audience e ai musicisti di comunicare facilmente. Il risultato è una sala spettacolare, inaugurata nel 1963, con 2215 posti; nessun ascoltatore è più lontano di 30 metri dal palco. Il fulcro di tutto è lo spazio dell’orchestra, il luogo dal quale si diffonde la musica; essendo questa la zona più bassa della sala, Scharoun configura la copertura ad andamento convesso per far si che la musica si diffonda uniformemente, come se provenisse dall’alto. Vista in pianta la sala è simmetrica, con le sedute che circondano lo spazio del palco; se però si osserva da una delle postazioni laterali, il grande auditorium non appare affatto simmetrico, poiché risulta dinamico e con un grande spazio variabile. La zona dell’orchestra non è fissa, ma può abbassarsi o restringersi a seconda delle esigenze. La Philharmonie Hall è diventata un modello di design acustico. Nella sezione dell’audience davanti l’orchestra, il suono è chiaro e bilanciato. Il principale svantaggio è che gli spettatori seduti nella parte posteriore del palco sentono un suono differente. Ma fortunatamente, la visuale è ottima, e questo ha favorito i commenti sulla forma della sala.

4) Software di progettazione acustica

Esistono molteplici software che possono essere utilizzati per sviluppare modelli di sale da concerto. Naturalmente ci deve essere una prima parte di modellazione tridimensionale della sala, per poi passare a programmi specifici che studiano gli effetti sonori all’interno della hall stessa.

Rhinoceros

È un software CAD base, di modellazione tridimensionale, capace di gestire superfici complesse e di calcolare diverse caratteristiche geometriche di esse. È capace di gestire forme e geometrie complesse grazie alla tecnologia N.U.R.B.S. (Non Uniform Rational B-Splines); tutte le entità geometriche sono rappresentate mediante N.U.R.B.S. Molto semplicemente, le N.U.R.B.S. sono una rappresentazione matematica mediante la quale è possibile definire accuratamente geometrie 2D e 3D quali linee, archi e superfici a forma libera.

Python

Python, plug-in di Rhinoceros, è un linguaggio di programmazione, adatto per realizzare applicazioni velocemente, e viene utilizzato per una vasta gamma di scopi: scripting, creazione di programmi completi, realizzazione di prototipi di applicazioni che andranno poi riscritte in altri linguaggi. Lo scriptè un piccolo programma o applicazione, scritta all’interno di un altro software più complesso, capace di dare istruzioni e comandi al programma in modo specializzato e personalizzato.
Nel caso della progettazione acustica gli script possono essere scritti all’interno di Rhinoceros grazie a Python, in maniera tale da personalizzare al meglio la forma che si ha intenzione di dare alla sala oggetto di studio.

Pachyderm Acoustic

E’ un altro plug-in che fornisce strumenti di livello professionale per l’analisi acustica e di simulazione con Rhinoceros. Forse la caratteristica più innovativa di Pachyderm rispetto ad altri software deriva dal fatto che è stato progettato come componente integrato di Rhino. Se la fase di modellazione e la fase di simulazione acustica, solitamente scorporate fra due software diversi, rimangono entrambe all’interno della stessa piattaforma, il flusso di lavoro ne risentirà positivamente, in termini di tempo e in termini di qualità del modello.

Grasshopper

Grasshopper è un ulteriore plug-in eseguito all’interno di Rhinoceros e si tratta di un linguaggio di programmazione visuale, utilizzato principalmente per costruire modelli parametrici.
Grasshopper consente di organizzare i progetti in sistemi parametrici, basati su logiche di relazione tra parti, offrendo la possibilità di alterare la configurazione complessiva del sistema, agendo sulle variabili poste alla base del processo progettuale.
Grasshopper permette anche di integrare in un unico processo variabili ed aspetti di natura eterogenea, focalizzandosi su rete di relazioni, flussi e scambi che il progetto instaura con i sistemi circostanti. Questi aspetti costituiscono una vera e propria evoluzione nella ricerca architettonica.

L’Auditorium Parco della Musica è un polo multifunzionale locato a Roma, edificato al fine di ospitare eventi musicali e culturali. Il complesso fu aperto il 21 dicembre 2012, occupa un’area di 55.000 mq ed è stato progettato da Renzo Piano.
La sale principali della struttura sono tre, di dimensioni diverse, e vanno a comporre una forma che ricorda uno scarabeo. Questi volumi sono delimitati da una copertura di lastre a piombo, lavorate su una struttura lignea. La composizione ruota attorno all’anfiteatro aperto, la cavea. La cavea diventa così il luogo fulcro dell’intera architettura; su di essa si affacciano il bar il foyer e i luoghi filtro: funziona quindi da soluzione di continuità tra i vari spazi. La cavea, all’occorrenza, si trasforma anche in un teatro all’aperto che ospita fino a 3000 spettatori.
Ogni sala risponde a caratteristiche acustiche idonee a seconda del tipo di musica suonata al suo interno.
La sala 700, conosciuta come sala Petrassi, consta di un proscenio mobile, una fossa apposita per l’orchestra e una balconata; è possibile ampliare il palco eliminando quattro file di poltrone.
La sala 1200, chiamata sala Sinopoli, è rettangolare ed è stata progettata per musica sinfonica per coro e orchestra e per musica da camera. L’obiettivo primario della sala è l’adattabilità dello spazio a seconda dell’evento. Il suo volume può essere modificato, grazie alla variazione di alcune sue parti: lo stage, il coro, l’orchestra e le poltrone possono essere completamente sgomberati, permettendo così di avere a disposizione il palco nella zona centrale per particolari rappresentazioni.

La maggiore tra le tre sale è la sala Santa Cecilia, progettata per la musica classica. Questo ambiente ha un’acustica naturale (ossia senza uso di impianti  di amplificazione) e quindi i suoi parametri acustici sono al limite. La sala ospita fino a 2700 persone, la superficie di base misura 3000 mq e l’altezza arriva fino a 19 metri: questo volume (di 31000 mc) è studiato appositamente per avere una risonanza abbastanza lunga. L’idea era proprio quella di avere una concert hall dove tutti gli ascoltatori fossero esposti allo stesso modo al campo sonoro libero. I rivestimenti nella zona del podio, della platea e dei collegamenti tra i piani e le gallerie sono realizzati con pannelli lignei in ciliegio, la cui forma e inclinazione sono stati studiati secondo le esigenze acustiche. Questi elementi funzionano da diffusori del suono, per cui presentano curvature e larghezze diverse. La copertura rappresenta una vera opera architettonica e ingegneristica, grazie agli elementi a soffitto, con superfici fino a 250 mq. Sopra il podio si trovano invece elementi riflettenti che garantiscono all’orchestra di udire al meglio il suono; questi elementi possono essere inclinati diversamente per tutte le esigenze orchestrali. Grazie a tutti questi accorgimenti l’ambiente ha caratteristiche riverberanti molto buone.

Auditorium Roma Parco della Musica - Sala concerti
Auditorium Roma – Sala S. Cecilia
Auditorium Parco della Musica - Roma
Auditorium Parco della Musica – Foto di rarrarorro su Depositphotos.com

L’Opera House è una concert hall enorme, con un’altezza di 25 metri. L’edificio è stato progettato dall’architetto danese Jørn Utzon, a partire dal 1958, ma venne inaugurata solo nel 1973. Il complesso risulta essere un grande esempio di architettura contemporanea, soprattutto grazie all’originale forma della copertura, che ricorda delle gigantesche vele. Questi gusci a vela sono composti da elementi prefabbricati di cemento armato e rivestiti da più di un milione di piastrelle bianche.
L’opera è stata polemizzata numerose volte, a causa della sua complessità. Nel 1966 Utzon rinuncia al progetto, e viene sostituito  da  un gruppo di architetti con a capo Peter Hall.

Sidney Opera House: foto sala concerti

Internamente la struttura è composta da diversi spazi, ognuno dei quali ospita tipologie di spettacolo differenti.
Sono presenti il Teatro della prosa, la Sala del teatro dell’opera, adatta alla lirica, la Sala Utzon, multifunzionale, e l’Auditorium idoneo per le rappresentazioni acustiche.

Foto: Marco Brivio su Depositphotos.com

La concert hall ospita fino a 3000 spettatori e la sala è rivestita da pannelli lignei, che hanno il compito di assorbire alle basse frequenze.
L’auditorium è stato spesso criticato per la pessima acustica. Inizialmente infatti, problemi funzionali e acustici portarono alla creazione di una sala ulteriore che potesse ospitare fino a 1547 ascoltatori. Il progetto acustico iniziale infatti poteva accogliere solo fino a 2000 spettatori, ma l’aumento dei posti a sedere è stato necessario per un miglioramento a livello sonoro.

Sidney Opera House - Foto: jon_chica su Depositphotos.com
Sidney Opera House – Foto: jon_chica su Depositphotos.com
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