Chiara Del Core 13 feb 2020 approfondimento 0 commenti
Galleria di Palazzo Spada – Roma
Il XVI e XVII Secolo sono caratterizzati da uno scambio continuo tra teatro e vita reale e per questo motivo spesso le soluzioni adottate per gli edifici privati vengono riprese direttamente dalla scena teatrale. A tal proposito, ispirato ad una delle strade che si dipartono dalla scena del sopra citato Teatro Olimpico di Vicenza, nel 1638 ca. Francesco Borromini realizza la Galleria di Palazzo Spada a Roma. Si tratta di un esempio di prospettiva accelerata dove lo spazio appare quintuplicato in lunghezza nonostante i soli 8 metri reali di profondità. Viene accentuata la convergenza delle pareti laterali e del pavimento (che si solleva) con il soffitto ribassato. L’arco frontale che misura 6x3 mt, viene progressivamente ridotto a 2x1mt e svela al fondo una statua sorprendentemente piccola rispetto all’impressione che se ne ha da lontano. La dimensione della statua e dei soggetti che percorrono la galleria, naturalmente è la medesima ma la percezione che si ha è quella di figure che mutano a seconda della distanza che assumono rispetto all’osservatore. Questo perché la galleria è stata costruita al fine di enfatizzare la sua profondità e per questo pareti, pavimento e soffitto non sono affatto regolari.


Visione frontale sull’ingresso della Galleria                
                     
Nello schema la stanza di Amesuna camera dalla forma distorta in modo tale da creare un'illusione ottica di alterazione della prospettiva.

La stanza è costruita in modo che, vista frontalmente, appaia come una normale stanza a forma di parallelepipedo, con due pareti laterali verticali parallele, una parete di fondo, e un soffitto e un pavimento paralleli all'orizzonte. In realtà la pianta della stanza ha forma di trapezio, le pareti sono divergenti, e il pavimento e il soffitto sono inclinati. Le inclinazioni e le proporzioni nella dimensione degli elementi posti alle diverse profondità sono calcolate tenendo conto delle regole della prospettiva.

Per effetto dell'illusione una persona in piedi in un angolo della stanza appare un gigante, mentre un'altra persona situata nell'angolo opposto sembra minuscola. L'effetto è così realistico che una persona che cammini da un angolo all'altro sembra ingrandirsi o rimpicciolirsi. (Fonte Wikipedia)
 

Scala Regia – Città del Vaticano
Risale al 1633-1666 l’intervento di restauro della Scala Regia del Palazzo Apostolico sito in Vaticano, opera di Gian Lorenzo Bernini. Si tratta di un celebre esempio di prospettiva accelerata dove, come nella maggior parte dei casi, si ha la necessità di dare l’illusione di uno spazio di dimensioni più generose rispetto a quelle che si hanno a disposizione nella realtà. La soluzione adottata dal Bernini prevede alcuni accorgimenti che mutano la percezione di questo spazio angusto e scosceso, sito tra la Chiesa ed il Palazzo Apostolico. I muri che delimitano la scala sono irregolari e convergenti e sono caratterizzati da un colonnato voltato a botte che si restringe man mano che si salgono i gradini. Tali colonne sono prive di basamento e vengono appoggiate direttamente al pavimento al fine di rendere più snello e profondo l’ambiente. L’altezza degli elementi che costituiscono la Scala Regia decresce lievemente ma si tratta di uno stratagemma impercettibile se la si osserva dalla base. Il risultato finale è maestoso e perfetto per la funzione sacra della Scala come ingresso in Vaticano.


Scala Regia - vista prospettica e planimetria con sezione
Foto: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1e/Scala_Regia.jpg

Convento del Sacro Cuore - Roma
Situato di fianco alla Chiesa della Trinità dei Monti, il Convento del Sacro Cuore venne ultimato nel 1570 e l’annesso refettorio venne affrescato nel 1694 da Andrea Pozzo che si servì della tecnica della prospettiva accelerata. Il tema rappresentato è quello delle Nozze di Cana: sulle pareti perimetrali vengono riprodotte finte architetture che si mescolano e si confondono perfettamente a quelle reali. L’ambiente viene trasformato in un palazzo dalle numerose colonne e dai ricchi giochi prospettici. Risulta impossibile distinguere tra capitelli reali ed affrescati, tutto appare in un continuum armonico e realistico. La profondità della composizione viene accentuata dai chiaro scuri e dal dinamismo delle figure riprodotte che sembrano sporgersi realmente dalle arcate della terrazza ove si svolge la celebrazione delle nozze. È inoltre chiaro, come il Pozzo si serva della tecnica anamorfica in quanto è solo ponendosi ad un’altezza pari a 1,60 mt che sarà possibile ottenere una visuale corretta della composizione, cogliendone tutti i giochi prospettici presenti. Ma non troviamo questo tipo di stratagemma solo all’interno del refettorio, infatti, nelle gallerie superiori vi sono due dipinti (di cui uno conservato solo parzialmente) realizzati secondo l’anamorfosi obliqua. Entrambi a seconda della posizione dalla quale li si osserva, sveleranno temi diversi destando grande sorpresa nell’osservatore. Si tratta del San Francesco da Paola in preghiera di Emmanuel Maignan (1642) e il San Giovanni Evangelista che scrive l’Apocalisse sull’isola di Patmos di Jean François Nicéron (1642) che di cui sono visibili solo alcuni frammenti.


Vista del refettorio affrescato I capitelli tridimensionali ed affrescati si confondono con armonia
Foto:  http://trinitadeimonti.net/it/chiesa


ESEMPI DI PROSPETTIVA RALLENTATA

Piazza Pio II – Pienza (SI)
Nel 1459 Bernardo Rossellino si servì dei suggestivi giochi prospettici nel suo intervento in Piazza Pio II a Pienza. Si tratta dell’unica piazza cittadina dove si concentrano i monumenti rappresentativi di questa piccola città, trasformata in tale a partire dall’antico borgo di Corsignano, per volere di Papa Pio II. La piazza ha una forma trapezoidale e le sue dimensioni appaiono diversificate a seconda della posizione da cui la si osserva. Grazie alla prospettiva rallentata infatti, è possibile godere di una duplice immagine del piazzale: se osservato ponendosi sotto il porticato esso appare ampio e poco esteso in lunghezza, se ci si trova all’ingresso della Chiesa invece, sembra molto più profondo di quanto sia nella realtà. La costruzione geometrica della piazza ha previsto un’organizzazione in griglie: orizzontale per la pavimentazione e verticale per i lati occupati da Palazzo Piccolomini, dalla Cattedrale dell’Assunta, dal Palazzo Comunale e dal Palazzo Vescovile. Si tratta di un intervento meticoloso, studiato al fine di far sembrare gli spazi più ampi e dilatare le strade che circondano la piazza e la collegano al resto della città.

Planimetria di Piazza Pio II V e vista dall'alto della griglia prospettica 
Foto dx: Paolo Pannini da www.facebook.com/doctrinArchitecturae

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