Finestra e davanzale interno

Come funzionalizzarli al meglio

Finestra e davanzale interno

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Approfondimenti

Pubblicato il

22 Aprile 2023

Finestra e davanzale interno: come funzionalizzarli al meglio

Il fine ultimo dell’attività progettuale consiste nel soddisfare i bisogni dell’utenza e nel garantire il comfort della stessa. Premesso ciò, risulta noto che gli edifici debbano essere concepiti in stretta relazione con il contesto in cui si collocano e che è importante prevedere adeguate aperture all’interno degli spazi residenziali, poiché queste ultime determinino il benessere psico-fisico dei fruitori. Qualora si abbia la possibilità di inserire infissi di grandi dimensioni, sarà ottimale rendere funzionale lo spazio sotto finestra, così da beneficiare di questo elemento, non solo dal punto di vista estetico e del comfort, ma anche da quello pratico.  

Grazie a questa breve guida scopriremo le potenzialità di una componente architettonica poco utilizzata dall’ambiente interno, così da poterla sfruttare al meglio.

Infissi e residenze: breve excursus storico

Le aperture hanno rivestito funzioni mutevoli nel tempo e alle stesse è stata data diversa importanza, in relazione alle correnti stilistiche ed architettoniche che si sono susseguite nei secoli. Ad influire sulle peculiarità delle superfici trasparenti, sono stati anche gli aspetti sociali e culturali di popoli molto diversi tra loro.  
Se in antichità le aperture costituivano una parte esigua dell’involucro degli edifici, con il trascorrere dei secoli e il diffondersi della produzione del vetro, i vuoti iniziarono a caratterizzare in modo più consistente le facciate degli immobili. Nel periodo medievale i vetri cominciarono ad essere impiegati con più frequenza, prima all’interno delle dimore aristocratiche poi nelle case della classe media.
La crescente produzione vitrea, negli anni successivi al XVII Secolo, permise di dotare le residenze di vetrate sempre più ampie e varie.
Oggi l’ambiente urbano rappresenta il risultato della stratificazione di culture e tradizioni che si sono affermate nelle diverse epoche ed è caratterizzato da immobili molto differenti tra loro, sia per tipologia costruttiva che per componenti tecnologiche.

Immobili dei primi del ‘900

Finestre e funzionalità: edifici a Parigi balconi alla francese 1

Gli edifici di inizio secolo erano caratterizzati da aperture di dimensioni esigue: finestre dotate di scuri e cornici riccamente decorate e porte finestre dalle quali si accedeva a piccoli balconi tondeggianti. In Francia, i pittori impressionisti di fine ‘800 iniziano a ritrarre balconi raffigurati a ridosso di finestre dalle quali si affacciano i protagonisti dei loro quadri. Il tipico “balcone alla francese” diventa un’icona e resta nel corso del tempo un archetipo conosciuto dalla maggioranza delle persone: la peculiarità è quella di avere una ringhiera posizionata a ridosso della vetrata o leggermente aggettante per consentire la collocazione di piante e fiori. Si tratta di uno spazio spesso non fruibile ma utilizzato con fini puramente estetici e decorativi.

Esempio di edifici parigini con balconi piccoli e curvi – Foto su Pexels

Immobili degli anni ‘50

Il celebre architetto Gio Ponti, nel 1954, in occasione del suo progetto “Finestra Abitata” affermava che:

“Un ambiente ha, per natura, quattro pareti. L’ambiente con una finestra totale in vetro ha invece tre pareti e un vuoto. L’ambiente con la finestra arredata ha di nuovo quattro pareti, di cui una trasparente […] E su questa parete trasparente continua il disegno compositivo che è sulle altre pareti.”

Con queste parole, il celebre architetto conferiva la stessa importanza e funzione delle pareti piene alle superfici trasparenti, le quali si prestavano ad essere arredate come quelle opache. Gli ambienti interni diventavano così un vero e proprio continuum con l’esterno e chi li abitava godeva di un maggiore livello di comfort.

Per conoscere la retrospettiva dedicata dal MAXXI a questo grande architetto approfondisci qui

Vedi qui le architetture di Gio Ponti in formato dwg

Immobili degli anni ’70

Il grande fermento dell’edilizia in questo periodo restituisce edifici pluripiano dove spesso la quantità va a scapito della qualità. Tuttavia, gli anni ’70 rappresentano anche l’epoca in cui all’interno degli spazi urbani si diffondono le residenze signorili, dove la luce costituisce uno degli elementi fondamentali intorno ai quali si concentra la progettazione dell’intero appartamento. È così che si assiste all’introduzione di facciate nuove, dove le aperture diventano non solo elemento funzionale ma anche componente che ne determina il disegno vero e proprio.

Nuove costruzioni a partire dagli anni 2000

Nelle nuove costruzioni, il progettista è solito prestare una particolare attenzione all’efficienza energetica dei serramenti. Attualmente, si è assistito ad un’inversione di marcia nella scelta dei serramenti e della tipologia di vetro, attenzionando le prestazioni energetiche piuttosto che le dimensioni. Infatti spesso, gli edifici residenziali moderni sono dotati di superfici trasparenti più contenute rispetto al passato e le loro caratteristiche vengono scelte in base al contesto in cui si colloca l’immobile. Il fine ultimo di tale modus operandi è quello di garantire un notevole risparmio in termini energetici e di conseguenza economici. 

Le case anni ’70, razionalità inondata dalla luce

Come sopra anticipato, gli anni ’70 sono stati caratterizzati da un’edilizia con specifiche caratteristiche attraverso le quali, ancora oggi, la stessa risulta essere molto riconoscibile. La planimetria interna delle residenze è contraddistinta da tagli netti e geometrici e gli ambienti risultano essere ampi e luminosi grazie alle generose aperture. Proprio queste ultime, suddivise in finestre e porte finestre, talvolta diventano parte integrante di facciate nelle quali si alternano pieni e vuoti secondo precisi disegni geometrici. Spesso, oggi, chi abita questo tipo di casa, desidera sfruttare al meglio la zona vicino alla finestra al fine di beneficiare della luce naturale e, qualora si trattasse di case immerse nel verde o con un belvedere, della vista sul contesto circostante.

Le finestre danno così spunti interessanti per ricreare piccoli salotti dove i grandi davanzali vengono sfruttati come piani di appoggio o comode sedute munite di cuscini.

Qualora le dimensioni lo permettano, il davanzale sotto finestra può essere convertito in una home workstation, soluzione ottimale in un periodo storico come quello corrente, nel quale il lavoro agile sta diventando prassi sempre più diffusa. Il vantaggio del godere di una postazione lavorativa sotto finestra è duplice: la luce naturale garantisce un’illuminazione ottimale senza sprechi di energia e denaro e la vista sul contesto favorisce il benessere psico-fisico dell’utente e la concentrazione.
Ma la finestra, se dotata di grande davanzale, può diventare anche una maxi mensola su cui appoggiare libri, cornici e complementi d’arredo, indispensabili per chi vive gli ambienti di casa.

I davanzali interni solitamente hanno lunghezza pari alla finestra maggiorata di 4 cm e sporgono di un minimo di 2 cm ma possono raggiungere misure elevate nel caso di soluzioni destinate a rivestire una funzione specifica. Ne è un esempio il davanzale utilizzato come piano di lavoro che raggiunge i 40 cm o quello che funge da top della cucina largo anche 65 cm. I materiali possono essere variegati: si va dal classico marmo, al legno, fino al gres per i top della cucina.

La ristrutturazione di un appartamento anni ’70 a Torino

Lo studio di architettura SCEG si è occupato della ristrutturazione completa di un appartamento situato all’interno di un contesto signorile anni ’70. Nel quartiere Pozzo Strada di Torino, affacciato su uno dei più grandi parchi della città, il Parco Ruffini, nasce “Finestra Abitata” ambizioso progetto contraddistinto dalla personalità moderna e raffinata. Come si può desumere dal nome, le finestre di questo appartamento diventano le vere protagoniste offrendo un continuum visivo con il verde contesto esterno. Le eleganti soluzioni d’arredo progettate su misura, massimizzano la funzionalità degli spazi contigui alle aperture, restituendo alla casa un aspetto raffinato e contemporaneo.

Plus valore intorno al quale ruota l’intero progetto, è rappresentato dall’idea di un percorso che scopre, uno dopo l’altro, i vari ambienti residenziali, che risultano essere parte di un insieme armonico e leggero.

Foto davanzale con seduta
Foto © SCEG – Per l’intero progetto clicca qui
Foto davanzale attrezzato

Le grandi finestre occupano gran parte della facciata dell’edificio e garantiscono un’illuminazione dolce e naturale. Grazie alla funzionalizzazione studiata con cura, lo spazio “dietro finestra” diventa un angolo unico per estetica e praticità. 


Tende sì o tende no?

Per quanto riguarda l’utilizzo dello spazio intorno alla finestra, sarà bene ottimizzare l’intensità luminosa ed allo stesso tempo avere la possibilità di regolarne il flusso. A tal fine, una scelta importante riguarda la possibilità di inserire le tende interne. Tuttavia, ultimamente la tendenza è anche inversa: è il caso dei loft dove le vetrate vengono lasciate volutamente libere da ostacoli.  
Non esiste una soluzione migliore e sempre valida, in quanto nella scelta incidono molteplici aspetti come la privacy, la funzionalità e l’estetica. Se si ha a che fare con un’abitazione di tipo isolato, ci si potrà permettere di non inserire alcun elemento filtrante, in quanto, oltre a non essere presenti altri edifici all’intorno, spesso si gode di un bel panorama naturale. Se invece la residenza sorge in un contesto urbano densamente popolato, le tende interne assicureranno il giusto livello di privacy per i suoi abitanti. Un modello “a pacchetto” o “scorrevole” renderà l’elemento più flessibile e permetterà di aprirlo e chiuderlo secondo la necessità. Anche l’uso del davanzale con tali soluzioni non sarà compromesso. L’inserimento dei tessili dipende anche dalle esigenze del fruitore, dalle abitudini e dal contesto in cui ci si trova. È infatti emblematico come in alcuni paesi del nord Europa, le tende oscuranti non vengano mai utilizzate; ne sono un esempio la Francia e l’Olanda. Le ragioni di tale abitudine sono svariate e vanno dalla necessità di maggiori guadagni solari, soprattutto in inverno, a ragioni di tipo sociale e religioso. Per questi motivi risulta spontaneo coniare un nuovo motto: paese che vai, finestra che trovi ”.

Finestre e arredo 

E se la finestra fosse una preziosa cornice inserita all’interno dell’ambiente di casa più vissuto da sempre? La cucina con affaccio sull’esterno è sempre stato il sogno di tutti: poter preparare i pasti godendo della luce naturale e, quando possibile, del panorama circostante. Tuttavia, questa zona non si presta sempre all’inserimento del piano cottura, per ragioni di tipo compositivo e strutturale. Chi ne beneficia però, oltre ai vantaggi suddetti, può godere di un rapido ricambio d’aria, necessario e frequente, oltre ad un elemento compositivo pregevole. Il top potrà avere profondità diversa, a seconda delle dimensioni che si hanno a disposizione e sarà bene non collocare i fuochi in corrispondenza della finestra, per evitare che i flussi d’aria vadano a spegnere le fiamme. Tale vincolo potrà invece essere superato qualora la scelta ricada su una piastra ad induzione ma occorre fare le giuste considerazioni in merito al sistema di filtraggio. Inoltre, quello che risulta essere indispensabile è calcolare con precisione l’apertura del battente e la posizione della rubinetteria, al fine di non ostacolare l’uso corretto delle diverse componenti. Una scelta intelligente consisterà nell’inserimento di una finestra scorrevole così da non avere problemi in termini ergonomici.

Per visionare il disegno di una finestra scorrevole clicca qui

Finestra e davanzale interno: Foto cucina angolare con finestra angolare
Esempio di cucina con finestre lungo tutto lo sviluppo delle basi: suggestivo affaccio sul verde circostante 
Foto su Pexels

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