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Il nuovo CAM – Centro di Arte Moderna Gulbenkian

Fusione tra architettura contemporanea e contesto naturale circostante

Il nuovo Centro di Arte Moderna Gulbenkian (CAM), progettato da Kengo Kuma in collaborazione con lo studio associato OODA di Porto, non è solo un intervento architettonico, ma un progetto che si intreccia profondamente con la storia e la cultura di Lisbona. L’edificio si propone come un luogo di riflessione, di connessione tra l’arte, la natura e la città, rimanendo fedele alla tradizione della Fundação Gulbenkian, che conserva l’eredità del collezionista Calouste Gulbenkian.

Uno degli elementi distintivi dell'architettura del CAM è il tetto a sbalzo, che richiama la forma dello scafo di una nave, omaggiando così i grandi esploratori portoghesi. Questa scelta si inserisce in un discorso di continuità con la storia marittima del Portogallo, ma al tempo stesso evoca il concetto giapponese dell'engawa, un passaggio semicoperto tra l'interno e l'esterno tipico delle abitazioni giapponesi.
Questo spazio, che si trova al confine tra il chiuso e l’aperto, diventa metafora di un’architettura che non è rigida ma in continua evoluzione, capace di dialogare con l'ambiente circostante.

Kuma ha progettato una tettoia lunga 100 metri rivestita di piastrelle di ceramica portoghese, una scelta che unisce tradizione e modernità. La tettoia funge da elemento di protezione e al tempo stesso da punto di transizione tra gli spazi del museo e il giardino circostante, estendendo visivamente l’edificio nel paesaggio naturale. La nuova architettura si integra perfettamente con il giardino della Gulbenkian, che è stato ampliato e ripensato dal paesaggista Vladimir Djurovic per creare una vera e propria “foresta urbana”.

Questa fusione di natura e architettura è al cuore del progetto, come spiega lo stesso Kuma: l'intento è quello di favorire un dialogo armonioso tra l’edificio, la città e il verde circostante, creando uno spazio che inviti alla riflessione, alla pausa e al raccoglimento. L'architetto definisce il suo approccio come una "architettura morbida e a misura d’uomo", che si manifesta anche negli interni del CAM, progettati per essere fluidi e luminosi. La scelta di spazi "per sottrazione" e di aperture che permettono al giardino e alla luce naturale di entrare nell’edificio contribuiscono a rendere l'esperienza del museo non solo visiva, ma anche sensoriale, invitando i visitatori a rallentare e a vivere lo spazio in modo immersivo.

Con questo nuovo intervento, il CAM non si limita a essere un semplice contenitore di arte moderna, ma si propone come un luogo esperienziale, dove l'architettura stessa diventa parte integrante del patrimonio culturale e del quotidiano vissuto della città di Lisbona.