Claudio Mandelli 29 gen 2021 approfondimento 0 commenti

Come gli altri interventi inerenti allo stesso provvedimento, se si sfrutta la possibilità di cessione del credito, anche per l’ascensore non si sborsa un soldo.

Sembrerebbe che se nel condominio c’è almeno una persona in questa condizione, l’installazione di un ascensore possa essere annoverato tra gli interventi trainati e godere del superbonus del 110%.

Considerando l’età degli immobili e quella probabile di chi ci abita, la presenza fra i condomìni di una persona portatrice di handicap in situazione di gravità non è una condizione così remota. Serve una percentuale di invalidità superiore al 50% e che sia certificata la necessità di cure correlate all’infermità invalidante già accertata, ad esempio una patologia oncologica.

Sembra una situazione un po’ grottesca che fa venire in mente il film “Metti la nonna in freezer”: se abbiamo l’invalido in condominio, possiamo farci l’ascensore. E la cosa potrebbe avere una ricaduta non trascurabile sulla rivalutazione delle singole unità immobiliari, soprattutto se considerata assieme agli altri necessari interventi trainanti e a quelli trainati, nonché a quelli relativi al bonus facciate.

In sostanza si tratta di un deep retrofit davvero importante che non incide solo sui consumi energetici dell’edificio e delle singole unità immobiliari, ma anche sull’adeguamento funzionale, l’estetica e l’abbattimento delle barriere architettoniche, contribuendo ad un generale miglioramento del benessere, oltre che del comfort abitativo. Da tutto ciò è ovvio che derivi anche la rivalutazione della singola unità sul mercato immobiliare. Alla fine il vecchio edificio si può avvicinare parecchio ad un nuovo NZeb.
 
nZEB - nearly Zero Energy Buildings

nZEB - nearly Zero Energy Buildings | fonte: idrotermicacoop.it

 

Come funziona al momento l’installazione di ascensori e montascale in edifici che non ne sono provvisti?

Se il disabile vuole il servoscala e in assemblea non trova consensi, se lo paga, se lo detrae e se lo usa, tendenzialmente in modo esclusivo. Se qualcun altro in seguito volesse utilizzarlo dovrebbe pagare la quota di competenza (rivalutata nel tempo).
La cosa è ovviamente più complessa di così.
È opportuno convocare un’assemblea di condominio con la proposta dell’intervento nell’ordine del giorno, presentare progetto e preventivo, sottoporlo a votazione, ecc....
Ma anche nel caso in cui non si trovasse una maggioranza favorevole, o non si riuscisse nemmeno ad avere un’assemblea, l’interessato potrebbe procedere ugualmente a sue spese. Basta che non si intacchino negativamente le parti comuni, ledendo ad esempio la destinazione d’uso, alterando il decoro, pregiudicando il diritto d’uso altrui.

Ci sono varie detrazioni che possono essere di notevole aiuto al singolo condomino che desideri installare un servoscala, ma viene da pensare che se l’assemblea di condominio non si esprime con maggioranza favorevole ad un intervento straordinario di questo tipo (il che determina la suddivisione della spesa su base millesimale), il più delle volte si tratti di una questione di soldi, sia per l’installazione che per la manutenzione di quella che può essere ritenuta un’ innovazione gravosa . Ma se viene gratis, chi si oppone in assemblea? Nessuno. Anzi, lasciamo pur perdere il servoscala e facciamo l’ascensore che è molto meglio.
  
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