Architetture

Casa sul lago per un artista

Giuseppe Terragni – V Triennale di Milano Italia, 1933

La Casa sul Lago per un Artista era stata progettata dal Gruppo 7, in vista della V Triennale di Milano, mostra dell’abitazione moderna, per rappresentare una costruzione sperimentale di casa per artisti, che doveva essere realizzata sull’isola comacina, da poco in possesso dell’Accademia di Brera (Marcianò, 109). Il progetto verrà effettivamente costruito per la V Triennale di Milano del 1933, tenutasi nel nuovo palazzo che Muzio stava costruendo, a seguito della richiesta fatta al Gruppo 7 da parte della direzione artistica di partecipare, dopo l’esperienza monzese. A fianco alla Triennale, in parco Sempione, il regista dell’esposizione Giò Ponti, organizza la Mostra dell’abitazione, dove intende inserire diversi edifici, perfetti modelli di dimore moderne.
Come ricordava Gianni Mantero, in occasione di questo progetto, lavorare con Terragni era praticamente impossibile: “la sera si concordavano delle linee guida, di notte Terragni modificava il tutto e al mattino ci trovavamo di fronte ad un nuovo progetto” , anche se “L’intero Gruppo di Como firmò questa casa nel parco di Milano per la V Triennale.
Fu proprio di Terragni infatti l’iniziativa di realizzare la Casa per Artista su lago da inserirsi sull’isola comacina a rappresentare quindi un progetto realizzabile e non solo un prototipo decontestualizzato. ” […] Il prototipo (per vacanze) è un pittore con famiglia. Il portico sottopassante divide lo studio (in doppio volume) dalla residenza. Lo studio, chiuso a sud, presenta a nord una parete in vetro-cemento prolungata per due metri nel soffitto. Anche qui gli affreschi erano di Mario Radice. […] Il cliché del tipo d’Artista – scrive Terragni – che deve vivere e comportarsi in modo costantemente diverso da quello di tutti gli altri uomini, è disusato. La casa di un artista è la casa di un uomo intelligente, moderno e di gusto, che vive e lavora liberamente e semplicemente” .
La casa, a due piani, era orientata verso sud, dove lo spazio principale, lo studio dell’artista, era distaccato dal complesso e affacciava direttamente sul lago, tramite una parete completamente vetrata. La pianta viene così articolata in due spazi: lo studio dell’artista, chiuso a sud e aperto a nord tramite un parete di vetro – cemento che gira in copertura per circa 2 metri, alto 5,50 metri, e la casa vera e propria, raccordati da un porticato. Luce e colore dominano la composizione degli spazi. Le aperture garantiscono in maniera mirata la splendida vista sul lago.
Inoltre la casa era stata pensata per essere smontabile e di conseguenza era stata realizzata in acciaio con elementi strutturali standardizzati, mentre alla Mostra, per la durata breve dell’esposizione, era stata realizzata con una gabbia lignea; una versione viene studiata anche in cemento armato. Anche gli arredi, disegnati in parte da Terragni e in parte scelti da catalogo, erano stati studiati per essere facilmente modificabili o sostituibili a seconda del gusto dell’artista. L’idea di realizzare concretamente la casa per artisti sull’isola prese piede nel 1935 quando Terragni e Lingeri iniziarono a tessere rapporti dapprima con Gallavresi, commissario governativo dell’Accademia di Brera dopo la morte di Beltrami e poi successivamente con Valdameri, presidente dell’Accademia dal 1935. Il compito venne successivamente affidato al solo Lingeri, che attorno agli anni quaranta realizzò l’intervento sull’isola.
Fonte: http://www.maarc.it/opera/casa-sul-lago-per-lartista.

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