La città dei 15 minuti. Il vivere urbano di prossimità

Ripensare la mobilità urbana e promuovere stili di vita più sostenibili

La città dei 15 minuti. Il vivere urbano di prossimità

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Categoria

Urbanistica

Pubblicato il

02 Agosto 2025

La Città dei 15 Minuti promuove un nuovo modello di vita e di fruizione urbana che si basa sul concetto di prossimità. Questo modello promosso da Anne Hidalgo nel 2020, ripensa la mobilità urbana e promuove stili di vita più sostenibili. A fianco a questi due principi, sostiene anche le comunità affinché siano più coese.

La Città dei 15 Minuti inoltre supporta l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 che promuove un accesso sicuro e conveniente a tutti i servizi. Punta inoltre a ridurre l’inquinamento, ad aumentare le aree verdi, incentivando una mobilità a basso impatto.

In cosa consiste la Città dei 15 Minuti?

Alla base del modello della Città dei 15 Minuti c’è il principio per cui tutti i servizi essenziali debbano essere raggiungibili dai cittadini in un massimo di 15 minuti (a piedi o in bicicletta). Fra questi servizi ci sono ad esempio: il luogo di lavoro, gli ospedali, negozi, ecc.

Questo modello è stato teorizzato da Carlos Moreno per città a ridotto impatto ambientale, in cui si incentivino le relazioni sociali e e si rafforzi il senso di comunità. Diventa quindi una risposta alle problematiche delle grandi megalopoli in cui il cittadino spesso è marginalizzato rispetto ai servizi. Il teorico colombiano ha teorizzato questo modello che prevede che la città si suddivida in piccoli quartieri autosufficienti e in grado di fornire tutti i servizi necessari ai propri cittadini.

La Città dei 15 Minuti: un modello che si fonda su 4 principi

Carlos Moreno per la sua Città dei 15 Minuti ha teorizzato un modello che si fonda su 4 principi cardine in grado di rispondere alle problematiche delle grandi città.

  • Inclusività: intesa come accesso ai servizi. Ogni cittadino deve poter accedere in maniera equa ai servizi offerti dalla città.
  • Diversità: i servizi presenti nei quartieri devono essere variegati e molteplici, oltre a includere quelli essenziali.
  • Prossimità: i servizi devono essere raggiungibili in 15 minuti.
  • Sostenibilità: promuovere l’uso di mezzi di trasporto sostenibili, riducendo al massimo l’uso dell’automobile.

La Città dei 15 minuti: quali sono i vantaggi?

Tra i vantaggi del vivere in una Città dei 15 Minuti, c’è sicuramente un miglioramento del Work-life Balance. Infatti ripensare le città come un insieme di piccoli centri dove vivere, spostarsi, lavorare e accedere ai servizi, rappresenta un chiaro vantaggio per gli abitanti.

Potersi spostare a piedi o in bicicletta inoltre, riduce chiaramente le emissioni di CO2, riducendo così l’inquinamento e migliorando la qualità dell’aria. Questo migliora la salute e il benessere dei cittadini, riducento inoltre l’inquinamento sonoro delle città. Il modello prevede inoltre la presenza di parchi, aree verdi e strutture sportive in ogni micro area della città, promuovendo così uno stile di vita sano, incentivando inoltre l’attività sportiva.

Il modello incentiva la socializzazione, puntando a fortificare legami e a crearne di nuovi, riducendo le disugaglianze. Infine promuovendo il commercio di prossimità, limita gli effetti della globalizzazione incontrollata e dell’overtourism.

La Città dei 15 minuti: quali sono gli svantaggi?

Nonostante il modello promuova quartieri sostenibili, accessibili e inclusivi, rappresenta comunque un rischio per ciò che riguarda l’emarginazione sociale. Infatti c’è il pericolo che alcune aree della città si sviluppino in maniera non omogenea, restando comunque al margine.

Questo rischio non riguarda ovviamente tutte le aree della città, ma quei quartieri storicamente emarginati in grado di ricevere meno investimenti. Ciò porterebbe all’aumento delle disuguaglianze e fenomeni di emarginazione ancora più gravi.

Il miglioramento di alcuni quartieri rispetto ad altri, potrebbe estremizzare il fenomeno della gentrificazione. Ciò renderebbe la città ancora più respingente e inaccessibile, a causa dell’aumento ad esempio degli affitti e del costo della vita. Per rendere davvero efficiente e inclusivo il modello della Città dei 15 Minuti, è necessario che le amministrazioni pubbliche adottino politiche che garantiscano investimenti equilibrati. L’obiettivo è quello di prevenire il rischio che alcune parti di città e i cittadini vengano marginalizzati o addiritttura costretti a lasciare parti di città divenute inaccessibili ed economicamente insostenibili.

Parigi un modello di successo

Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, nel 2020 ha fatto della Città dei 15 Minuti uno dei capisaldi della propria amministrazione. Da allora sono state sviluppate nuove aree della città e rigenerati numerosi quartieri. Sono stati inoltre realizzati più di 100 parchi e aree verdi.

I quartieri periferici e quelli meno serviti, ricevono sostegni economici. Questo per sostenere i piccoli commercianti che altrimenti faticherebbero a restare aperti. Inoltre la mobilità locale è sostenuta da stazioni di ricarica elettrica.

Non solo Parigi, ma altre città nel mondo stanno cercando di promuovere il modello della Città dei 15 Minuti. Fra queste troviamo: Londra, Helsinki, Vancouver, Bogotà e Melbourne.

La Città dei 15 Minuti e le politiche di mobilità sostenibile

È chiaro che per soddisfare i 5 principi intorno ai quali ruota la Città dei 15 Minuti, è necessario attuare politiche di mobilità sostenibile. Costruire cioè reti e piste ciclabili, incentivare l’uso dei mezzi pubblici e promuovere modelli di mobilità condivisa. A fianco a questo inoltre è necessario prevedere l’uso di tecnologie che utilizzano dati e intelligenza artificiale per ottimizzare le risorse della città e ridurre i consumi.

Appare evidente che per seguire il modello della Città dei 15 Minuti, le Smart Cities giocano un ruolo chiave. Infatti l’integrazione fra nuove tecnologie e urbanistica sostenibile in futuro sarà sempre più forte. Tutto affiancato a politiche di mobilità sostenibile, interventi di rigenerazione urbana e creazione di aree verdi accessibili.

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