Il verde pubblico

Caratteri ed aspetti contemporanei

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01 Aprile 2021

1.  Il mutevole concetto di giardino nel corso della storia

Evoluzione

La parola giardino di matrice indoeuropea, risale al significato di recinto, luogo chiuso.
Il termine indica uno spazio protetto in cui è possibile trovare riparo e relax. I primi esempi di giardino hanno origini molto antiche: secondo le testimonianze storiche, nei territori della Mesopotamia sorgevano vere e proprie aree verdi sfruttate come frutteti e giardini databili al III millennio. Risalenti al II millennio invece, sono i primi esempi assiri, nella duplice variante di giardini pubblici e giardini appartenenti ai palazzi reali.

Spesso lo spazio adibito a verde assumeva un significato simbolico, talvolta sacro, quasi a rappresentare paradisi terrestri ricchi di specie vegetali dalle proprietà benefiche. In origine, il giardino segue uno schema strutturale preciso suddiviso in aree funzionali, adornato da filari di alberi e protetto dall’esterno attraverso una cinta muraria. Si tratta di un luogo di svago e relax ma allo stesso tempo viene sfruttato per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli e vino.

È importante osservare come la conformazione dei giardini pubblici muti nel tempo in strettissima relazione al cambiamento della città. Tali mutamenti sono dettati da necessità sociali a loro volta causate da contingenze di tipo storico. Mentre nella Grecia antica il giardino aveva scarsa importanza e fungeva da semplice ornamento delle più importanti piazze cittadine, a Roma i prata publica erano spazi verdi indispensabili per la quotidianità collettiva. Si trattava di appezzamenti di bosco intervallati da viali per il passeggio dove le persone si incontravano e trascorrevano il tempo libero in compagnia. Inoltre, l’introduzione nei giardini dell’elemento architettonico è merito dell’antica Roma: il colonnato (peristilio), il pergolato (periptero) e il tempio (tholos) avevano funzioni precise ed erano incorniciati da fiori, piante ed alberi.

Come anticipato, non bisogna dimenticare che lo spazio verde si modella sulle necessità reali del tempo, in quanto costituisce parte integrante del tessuto urbano. Per questo nel Medioevo, la necessità di difesa dagli attacchi esterni, costringe la città alla delimitazione muraria e riduce nettamente la disponibilità spaziale. Ne consegue la collocazione degli spazi verdi al di fuori delle mura e la destinazione degli stessi a prati e aree per tornei.  

Nell’epoca Rinascimentale si assiste ad una vera e propria rivoluzione per la progettazione del giardino: in relazione alla città in rapida espansione, esso viene visto come luogo prezioso che rimanda al mondo naturale. L’arte dei giardini coinvolge gli architetti più in auge del tempo, impegnati a studiare con minuzia forme e collocazione di alberi ed arbusti.

Successivamente si assiste ad un sopravvento dell’elemento costruito rispetto a quello piantato, per tornare nel ‘600 alla vegetazione che occupa spazi sempre più grandi e non più delimitati. Le ville aristocratiche aprono i cancelli dei sontuosi giardini privati, gettando le basi della concezione del giardino pubblico aperto a tutti. Il ‘700 è caratterizzato invece dall’introduzione di una prima classificazione dello spazio verde urbano distinto in giardino recintato, viale per il passeggio e giardino pubblico. Quest’ultimo trova grande sviluppo nel corso dell’800, diventando un vero e proprio fenomeno sociale in Inghilterra dove la popolazione è in forte crescita. La fascia meno abbiente dei cittadini che non gode del giardino privato, ha così la possibilità di trascorrere un po’ di tempo libero a contatto con la natura. Il fenomeno riscuote in breve tempo il consenso delle classi sociali più povere grazie alle quali si fa strada la figura professionale del paesaggista. I primi parchi pubblici in Francia e in Inghilterra erano composti da aree di sosta e aree di passeggio dotate di arredo urbano; presto il modello si diffonde in tutta Europa arrivando ai giorni nostri con i connotati attuali.

Funzione e struttura

Strettamente legata ai connotati della società, la funzione del giardino nel tempo si riflette direttamente sulla sua struttura. Nel corso della storia si susseguono alcune funzioni finalizzate a soddisfare precise esigenze: fornire zone d’ombra, di riparo e relax, esprimere magnificenza e sfarzo e ancora coltivare specie vegetali ed erbe officinali. 

In tutti i casi il giardino viene visto come spazio da curare e conservare, luogo di pace in grado di stemperare gli animi dalle difficoltà quotidiane.
Spesso ha assunto significato ascetico, visto come luogo di meditazione o è stato elemento rappresentativo del potere di casate e famiglie nobili (giardini privati). Inoltre, per lungo tempo lo spazio verde ha fornito la possibilità di studiare e conoscere le specie vegetali che lo componevano, facendosi utile mezzo per la conoscenza della botanica.

Le civiltà che si sono succedute nel corso della storia, si sono distinte considerando con maggiore o minore rilevanza i giardini e dedicando agli stessi un’attenzione più o meno profonda dal punto di vista della progettazione strutturale.
Nella Grecia antica il termine giardino ha connotati sacri; alla base si pone il concetto di gratitudine per la divinità che contribuisce alla fecondità del terreno. Solitamente recintati da mura, avevano un impianto geometrico e scandito secondo le diverse destinazioni d’uso: allevamento degli animali, filari di alberi da frutto, zona destinata al culto.
Per i Romani invece, il giardino ha una valenza sociale ed ornamentale, rifugio dalle fatiche quotidiane e luogo carico di significato religioso, un vero e proprio paradiso sulla terra. Si tratta di spazi, la realizzazione dei quali viene promossa per il popolo da parte dei ricchi Patrizi e successivamente degli Imperatori; recintati e costeggiati da portici, avevano una struttura complessa e ricca di fontane, statue, terrazze, panchine in pietra e tempietti. 

Nel corso del Medioevo le vicende storiche causano un forte cambiamento nella struttura del giardino; la crescente necessità di difesa porta ad una sempre minore apertura verso l’esterno e di ciò risente anche lo spazio aperto adibito a verde. Nasce il cosiddetto “Hortus conclusus”, chiuso da quattro mura, all’interno dei monasteri, ospitava al centro una fontana ed il restante terreno veniva impiegato per la coltivazione di piante medicinali e frutteti. Molto diversa è la situazione durante il Rinascimento in cui il giardino perde ogni valenza funzionale per divenire uno spazio destinato allo svago ed al piacere.

L’introduzione di parametri fissi nell’organizzazione spaziale, genera un disegno ben preciso del territorio. L’elemento artificiale prevale su quello naturale, il rigore e la simmetria si pongono alla base dello schema complessivo. L’acqua diventa elemento fondamentale: fontane, zampilli, giochi acquatici rendono il giardino ambiente quasi teatrale.
Nel periodo successivo, la società vive profonde trasformazioni e la città dell’800 lascia ampio spazio nell’utilizzo di elementi diversi. Per questo motivo non esiste un modello definito di giardino ma prevale un mix di stili e connotati provenienti dal passato.

Verde pubblico: funzione e struttura
A sinistra: antichi giardini sul Palatino, Roma. Al centro: schema Hortus Conclusus, l’orto dei semplici, Padova. A destra: giardino rinascimentale di Villa d’Este, Tivoli.
Fonti: http://www.beniculturali.it – http://www.padovamedievale.it

Nuova domanda sociale

Tra la fine dell’800 e il ‘900, il rapido aumento delle città e la costruzione di molti edifici, hanno causato la crescente necessità di introdurre spazi verdi urbani aperti al pubblico. Presto dalle città di maggiore entità, i parchi si sono diffusi anche nelle cittadine e nei paesi dove la richiesta di aree ad uso collettivo era in aumento. Con il trascorrere del tempo, questi spazi hanno assunto una sempre più specifica funzionalizzazione, distinguendosi in zone dedicate allo svago, al riposo, allo sport e al gioco.

Oggi si avverte una costante necessità di verde in città, non solo più finalizzato al benessere del singolo individuo ma anche all’equilibrio ecologico dell’intero assetto urbano. In un contesto cittadino mutevole, dove l’inquinamento rappresenta una seria minaccia al comfort psico-fisico dell’individuo, le aree verdi caratterizzano un indispensabile elemento di connessione sociale e un utile strumento migliorativo. Inoltre, a causa della progressiva standardizzazione dell’aspetto urbano, i cittadini hanno via via perso l’originario senso di appartenenza ad una comunità. Per ovviare a questo problema, vengono utilizzati gli spazi pubblici collettivi e nello specifico i parchi e i giardini di quartiere, in grado di rigenerare e creare socialità. Essi possono conferire un’identità specifica al territorio, favorire il comfort psico-fisico dell’individuo ed aumentare la vivibilità dell’ambiente.

La necessità di restituire un’immagine differenziata della città e dei luoghi destinati alla collettività, unita ai bisogni di una società molto più variegata di quella del passato, porta ad una concezione di verde meno vincolata a schemi prestabiliti. A differenza di alcuni periodi storici passati, oggi si suole preferire forme libere che seguano l’andamento morfologico del terreno e che si adattino alla realtà nella quale si collocano. Prevale un assetto vegetazionale di tipo estensivo che garantisce una più semplice fruizione degli spazi, costi di realizzazione contenuti ed una manutenzione semplice. Vengono impiegate maggiormente specie autoctone distribuite su tutta la superficie secondo la necessità d’ombra o soleggiamento e non secondo geometrie e disegni precostituiti. Il fine è quello di soddisfare non solo esigenze estetiche ma anche e soprattutto funzionali. L’area deve essere progettata secondo le proprietà del contesto in cui si colloca e al quale si deve integrare perfettamente; i percorsi interni e quelli esterni all’area devono essere collegati perfettamente per garantire il libero flusso di persone.     

2.  Il verde pubblico nella pianificazione urbanistica

Nel panorama attuale, si può riscontrare un rinnovato interesse per il tema del paesaggio e del verde urbano. Questo fattore è causato dalla crescente sensibilità collettiva per l’ambiente e dalla consapevolezza della preoccupante situazione odierna che vede messo in serio pericolo il territorio che abitiamo. È così che si fanno strada i movimenti ambientalisti e le associazioni per la tutela dell’ambiente che manifestano la necessità di leggi sempre aggiornate sui piani paesistici.
Nonostante questi primi passi verso una maggiore partecipazione collettiva, oggi la programmazione territoriale a livello comunale e la normativa non prestano la dovuta attenzione al verde urbano e alla sua tutela. Al passo con l’impegno politico internazionale in materia di sostenibilità, l’Italia ha introdotto nel 2013 una legge riguardante il verde pubblico e la sua tutela – legge 14 Gennaio 2013, n.10. Tuttavia si tratta spesso di premesse poco considerate all’atto pratico o comunque applicate sporadicamente e non a livello globale.
È necessario affrontare tale tema in maniera sistematica utilizzando gli strumenti di governo specifici attraverso i quali attuare le scelte di pianificazione e corretta gestione.
Seppure vi siano numerose differenze a livello comunale tra le città italiane, sono tre gli strumenti utilizzati dall’amministrazione per la regolamentazione dei territori urbani:

Strumento di analisi e monitoraggio: censimento del verde
Sezione in cui vengono analizzati il verde pubblico e quello privato presenti nel territorio urbano e peri-urbano. Viene inoltre riportata una classificazione delle specie principali e la relativa distribuzione individuata attraverso rilievo su carta.

Strumento normativo: regolamento del verde
Riguarda le norme relative alla progettazione, all’inserimento e alla futura gestione del verde. 
Vengono prese in considerazione le tipologie vegetali che possono essere impiegate a seconda del contesto e delle necessità.

Strumento di pianificazione strategica: piano del verde urbano
Gestisce le modalità di attuazione degli interventi relativi al verde pubblico.
Ad essi si aggiungono il Piano di monitoraggio e gestione del verde, variabile di anno in anno a seconda delle esigenze comunali e finalizzato a garantire ai cittadini servizi soddisfacenti e il Sistema informativo del verde.

Il Piano del Verde Urbano

Il Piano del verde urbano costituisce lo strumento che determina l’insieme degli interventi atti a favorire lo sviluppo quali-quantitativo del verde urbano e si occupa della sua gestione e manutenzione misurata rispetto al contesto specifico.
Se applicato correttamente, può apportare molti benefici ambientali, riducendo l’impatto dell’attività urbana sul territorio, al fine di restituire la struttura verde ambita dagli stessi cittadini. Il Piano del Verde Urbano è parte integrante della pianificazione strategica territoriale ed è composto dalle seguenti sezioni:

  • Quadro conoscitivo
  • Piano di indirizzo
  • Norme tecniche di attuazione

Troppo spesso il Piano del Verde viene erroneamente considerato uno strumento di settore a sé stante, quando invece si tratta di un documento complementare all’intera pianificazione urbanistica. Esso infatti, è utile per conoscere, prevenire e conservare il territorio oggetto di progettazione. Inoltre il Piano del Verde urbano dovrebbe coinvolgere la popolazione nelle scelte progettuali e nei processi decisionali che riguardano i territori da essa abitati. Differentemente da altri paesi europei, in Italia la pianificazione paesaggistica non è affidata al consiglio comunale bensì è gestita a livello provinciale con i Piani Territoriali di Coordinamento provinciale. Sarebbe buona pratica invece, istituire il Piano Regolatore Generale (PRG) tenendo conto dell’assetto ambientale, coordinando così i vari aspetti in un unico strumento considerato a livello globale che regoli l’edificato e le infrastrutture sulla base della pianificazione paesaggistica. Questa struttura disordinata e priva di comunicazione non favorisce nel paese una progettazione condotta secondo coscienza e nel rispetto dell’ambiente. Infatti, secondo una recente analisi condotta dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nonostante il crescente interesse in tema di sviluppo sostenibile e tutela ambientale, sono pochi gli Enti in Italia ad aver predisposto il Piano del verde urbano. Infatti, sono solo 7 le città ad avere applicato i principi di questo strumento: Milano, Venezia, Bologna, Parma, Prato, Reggio Calabria e Cagliari.

Questa cattiva abitudine genera nelle città che abitiamo, numerosi problemi di tipo gestionale e di manutenzione. Ad esempio l’assenza o la scarsità di zone verdi integrate al costruito, la bassa qualità dell’ecosistema, giardini e parchi poco frequentati e di conseguenza poco sicuri.
Occorre quindi agire a tutte le scale, tenendo ben saldo un piano che consideri la città in tutte le sue parti e soprattutto il verde, indispensabile elemento di connessione dell’intero tessuto urbano.

Classificazione del verde

Le politiche relative al verde urbano, come già accennato, spesso si rivelano carenti anche a causa della scarsa informazione sugli spazi adibiti a verde all’interno delle città. La diretta conseguenza è data dalla disinformazione collettiva del valore di questa risorsa purtroppo sottovalutata: è necessario introdurre un sistema informativo globale, accessibile a tutti, in grado di monitorare e gestire questo patrimonio collettivo.                                                                               

A tal fine è stata stilata una classificazione tipologica delle aree verdi urbane:

SPAZI VERDI A LIVELLO DI QUARTIERE → ne fanno parte i giardini pubblici, quelli di pertinenza delle residenze, gli spazi per il gioco, il verde a servizio di aree commerciali e produttive.

SPAZI VERDI A LIVELLO COMUNALE → ne fanno parte il verde destinato ad attrezzature sportive di rilievo urbano, parchi pubblici di medie dimensioni, aree boschive o di fascia fluviale.

ELEMENTI CONNETTIVI PER LA REALIZZAZIONE DI RETI DI SPAZI VERDI  → piste ciclabili, viali alberati, aree pedonali.

La classificazione tipologica deve prendere in considerazione tutte le caratteristiche degli  spazi che considera, comprese le dimensioni.
A tal proposito la suddivisione secondo le classi dimensionali prevede:

  • SPAZI PICCOLI → giardini inferiori ai 1.500 mq
  • SPAZI MEDIO – PICCOLI → giardini compresi tra i 1.500 m2  e i 5.000 mq
  • SPAZI MEDIO – GRANDI → giardini compresi tra i 5.000 mq  e i 10.000 mq
  • SPAZI GRANDI→ parchi superiori a 10.000 mq

Come si può notare, il passaggio da giardino a parco avviene oltre i 10.000 m2 di superficie. Nell’analisi e nella gestione del verde urbano si fa riferimento ad alcuni indicatori in grado di segnalare situazioni di criticità o scarsa fruizione. Essi sono la funzionalità, i servizi e l’arredo, la sicurezza, la qualità estetica, i fattori di pressione dal contesto e la manutenzione.
Dal punto di vista della funzionalità è preferibile organizzare l’area in zone attrezzate e studiate per un uso specifico così da favorire la socializzazione tra utenti diversi e prevenire possibili fenomeni conflittuali.
Sarà così ottimale recintare l’area destinata al gioco dei bambini e quella destinata ai cani, anche per assicurare la sicurezza di tutti i fruitori. L’arredo sarà di fondamentale importanza e necessario alla differenziazione d’uso: sedute comode e tavoli ricreativi per gli anziani, posteggi per le biciclette, servizi igienici e cestini per la raccolta dei rifiuti. Inoltre tutti gli spazi devono essere facilmente accessibili: gli ingressi e le uscite ben visibili e tangibili, i percorsi privi di ostacoli e le barriere architettoniche assenti.  

È fondamentale che durante la fase progettuale si tenga conto dell’aspetto funzionale ma anche di quello relativo alla qualità estetica in quanto essa costituisce un importante valore aggiunto che spinge a frequentare maggiormente l’area. L’afflusso di persone rende così gli spazi frequentati e più vivi e dà un senso di maggiore sicurezza. Nonostante un progetto accurato che tiene conto dei fattori sopra citati sia la base per la creazione di spazi collettivi ben riusciti, vi sono alcuni elementi che talvolta possono comprometterne l’equilibrio.
Si tratta dei fattori di pressione esterna e della gestione degli spazi nel corso del tempo. Ad esempio, la presenza di strade a traffico elevato caratterizza la minaccia maggiore in termini acustici e di inquinamento atmosferico. Anche la vicinanza di ferrovie costituisce motivo di forte disturbo per il rumore prodotto.

Per quanto concerne la manutenzione invece, costituisce chiaro indicatore della qualità fisico-ambientale dell’area verde; la cura del manto erboso, talvolta molto impegnativa, dovrebbe essere prerogativa fondamentale al fine di mantenere la superficie continua e priva di zone sterrate. I percorsi devono essere puliti e sprovvisti di ostacoli, gli elementi d’arredo efficienti e in buono stato conservativo. Inoltre è importante mantenere l’area pulita, non devono esservi rifiuti ed escrementi di cane. Naturalmente il senso civico dei fruitori è elemento determinante per la qualità degli spazi collettivi, troppo spesso preda di noncuranza e mancato senso di appartenenza.

FUNZIONE DEL VERDE

L’ambiente urbano si presta ad accogliere gli spazi verdi come elementi attivi dalle svariate funzioni; essi assolvono al ruolo di incubatori sociali per attività sportive e di svago e migliorano le condizioni ambientali ed estetiche della città. Per questo motivo, oggi il verde urbano ha assunto un’importanza rilevante mutando la sua funzione da mero elemento residuale ad attore necessario alla collettività. 
In seguito vengono annoverate alcune delle funzioni che riveste il verde urbano, che contribuiscono al miglioramento delle condizioni psico-fisiche dell’individuo che vive la città e conducono alla rinaturalizzazione dell’ambiente cittadino.

Funzione ecologica

Come risaputo, in città è presente un eccesso di anidride carbonica causato dai motori dei veicoli, dalle attività domestiche e dall’azione degli impianti industriali e residenziali.  
Attraverso il processo di fotosintesi, i vegetali sono in grado di catturare e trattenere le polveri sospese in atmosfera, liberando in un secondo momento ossigeno. Anche le distese erbose dei prati e del suolo adibito a verde esercitano una funzione purificante poiché posizionate alla stessa altezza dei gas di scarico delle auto. Le particelle inquinanti presenti nel pulviscolo atmosferico vengono catturate dalle foglie che hanno capacità differenti a seconda della grandezza e delle caratteristiche delle foglie stesse. Gli alberi trattengono un quantitativo di polvere molto più alto rispetto al manto erboso che a sua volta ne intercetta una quantità di sei volte superiore rispetto alle superfici lisce. Inoltre le specie vegetali sono in grado di contribuire alla corretta regolazione termica: le masse verdi evitano l’eccessivo riscaldamento del suolo bloccando l’evaporazione dell’acqua contenuta al suo interno. È così che un albero raffresca l’ambiente con la capacità pari a quella di cinque condizionatori di media potenza; ciò equivale ad un risparmio del 40% in termini economici ed energetici per il condizionamento termico estivo.

Funzione acustica

l rumore viene considerato un rilevante fattore di inquinamento poiché causa ingenti danni psico-fisici sugli individui. Il contesto urbano è sempre più caratterizzato dalla presenza di numerose fonti di rumore e per questo motivo le aree verdi devono contribuire all’attenuazione dei danni che ne conseguono. A tal fine, vengono inseriti nelle aree verdi  collettive, gli schermi antirumore che agiscono tramite assorbimento, riflessione o deviazione dell’energia sonora. Un altro metodo è quello dell’attenuazione del suono, ottenuta tramite un allungamento del percorso delle onde sonore dalla fonte al punto di ricezione.                     
Le barriere vegetali agiscono con più o meno intensità a seconda delle caratteristiche delle piante impiegate: sono perfette le specie con fogliame presente anche nella parte bassa del tronco e sempreverdi per garantire protezione durante tutto l’anno. Il risultato protettivo varia anche a seconda dello spessore e dell’altezza dello schermo, infatti la soluzione più vantaggiosa è caratterizzata dalle siepi alte e con uno spessore di almeno 5 metri. Le barriere verdi sono anche ottime soluzioni per l’isolamento visivo.

Funzione igienica

Sin dall’antichità è stato dimostrato che la presenza dell’elemento verde nell’ambiente antropizzato migliora le condizioni di vita dell’individuo. La vegetazione infatti aiuterebbe a mantenere un equilibrio dal punto di vista dell’igiene dei luoghi e di conseguenza del benessere della persona.

Funzione sociale

Dal punto di vista ricreativo, gli spazi adibiti a verde risultano perfetti per la corretta crescita del bambino che può giocare ed interagire all’aria aperta. Le aree salubri e protette dal resto della città non sono utili solo ai più piccoli ma anche ad adulti ed anziani che possono qui incontrarsi, praticare sport e riposarsi nel tempo libero. Inoltre è riconosciuta anche la funzione terapeutica dell’elemento verde poiché in un ambiente ricco di vegetazione l’uomo viene “alleggerito” dal sovraccarico dei pensieri e delle preoccupazioni quotidiane.
È stato dimostrato infatti, che alla vista di alcune specie vegetali, la pressione sanguigna e la tensione  muscolare dell’uomo si abbassano.

Funzione estetica

Nonostante la tendenza attuale consideri principale l’aspetto funzionale delle aree a verde attrezzato, l’estetica non è elemento da trascurare. Oltre al miglioramento dell’intero ambiente urbano, uno spazio ben progettato dal punto di vista formale assicura una differenziazione dalla monotonia dei fabbricati e delle strade.
Inoltre le aree ricche di vegetazione migliorano scorci e visuali cittadine, il potenziale delle quali talvolta non viene nemmeno preso in considerazione.

Schema funzionale del verde nel tessuto urbano
Schema funzionale del verde inserito nel tessuto urbano

3.  Il giardino e il parco pubblico

A partire dai primi del ‘900 fino ad oggi, gli spazi verdi urbani hanno assunto un ruolo sempre  
più importante per i cittadini e il parco ed il giardino di quartiere ne sono l’esempio più diffuso. 
Entrambi sono caratterizzati da un’area inserita nel contesto urbano, di dimensioni variabili e che ospita vegetazione e zone adibite a funzioni specifiche.

Differenze e analogie

A differenza di epoche passate in cui ci si sentiva costretti a seguire schemi formali rigidi, oggi le aree verdi vengono concepite come un mix che fonde l’aspetto formale a quello funzionale.
Nel contesto del paesaggio urbano contemporaneo, i parchi ed i giardini pubblici rivestono un ruolo fondamentale per il legame tra l’uomo e l’elemento naturale ormai quasi perduto.
Entrambi sono chiamati a rispondere ad esigenze simili (ludiche, di svago, ricreative, sportive), devono essere facilmente raggiungibili dall’intero tessuto urbano e devono garantire a tutti un’agevole accessibilità. Sono tuttavia riscontrabili alcuni aspetti che differenziano il parco urbano dal giardino di quartiere, primo tra tutti la dimensione: si inizia a parlare di parco urbano a partire da 10.000 m2 di superficie, mentre al di sotto di tale valore si parla di giardino.

Il parco urbano, molto vasto, si colloca spesso ai margini della città e assolve ad una funzione di tipo igienico-ricreativa. Grazie alle sue dimensioni generose, sono molte le attività che vi si possono collocare; si tratta di vere e proprie aree funzionali strutturate secondo schemi e regole standard. La soluzione a prato è quella predominante poiché di facile manutenzione, ed è volta ad evidenziare la vastità d’insieme.                                                                                       
Qualora il parco si trovi in zone interessate dall’espansione suburbana, si potrebbero trovare zone adibite ad orti e spazi che ricreano specifici habitat naturali, al fine di sviluppare e tutelare specie animali che contribuiscono all’equilibrio ecosistemico.

È possibile classificare i parchi in:

  • PARCHI URBANI → medie dimensioni, aspetto formale, attività ludico-ricreative
  • PARCHI METROPOLITANI → grandi dimensioni, grande affluenza di utenti
  • PARCHI DI CINTURA METROPOLITANA → tutela ecologica, attività agricole

In linea generale si può notare come ad una maggiore presenza della componente vegetale, corrisponda una minore intensità di progettazione della componente architettonica. 
Per quanto riguarda i giardini di quartiere, si tratta di spazi verdi dalle dimensioni contenute, introdotti nella prima metà del ‘900 che presto si diffondono a macchia d’olio all’interno del tessuto urbano. Oggi essi assolvono un’importante funzione sociale poiché fruibili quotidianamente dagli abitanti del quartiere che li considerano punto di riferimento e d’incontro. La progettazione di questi spazi richiede molta attenzione poiché è previsto un intenso flusso di persone in spazi limitati.                                           
Di seguito vengono riportati alcuni piccoli accorgimenti progettuali, utili all’utenza: una corretta collocazione degli arbusti assicura l’alternanza di zone d’ombra e zone soleggiate; la scelta delle specie vegetali può essere varia ma deve implicare una manutenzione poco impegnativa; sono da prediligere tipologie autoctone; l’alternanza di zone verdi a spazi pavimentati ed attrezzati garantisce il facile svolgimento di attività ricreative, sportive e di momenti di sosta; l’assenza delle barriere architettoniche dev’essere garantita in maniera incondizionata sin dalle prime fasi progettuali, così da permettere l’accesso anche ai portatori di handicap.

Per quanto riguarda il progetto del giardino di quartiere, esso deve prevedere più di ogni altro, la corretta integrazione con il contesto. La scelta della flora, ad esempio, va fatta studiando le specie locali: è necessario uno schema di tipologie autoctone che replichino i biomi più diffusi sul territorio specifico. Grazie alla presenza di arbusti e vegetazione, il giardino di quartiere riduce gli effetti dell’“isola di calore” tipici dell’ambiente urbano, diminuendo anche l’azione degli inquinanti. Inoltre, poiché le attività svolte all’aria aperta sono strettamente legate ai ritmi quotidiani e alla vita che si svolge all’interno degli edifici, è necessaria la stretta relazione tra la progettazione dei giardini e degli edifici circostanti.
Dal punto di vista sociale, si tratta di aree verdi raggiungibili per lo più a piedi da anziani e bambini, strettamente integrate al tessuto abitativo. Il giardino di quartiere, a differenza del parco, per le sue piccole dimensioni e la sua capacità di aggregazione, costituisce un punto  di riferimento per gli abitanti di uno specifico territorio. Grazie ad esso, i cittadini si sentono parte di una comunità (sentimento spesso troppo sbiadito negli ambienti urbani contemporanei) e sviluppano la capacità di interagire e socializzare tra loro. 

Tre esempi milanesi

Parco Sempione, Milano

Si tratta di un parco urbano sito nell’area adiacente al Castello Sforzesco della città di Milano. Risalente al 1893, occupa una superficie pari a 386 000 m2 e costituisce un importante esempio di parco in stile Romantico all’inglese. Con il suo impianto irregolare, Parco Sempione si contrappone alla pianta della città molto ordinata. Interamente recintato, al suo interno contiene molte specie vegetali e una differenziazione di spazi dedicati al gioco, alle attività sportive, ricreative e agli animali. Oggi i grandi spazi che costituiscono questa vasta area verde vengono sfruttati per importanti eventi e manifestazioni meneghine. 

Mappa Parco Sempione a Milano. Fonte: Google Maps
Verde pubblico: parco Sempione Milano
Parco Sempione con il Castello Sforzesco sullo sfondo. Foto di Dimitris Vetsikas su Pixabay

Parco Forlanini, Milano

Il parco viene inaugurato nel 1970 e con una superficie pari a 750 000 mq si colloca di fronte all’aeroporto di Milano Linate. Si tratta di un parco metropolitano che conserva ancora, in parte, attività agricole. Completamente privo di recinzione, oggi è in continua espansione e trasformazione anche grazie al contributo di Associazioni e cittadini che si impegnano quotidianamente nella sua gestione. Poiché occupa un’area molto vasta, sono svariate le specie vegetali e appartenenti alla fauna locale che lo contraddistinguono.

Verde pubblico: planimetria Grande Parco Forlanini Milano
Planimetria del Grande Parco Forlanini, Milano. Fonte: http://www.comune.milano.it
Verde pubblico: percorso ciclopedonale del Grande Parco Forlanini Milano
Percorso agricolo ciclopedonale all’interno del Grande Parco Forlanini, Milano.
Fonte: http://www.comune.milano.it

Parco Regionale Agricolo Sud, Milano

Si tratta di un parco della Regione Lombardia che comprende parte del territorio di Milano e dei comuni a sud, est e ovest. Costituito nel 1990, nasce al fine di tutelare il paesaggio e dotare il territorio di un grande polmone verde. La superficie totale misura 46 000 ha e il  paesaggio è quello tipico della Pianura Padana costituito da coltivazioni, qualche area boscata e numerosi corsi d’acqua (Lambro meridionale, Naviglio Grande e Pavese). 
Per quanto riguarda la fauna, essa è concentrata soprattutto nelle zone naturali del parco mentre la maggiore percentuale di vegetazione si distribuisce lungo le rive dei fiumi.

Verde pubblico: parco regionale a Milano
Viste del Parco Regionale Agricolo sud, Milano.
Fonte: http://www.agraria.org/parchi/lombardia/agricolosudmilano.htm 

Il giardino di quartiere

A differenza del passato, oggi, il verde pubblico non viene più considerato elemento   trascurabile e finalizzato a riempire semplici spazi residuali ma costituisce aspetto di primaria importanza che necessita di un vero e proprio iter progettuale. È buona prassi quindi, seguire alcune regole affinché il progetto del giardino pubblico risulti efficace nella realtà concreta.

PARAMETRI PER UNA CORRETTA PROGETTAZIONE

Alla base di ogni intervento, è necessario condurre un’attenta ricerca sul contesto specifico; è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’ambiente in cui si opera valutandone vincoli  e potenzialità. Ad esempio, nel caso di una zona esterna sgradevole, il giardino potrà assumere una conformazione chiusa, volta ad isolare l’area verde dal contesto. Se invece sono presenti scorci urbani interessanti, è preferibile una composizione aperta o mirata, al fine di indirizzare l’attenzione verso i punti più pregevoli. In ogni caso, il giardino dev’essere parte  integrante del tessuto urbano e garantire la coerenza tra ambiente costruito e habitat naturale.  Di seguito vengono elencati alcuni dei parametri utili per assicurare armonia progettuale in rapporto al contesto.

Unità di progettazione
Prevede la scelta di un elemento che funzioni da matrice rispetto a tutto ciò che andrà a comporre lo spazio verde di quartiere. In alcuni casi può essere il prato rapportato agli arbusti o una specie vegetale che predomina sulle altre che susseguendosi restituiscono un’apprezzabile armonia d’insieme.

Proporzioni e suddivisione degli spazi
Al fine di ottenere un insieme compositivo armonico, è necessario, una volta definita l’unità di progettazione, mantenere le proporzioni. Le forme in volume di arbusti ed elementi costruiti devono essere calibrate in modo da non differire con le forme espanse di prati, percorsi ed elementi d’acqua. Deve crearsi inoltre, il giusto equilibrio tra volumi diffusi e volumi definiti in materia di piante ed arbusti; i primi garantiscono leggerezza grazie al fogliame mobile,  i secondi seguono un disegno preciso e più formale.

Gradualità
Ogni elemento che compone un’area verde, è opportuno che segua una precisa gradualità volta a garantire una piacevole armonia d’insieme. La corretta progressione tra masse e volumi,  consiste nel susseguirsi di piani vegetazionali diversi che si manifestano con altezze crescenti che vanno dal livello erbaceo a quello arbustivo ed infine arboreo.

Scelta dei colori
La scelta cromatica in fase progettuale è elemento di fondamentale importanza. 
Oggi la svariata scelta di prodotti e finiture colorate permettono di raggiungere risultati ottimali dal punto di vista estetico, a patto di scegliere in maniera consapevole. 
La conoscenza dei fondamenti della teoria del colore (complementarietà, contrasto, armonia) è utile ai fini progettuali per ottenere viste e scene piacevoli.

Scelta delle piante
Il verde urbano viene selezionato in base alla destinazione, alla forma e all’utilizzo dell’area verde alla quale è destinato. Premesso che il verde si divide in verde d’arredo e verde funzionale, vi sono alcuni parametri che possono guidare la scelta delle specie specifiche.               
Uno dei primi elementi da considerare è la conformazione geomorfologica del suolo su cui si opera: profondità, umidità, pendenza, esposizione del terreno saranno elementi determinanti.  
Seguono gli aspetti climatici, ambientali, quelli legati al tessuto urbano e all’estetica. Questi ultimi variano a seconda delle caratteristiche delle specie vegetali, quali fogliame, fiori e frutti.      

Il giardino come luogo piacevole e fruibile da parte di tutti Affinché un luogo possa essere definito piacevole, è necessario che vengano soddisfatti alcuni requisiti qualitativi, fondamentali per la comoda fruizione.
Nel caso delle aree verdi comunali, tali elementi sono rappresentati da quattro indicatori: accessibilità del luogo, attività svolte, comfort e valenza sociale dell’area.

Accessibilità
Prerogativa fondamentale di tutte le aree pubbliche è che esse siano ben visibili e facilmente raggiungibili da tutti. Collegate correttamente dai mezzi pubblici, devono essere notate anche da distanze medio-alte ed essere provviste di spazio per la sosta delle auto. Inoltre è basilare che gli spazi interni siano percorribili, agevoli e privi di barriere architettoniche.

Comfort ed estetica
Sicurezza ed igiene sono garanti di comfort e benessere nelle aree pubbliche. Gli spazi devono essere fruibili e provvisti di sedute da utilizzare all’occorrenza; infatti spesso l’assenza di arredo urbano nelle aree verdi pubbliche è la causa principale del mal funzionamento delle stesse. 

Attività
Danno unicità al luogo rendendolo desiderabile da parte delle persone che così vi fanno ritorno. In caso di assenza di poli attrattori o di attività svolte infatti il luogo rimane deserto.

Socialità
L’attività sociale rende lo spazio più attrattivo e favorisce il senso di appartenenza dei cittadini  rispetto ad un’area specifica.
Troppo spesso queste buone pratiche di progettazione vengono ignorate e la diretta conseguenza è la non funzionalità dello spazio. Molti luoghi infatti vengono concepiti più per essere guardati che frequentati tutti i giorni. Spesso infatti mancano fulcri attrattori, gli ingressi sono nascosti e poco invitanti e la vegetazione incolta ostruisce i passaggi. 
I percorsi interni ed esterni rispetto all’area verde andrebbero concepiti in stretta relazione al contesto ricordando che il flusso delle persone è direttamente proporzionale all’accessibilità  e alla visibilità dello spazio.

Abbattimento delle barriere architettoniche
Poiché la corretta progettazione è finalizzata al libero e agevole uso dei beni, è necessaria la  totale assenza di tutti quegli elementi che limitano o ostacolano la fruizione degli stessi.
Si tratta delle così dette barriere architettoniche che spesso costituiscono oggetto di numerosi dibattiti. Tutti devono avere uguali opportunità indipendentemente dal grado di capacità motoria e sensoriale e a tal fine vige il D.P.R. 503/1996, decreto inerente alle norme relative all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici, nelle aree e nei servizi pubblici.
I criteri di progettazione devono basarsi sui principi di accessibilità, visitabilità e adattabilità; la persona portatrice di handicap infatti, deve poter fruire in modo autonomo e visitare il  luogo pubblico senza difficoltà. 

Di seguito vengono analizzati gli elementi considerati dalla normativa vigente. 

PERCORSI
Ottimali qualora sorgano su superficie piana, i percorsi devono possedere larghezza minima di 0,90 mt e ogni 10 mt di lunghezza presentare spazi più ampi che consentano l’inversione di sedie a rotelle.
La pendenza massima consentita è pari al 5-8%, sono necessari spazi orizzontali di sosta ogni 10 mt e non devono esservi ostacoli. In fase progettuale la larghezza ottimale da tenere conto per la creazione di percorsi agevoli per tutti è pari a 1,5/2,00 mt. 

RAMPE
La larghezza minima delle rampe deve essere pari a 1,5 mt al fine di consentire l’accesso a due persone su sedia a rotelle qualora si incrocino. Inoltre deve essere sempre presente un ripiano orizzontale di misura 1,5×1,5 mt ogni 10 mt per consentire il cambio di direzione.
Occorre che l’andamento della rampa sia regolare e che sia inserito un corrimano  di altezza pari a 0,90-1 mt, ambo i lati. La pendenza massima delle rampe è pari all’8%.
È inoltre fondamentale a livello del pavimento, un segnale materico di inizio e di fine rampa che possa essere percepito dagli ipovedenti.

dwg sezione tipo rampa con pianerottolo per manovra sedia a rotelle
Sezione tipo di una rampa con pianerottolo per manovra con sedia a rotelle
Disegno dwg: https://www.archweb.com/downloads/category/disabilita/ 

PAVIMENTAZIONE

Sin dalle prime fasi progettuali, è di fondamentale importanza considerare la conformazione materico-strutturale della pavimentazione esterna propria di aree comuni e spazi verdi. Essa dovrà essere studiata al fine di sopportare i sovraccarichi previsti nel corso del tempo e la superficie dovrà essere antisdrucciolevole. Occorre che i percorsi siano facilmente  individuabili, talvolta anche ricorrendo ad una differenziazione cromatica o materica, purché essa non causi dissesti o dislivelli. Questi ultimi sono ammessi fino ad un’altezza massima di 2,5 cm e qualora essa sia maggiore, occorre inserire rampe di raccordo con pendenza massima del 15%. 

SEGNALETICA

La segnaletica informativa è ottimale nelle aree verdi comuni e permette all’utenza di capire se sono state adottate particolari soluzioni che facilitano la fruizione da parte dei disabili.            
Per i non vedenti occorre inserire segnaletica fonica o pannelli scritti in Braille utili per orientarsi e comprendere eventuali situazioni di pericolo.

Targa tattile informativa
Esempio di targa tattile informativa. Fonte: http://www.sand-italia.com

ARREDO URBANO

Per quanto riguarda l’arredo inserito nelle aree verdi, esso dev’essere utilizzato da tutti senza discriminanti. I componenti devono risultare sicuri, confortevoli, accessibili, durevoli nel tempo e piacevoli alla vista.  

La composizione del giardino

Suolo
Il progetto dello spazio verde pubblico parte dall’analisi del contesto e della conformazione spaziale e naturale del luogo. La qualità e la salubrità della zona dipendono da molti fattori, primo tra tutti il suolo.
Il paesaggio cambia continuamente in relazione alle forze naturali proprie degli agenti atmosferici e dei cambiamenti climatici. Per questo motivo occorre adottare le migliori soluzioni per ottimizzare le prestazioni del suolo, evitando il suo deterioramento. È quindi chiaro come una delle esigenze preliminari sia quella di preservare la qualità del suolo in relazione alle funzioni che vi saranno collocate. Per fare ciò è fondamentale mantenere il massimo livello di permeabilità del terreno attraverso sistemi di drenaggio. Inoltre occorre porre la massima attenzione nel preservare la fertilità del terreno e la sua componente biologica, poiché spesso l’area di intervento per la realizzazione del giardino pubblico presenta terreni eterogenei e variabili. Infatti può capitare che la componente organica del suolo sia molto bassa; in questo caso si procede con un intervento di correzione del substrato. È fondamentale essere consapevoli che il suolo costituisce l’elemento base dal quale dipende l’effettiva qualità di tutto ciò che compone l’area verde in superficie e per questo uno degli obiettivi primari è quello di mantenere il giusto equilibrio naturale del terreno. 
La stratificazione deve garantire permeabilità e dev’essere costituita da materiali sovrapposti che si sposino con la natura del luogo. Fattore importante da considerare è inoltre, la gestione dei dilavamenti meteorici sui suoli pavimentati ed inerbiti. Attraverso canali specifici, le acque vengono indirizzate verso le aree di infiltrazione o verso la rete di smaltimento centralizzata garantendo il ciclo idrico. 

Accessi e passaggi
All’interno dell’area verde pubblica, gli accessi ed i percorsi costituiscono un importante elemento per la comoda fruizione dell’utente. Progettati per essere facilmente percorribili ed accessibili a tutti, sono costituiti da materiali in grado di sopportare il traffico pedonale e ciclabile. Dev’esserci un collegamento diretto tra i percorsi interni e quelli esterni in modo da consentire continuità tra l’area verde e il lotto di pertinenza e garantire il maggior flusso possibile di persone che dal quartiere si recano nel giardino.  
Per quanto riguarda i materiali utilizzati nella costruzione di viali e passerelle, essi devono essere confortevoli e durevoli nel tempo.

In superficie, l’uso di materiali permeabili, come la ghiaia, evita l’impiego di specifici dispositivi di gestione delle acque piovane, riducendo nettamente i costi complessivi del progetto. Inoltre la scelta dei materiali è connessa al flusso di utenza previsto, alle condizioni climatiche, alla futura manutenzione e all’uso diversificato dell’area. È interessante capire come i percorsi si modellino sulle esigenze del fruitore: il movimento e le necessità sono determinanti. La tendenza comune è quella di muoversi lungo un tragitto verso un obiettivo, individuando dei punti intermedi (soste) ed evitando ostacoli e situazioni avverse. In funzione del percorso poi, occorre studiare la sezione tipo e il fondo così da garantire la sicurezza degli utenti. Ad esempio, le pavimentazioni dei percorsi pedonali e ciclabili non dovranno essere né troppo lisce né troppo ruvide e la diversa velocità di movimento di ciclisti e pedoni implicherà l’uso di materiali differenti.

Oggi la scelta del materiale da adottare viene effettuata in base ai requisiti di colore, tessitura e consistenza; inoltre le lavorazioni industriali permettono ai materiali artificiali di ottenere una resa molto simile a quella naturale, godendo di benefici dal punto di vista economico e della manutenzione. Negli ultimi anni inoltre, il materiale adottato nei percorsi all’interno delle aree verdi pubbliche, ha sostituito in parte la funzione di indicazione all’utenza, una volta assolta dalla segnaletica verticale. I cambiamenti di colore e di tessitura vengono sfruttati per distinguere le aree pedonali da quelle ciclabili, per segnalare ostacoli o per dare delle informazioni importanti anche a chi presenta delle limitazioni fisiche e di percezione. 
Il progresso industriale assegna così un ruolo multifunzionale ad elementi che fino a poco tempo fa non rivestivano. 

Aree di sosta
Troppo spesso il fallimento di molti luoghi pubblici e spazi comuni è causato dalla totale assenza di elementi di sosta e di seduta. L’inserimento di panche e piani d’appoggio rende più piacevole e confortevole l’utilizzo dei percorsi. Infatti il posizionamento di questo tipo di componenti deve garantire la disponibilità all’utenza a specifici intervalli di tempo (una seduta ogni 5-10 minuti di percorso). Il progetto integrato di percorsi e zone di sosta deve tenere conto della velocità di percorrenza del fruitore (considerando quella minore dei pedoni) e della pendenza del terreno su cui si interviene. Infatti in zone a pendenza maggiore, dove la velocità di camminamento è minore, le sedute saranno collocate a minore distanza tra loro.                                  
Non è trascurabile poi la funzione dell’area di sosta, vista come luogo dove poter trovare relax e refrigerio o dove socializzare. A tal fine è importante connettere l’elemento di seduta al contesto e all’eventuale inserimento di specie arboree proprio in funzione della stessa, per garantire zone d’ombra e di riposo soprattutto durante la stagione estiva.  

Illuminotecnica
L’aspetto progettuale che riguarda l’illuminazione dei luoghi è necessario al fine della fruizione degli stessi anche in orario serale e notturno. Esso determina i caratteri dello spazio poiché è in grado di evidenziarne o al contrario oscurarne precisi elementi. 
Per quanto riguarda i luoghi pubblici, il progetto illuminotecnico richiede una particolare attenzione e versatilità, imponendo l’uso di materiali resistenti ed adatti ad un uso intenso ed esterno. In questo caso, gli apparecchi possono essere in numero minore ma devono possedere una maggiore intensità al fine di garantire un buon grado di sicurezza per gli utenti durante tutta la notte.

L’iter progettuale prevede un’analisi preventiva delle caratteristiche del sito in relazione al contesto nel quale si colloca; in un secondo momento è fondamentale conoscere le esigenze dell’utenza. In questa fase è importante considerare la qualità della luce naturale, variabile a seconda dell’esposizione e del periodo dell’anno. Tra le necessità da soddisfare, prima tra tutte, la sicurezza permette di percorrere l’area in tranquillità anche negli spazi meno visitati ed in quelli perimetrali. Segue l’accessibilità da parte di tutti e i relativi flussi che stabiliranno i diversi livelli di illuminazione. Solo in un secondo momento verranno scelte le apparecchiature illuminanti e verificati i parametri tecnici e le prestazioni. Nel caso del verde pubblico, l’applicazione di tali principi riguarderà l’illuminazione di: vegetazione, percorsi, specchi d’acqua. 

ILLUMINAZIONE DELLA VEGETAZIONE
In tal caso sono da considerare la direzione del fascio di luce, la localizzazione degli apparecchi luminosi e l’aspetto quali-quantitativo della luce. A seconda di luce dal basso, dall’alto o di lato, si otterranno effetti finali completamente differenti; la luce dall’alto riproduce un risultato simile a quello della luce naturale, ombreggiando il lembo inferiore del fogliame. La luce dal basso o di lato invece, crea un’immagine completamente diversa dando enfasi alla tessitura e alla forma della vegetazione. In specifico, gli alberi reagiscono differentemente in relazione alla posizione degli apparecchi scelti in base alla conformazione fisica dello stesso arbusto. La regola generale prevede la schermatura della fonte luminosa al fine di evitare l’abbagliamento dell’osservatore. 

Verde pubblico: illuminazione vegetazione
Scorci scenici di vegetazione illuminata dal basso.
Fonti: http://www.kleos.it/informazioni/illuminare-parchi-e-giardini http://www.fabertechnica.it/en/projects

ILLUMINAZIONE DEI PERCORSI 
I percorsi interni all’area verde comune possono essere pedonali o ciclabili. L’illuminazione dei primi, varia in relazione ai flussi di persone previsti a seconda se essi siano sentieri, vialetti, viali, marciapiedi e grandi viali di passeggio. Altro fattore che influenza le scelte progettuali, è la funzione svolta dal percorso. Solitamente i sentieri richiedono apparecchi dall’intensità contenuta e posizionati in basso mentre i viali pedonali soggetti a flussi più densi, necessitano di impianti potenti con elementi posti dall’alto e schermati per non accecare i fruitori. Il sistema di illuminazione di parchi e giardini dev’essere funzionale e non deve condurre l’utenza a distogliere l’attenzione dagli elementi che costituiscono il paesaggio (alberi, arredo, sculture). 
È preferibile che l’intensità luminosa del percorso sia costante e priva di zone buie o al contrario sovra illuminate e che i livelli di luminanza tra percorsi ed aree circostanti siano il più possibile omogenei.

Parco pubblico: illuminazione notturna parco
A sinistra: illuminazione di un sentiero con apparecchi bassi. A destra: illuminazione con lampioni

ILLUMINAZIONE DELL’ACQUA
Nel caso in cui il giardino presenti scorci arricchiti da specchi d’acqua, è fondamentale illuminare artificialmente questa importante risorsa. Il progettista si trova dinnanzi alla duplice scelta di illuminare il corpo dall’esterno o inserire apparecchi subacquei. Ciò che è necessario tenere a mente, è che la luce presenta alcune proprietà fisiche a contatto con l’acqua. Ad esempio, premesso che l’acqua in moto incorpora aria al suo interno, quando la luce la colpisce interagisce producendo bolle d’aria che danno all’acqua un aspetto luccicante. La creazione di effetti luminescenti talvolta assume grande importanza, diventando un vero e proprio polo attrattore che dona all’area un plus valore. 

Aree funzionali
Si è parlato precedentemente di giardini polifunzionali, dotati di aree dedicate a specifici usi. 
È così che a seconda dell’estensione del suolo ad uso pubblico e dei vincoli della zona, vengono ricreate zone utili non solo dal punto di vista ambientale ma anche sociale. 
Si tratta di luoghi di svago, relax, sport, dove utenti di estrazione sociale ed età diversa hanno l’opportunità di incontrarsi e generare quello scambio prezioso e troppo spesso carente nello scenario urbano.
Di seguito vengono descritti gli usi più ricorrenti all’interno dei giardini di quartiere.  

AREA LUDICA
L’area gioco costituisce un’importante zona adibita alle attività ludiche di bambini e minorenni. Talvolta viene delimitata da confini fisici soprattutto per ragioni di sicurezza. 
La progettazione di questi spazi dev’essere svolta con responsabilità ed attenzione, poiché costituisce scenario ricreativo e formativo per un’utenza in fase di crescita.
Spesso si procede in relazione alla fascia di età dei bambini che hanno esigenze di tipo diverso:

  • 0-3 anni – superfici a prato o pavimentazioni antiurto per gattonare e muoversi in libertà, box recintati. È utile inserire sedute per gli adulti che li hanno in custodia. 
    Si calcolano i 15 mq per bambino. 
  • 3-9 anni – superfici a prato e pavimentazioni morbide e dure a seconda dell’uso. 
    Percorsi gioco, zone di livello diverso per stimolare l’attività motoria, attrezzature ricreative (scivoli, passaggi di destrezza, tunnel).
    Si calcolano i 25 mq per bambino. 
  • 9-14 anni – campi inerbiti per attività sportive. Percorsi attrezzati, piste di pattinaggio e scivoli da skate. Attrezzature sportive (pareti attrezzate e per arrampicata). 
    Si calcolano i 60 mq per ragazzo anche se in area più ristretta, tipica del giardino di quartiere, il valore è minore.

Grazie alla presenza sul mercato di un’ampia gamma di materiali ed attrezzature ludiche, le zone gioco all’interno dei giardini potrebbero essere molto variegate. 
Tuttavia in fase progettuale spesso la scelta ricade sui classici modelli seriali che privilegiano l’aspetto della sicurezza e della semplice manutenzione, talvolta a scapito di quello estetico. 
In pochi casi invece si opta per l’impiego di soluzioni gioco più innovative e creative al fine di ottenere un forte impatto figurativo. Si tratta di strutture che riproducono forme dal forte potere evocativo per il bambino e che rimandano al mondo delle fiabe. 

Nonostante in Italia non esista una vera e propria normativa in materia di sicurezza delle strutture ludiche, la progettazione di queste aree viene affrontata con l’obiettivo di stimolare i piccoli alla creatività, al movimento ed alla socialità, assicurando sempre la sicurezza e l’incolumità del fruitore.

Area ludica per gioco dei bambini
Area ludica dove si alternano pavimentazione antiurto, prato e sentieri carrabili, adatto ad età differenti – 
Giardino ludico Coccinella, Scampitella (AV). Fonte: https://www.areabimbi.com

AREA SPORTIVA
Nel caso del giardino di quartiere, date le dimensioni relativamente contenute, l’area sportiva offrirà una scelta limitata di servizi, se confrontata con quella dei parchi urbani, significativamente più ampi. Nella progettazione di questi spazi, viene data grande importanza alla conformazione fisica del manto erboso che costituisce i campi da gioco.
È importante considerare gli aspetti riguardanti il mix compositivo, la lavorazione e la manutenzione riguardanti il campo. Poiché il terreno sarà soggetto ad elevata usura, è preferibile scegliere soluzioni composte da inerti e membrane capaci di sopportare carichi e sforzi ingenti. Nella maggior parte dei casi, si trovano uno o massimo due spazi funzionali adibiti allo sport: campo da basket, campo da calcio, campo da tennis, pista di pattinaggio e rampa da skate. Infatti in base alla disponibilità spaziale l’offerta sarà più o meno ampia.
Come le altre zone funzionali, anche quella sportiva viene studiata al fine di garantire sicurezza e confort al fruitore.

AREA PER GLI ANZIANI
Nonostante la popolazione anziana sia in costante aumento e più di ogni altra necessiti di tutela e spazi per il tempo libero, nel panorama italiano la questione delle aree verdi vissute  dall’anziano costituisce argomento ancora poco trattato. Spesso tali spazi non vengono progettati in base alle necessità reali di questa fetta di utenza e la diretta conseguenza è il senso di inadeguatezza che gli stessi fruitori provano. La cattiva manutenzione causa danni materiali ma anche e soprattutto psicologici, ad esempio quando un anziano si trova a percorrere sentieri dissestati o privi di sedute. È quindi basilare che le zone pubbliche diventino luoghi di integrazione sociale ed accolgano fasce di età differenti che possano così condividere gli stessi spazi.

A tal proposito, il giardino di quartiere è la soluzione ideale per le persone meno giovani poiché facilmente raggiungibile a piedi e spesso situato vicino a casa. È fondamentale che i percorsi che collegano lo spazio verde al resto della città siano il più possibile stabili, non scivolosi, compatti e larghi almeno 0,90 mt. Inoltre, dovranno essere inserite aree di sosta per consentire il riposo in parte all’ombra. 

In ogni caso ingressi, arredi e percorsi interni devono essere facilmente accessibili e pienamente sicuri. Fattore determinante per la buona riuscita di questo tipo di area consiste nel ricreare ambienti il più possibile familiari dove l’utente possa sentirsi protetto e a suo agio. 
Alcune soluzioni ottimali sono caratterizzate dalla presenza di ripari, gazebo, sedie, tavoli e piccoli spazi dedicati al gioco delle bocce e sport simili. 

Elementi funzionali e di arredo
La composizione del giardino di quartiere è determinata da innumerevoli elementi che devono collocarsi necessariamente in armonia tra loro e con l’ambiente che li accoglie. 
Si tratta di unità che possono essere fisse o mobili ma che in ogni caso devono essere durevoli nel tempo e funzionali all’utenza che visita l’area.                                    
Oltre all’arredo e alle attrezzature dedicate a particolari funzioni, negli spazi verdi collettivi troviamo spesso strutture inserite per ovviare a particolari situazioni di disagio. Ne sono un  esempio le scale che inserite in corrispondenza di dislivelli consistenti, dovranno assicurare stabilità e facilità d’uso degli spazi. La pedata delle scale non deve essere mai inferiore ai 28 cm di larghezza, mentre l’alzata non deve superare i 16 cm in altezza. Inoltre è d’obbligo la presenza di parapetto lungo tutto lo sviluppo della scala.

Il secondo, ma non meno importante, mezzo per superare eventuali dislivelli presenti nella zona all’aperto caratterizzato dalle rampe. Utilizzabili anche e soprattutto dai portatori di handicap, devono rispettare pendenze massime e per questo risultano un po’ più ingombranti in estensione. Infine vi sono i muri e le recinzioni, fondamentali nelle aree verdi per definire gli spazi, separare eventuali funzioni e schermare le viste. 

In materia di arredo per i giardini pubblici, oggi il mercato propone svariati prodotti studiati appositamente per essere utilizzati frequentemente ed intensamente ma resistere nel tempo. Si tratta per lo più di oggetti prodotti in serie dove l’utilità e la sicurezza hanno la meglio sull’estetica e sull’originalità. Come gli elementi funzionali, anche quelli d’arredo devono essere scelti al fine di ricreare una composizione unitaria ed un’armonia di insieme. 

AREE DI SOSTA
Differentemente dal passato, quando la tendenza era quella di collocare le sedute in spazi raccolti e tranquilli per favorire il relax individuale, oggi si è affermata la visione dell’area di sosta come occasione di incontro, scambio e conversazione. La progettazione delle aree di sosta e la collocazione delle sedute non può essere lasciata al caso: è preferibile inserirle nei pressi di viali e poli attrattori per permettere un rapido collegamento visivo con altre persone o con elementi piacevoli alla vista. L’ideale sarebbe garantire all’utenza la possibilità di scelta tra sosta all’ombra, a mezza ombra e soleggiata. È indispensabile tenere conto dell’importanza della scelta dei componenti d’arredo, al fine di raggiungere un buon risultato estetico. 

La funzionalità e la comodità della seduta sono linee guida: per un adulto l’altezza della seduta deve aggirarsi attorno ai 45 cm mentre la seduta dev’essere profonda 50 cm. Qualora la panchina si trovi in una zona a prato è necessaria una lieve pavimentazione o una protezione dall’erba in corrispondenza dell’appoggio dei piedi. Oggi nella scelta, spesso si opta per sistemi modulari e componibili che permettono di ottenere grande flessibilità ed adattabilità all’area specifica. 

Ci si può imbattere nelle seguenti soluzioni tipologiche:

  • ELEMENTO LINEARE à adatto all’utente singolo
  • ELEMENTO ISOLATO à adatto a 2-4 utenti singoli poiché la sistemazione dorso a dorso consente un parziale isolamento. Non adatto a conversazioni di gruppo per il difficile movimento di rotazione e lo spazio esiguo
  • ELEMENTO ANGOLARE à adatto alla conversazione di coppie e di gruppo
Schema tipologie di sedute per parchi pubblici
Tipologie di modelli di seduta

Una volta scelta la tipologia di seduta, si passa alla composizione vera e propria:

SEDILI ALLINEATI O PARALLELI: al variare della distanza tra le sedute varia la possibilità di conversazione in modo indirettamente proporzionale. 

SEDILI AD ANGOLO: la distanza tra le due sezioni dev’essere ridotta al fine di consentire ai fruitori di interagire tra loro.

SEDILI IN GRUPPI: se la distanza tra le sedute è varia sarà variegata anche l’offerta in termini di interazione.

SISTEMA A LINEE SPEZZATE: risponde ad una pluralità di esigenze.

SISTEMA CIRCOLARE: adatto ad utenti singoli.

SISTEMA IN CURVA: nelle parti convesse risponde alle esigenze di isolamento mentre nelle parti concave garantisce la facile comunicazione.

Schema tipologie di sedute per parchi pubblici
Tipologie di modelli di seduta

Di tutti i prodotti sopra elencati è possibile scegliere materiali e finiture. Oggi ai materiali tradizionali (legno, ferro) si tende a preferirne di più robusti e resistenti (acciaio zincato); il costo iniziale leggermente più elevato, viene subito compensato da una manutenzione più semplice e meno dispendiosa. Infatti la maggiore resistenza agli agenti atmosferici e agli atti vandalici propria dell’acciaio rivestito in pvc, evita la frequente riverniciatura necessaria in caso di danni.

Dal punto di vista dell’installazione, le sedute vanno ancorate in modo sicuro al suolo che dev’essere stabilizzato nella sezione sottostante e in quella antistante. Talvolta è necessaria la presenza di piani d’appoggio di fianco alle sedute per permettere lo svolgimento di attività di svago, gioco e studio. Soprattutto in questo caso la manutenzione dev’essere assidua e frequente per poter assicurare una pulizia soddisfacente. A tal fine vengono inseriti appositi contenitori per i rifiuti volti a sensibilizzare il cittadino al rispetto per l’ambiente. 

SEGNALETICA INFORMATIVA
All’interno dell’area verde attrezzata talvolta è possibile imbattersi in totem ed elementi segnaletici che forniscono informazioni utili ai visitatori. Essi indicano direzioni, punti di maggiore interesse, distanze e parcheggi. Secondo normativa, poiché i segnali sono fondamentali per l’ottimizzazione d’uso del luogo da parte del fruitore, essi devono presentare testo scritto in Braille e pulsanti audio fonici per agevolare i portatori di handicap.                                 
In commercio esistono diversi modelli di segnali differenziati a seconda dell’area verde a cui sono destinati: grande parco urbano, area urbana di dimensioni modeste, giardino di quartiere. 
In ogni caso saranno verniciati di verde scuro opaco con scritte riportate su speciali pellicole anti atti vandalici per assicurare una migliore resistenza.  

PORTABICICLETTE
Sempre più richiesti, gli spazi contenitivi per le biciclette sono costituiti da struttura portante tubolare in ferro e rastrelliere in acciaio zincato di colore verde. Le dimensioni standard di ogni postazione sono 70 cm di lunghezza, altezza pari a 86 cm e larghezza pari a 39 cm. 

Uno dei principali elementi di supporto ai percorsi è caratterizzato dai parcheggi che rendono passeggiate e spostamenti più confortevoli. Essi si distinguono in parcheggi ciclabili e per le automobili e devono essere commisurati alle dimensioni del giardino e al flusso previsto.                       
I parcheggi per le auto solitamente sorgono in corrispondenza dei punti di accesso ai percorsi interni. Sovente si tratta di soste temporanee che vedono un frequente ricambio di utenti che si fermano per tempi brevi all’interno dell’area verde. 
Vi sono tipologie diverse di aree di sosta per le vetture, commisurate alla tipologia degli spazi adibiti a verde pubblico:

  • parcheggi in superficie
  • parcheggi interrati o ad elevazione

Al fine di ottimizzare lo sfruttamento della superficie destinata a parcheggio, occorre analizzare la dimensione delle autovetture e lo spazio di manovra di cui le stesse necessitano, per progettare idoneamente ogni singolo posto auto. Il parcheggio che permette di sfruttare al meglio lo spazio, soprattutto qualora esso sia esiguo, è quello a pettine seguito da quello a nastro che richiede uno spazio del 25% maggiore. Le tipologie appena citate, sono il risultato dell’angolo di inclinazione dello stallo rispetto al senso di marcia della corsia d’accesso:

  • 0° parcheggi disposti parallelamente alla corsia d’accesso (posteggi a nastro)
  • 90° parcheggi disposti perpendicolarmente rispetto alla corsia d’accesso (posteggi a pettine)
  • 30°/45°/60° parcheggi disposti in modo inclinato a seconda della necessità specifica (posteggi a dente di sega)
Schema tipologie di parcheggio su strada
Tipologia di parcheggio su strada

Per quanto riguarda la scelta del materiale per la pavimentazione degli spazi di sosta, poiché essi sono attigui ad un’area verde, va prestata una particolare attenzione. È necessario operare secondo un’ottica sostenibile e coerente rispetto al contesto: è fondamentale considerare l’aspetto cromatico e quello funzionale.
Risultano essere ottimali i blocchetti in cemento prefabbricati, disponibili sul mercato in vari colori, gli autobloccanti dalle molteplici finiture ed ancora ghiaia, erba e ciottoli in quanto soluzioni naturali perfette per il contesto in analisi.                 
I posteggi vengono distanziati tra loro mediante strisce che si differenziano per materiale e colore, in modo da rendere visibili i confini di ogni stallo. Inoltre è necessario garantire l’ombreggiatura almeno di parte dei parcheggi disponibili, attraverso l’inserimento di arbusti.  
Nel caso del giardino di quartiere, è importante che il parcheggio venga schermato dall’area verde comune, al fine di creare una separazione visiva e funzionale tra pedoni, fruitori e automobili. Le soluzioni adottate sono molteplici: elementi decorativi, specie arboree, siepi, muretti ed arbusti che creino un limite naturale finalizzato al benessere psico-fisico dell’utente. 

PARCHEGGI PER DISABILI

Durante l’iter progettuale relativo all’area di sosta per autoveicoli, va preventivata la presenza di parcheggi destinati ai portatori di handicap. Nelle aree comuni rivolte al pubblico, è previsto, secondo normativa, un posto auto per disabile ogni 50. Tale posto deve avere una lunghezza minima di 3,20 mt, calcolata sull’ingombro di un veicolo standard di 1,70 mt a cui si somma uno spazio di 1,50 mt necessario per la movimentazione della sedia a rotelle. Lo stallo dev’essere collegato in modo agevole, al marciapiede o al percorso che conduce allo spazio verde e dev’essere segnalato in maniera opportuna, mediante strisce gialle, contrassegno sul pavimento e segnale verticale. 

6. Il giardino e la sostenibilità

Il tema della sostenibilità oggi occupa un importante spazio nel dibattito mondiale; esso trova applicazione in svariati campi ed anche in quello dell’urbanistica. È necessario ricreare il giusto equilibrio tra manufatti architettonici e spazi adibiti a verde pubblico; la soluzione ottimale risiede nei parchi e nei giardini che devono collocarsi nel tessuto urbano con coerenza. 

Dal punto di vista ambientale, è importante tenere conto delle risorse disponibili e una volta individuate le specie vegetali, le risorse idriche e la morfologia del suolo, sfruttarle al massimo nel rispetto del contesto esistente. 
È bene favorire la scelta di vegetazione in grado di catturare CO2 e di svolgere funzioni importanti per la biodiversità e il benessere acustico così da ridurre l’impiego di sistemi artificiali, costosi ed impattanti.
Il giardino di quartiere inoltre, dev’essere visto come valida occasione per reintrodurre le specie tipiche dell’area, dal momento che i biomi originali rappresentano una fondamentale matrice paesistica.

Lo studio delle tipologie vegetali è necessario anche perché può assolvere ad importanti funzioni di raffrescamento e di riscaldamento passivo rispetto al tessuto costruito della città. Infatti, un disegno del verde attento che intervalla superfici orizzontali e verticali, favorendo il passaggio dell’aria, è in  grado di garantire un ottimo standard prestazionale in termini ambientali. Ciò risulta estremamente importante per città nelle quali il fenomeno dell’isola di calore registra trend positivi sia in orario diurno che notturno a causa del continuo assorbimento della radiazione solare da parte della struttura urbana.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, per ottenere un buon progetto che abbia successo è necessario partire da un’attenta analisi delle necessità dei futuri fruitori dell’aerea. 
È importante garantire confort e benessere a livello comunitario, al fine di incentivare la frequentazione dei giardini e ricreare il vecchio senso di comunità e partecipazione ormai purtroppo scolorito negli animi dei cittadini. 

Si può concludere quindi che i parchi, i giardini e le aree verdi in genere, vengono visti come polmoni urbani in grado di migliorare le condizioni ambientali all’interno delle città. Tuttavia, troppo spesso la scarsa qualità e la cattiva manutenzione causano la perdita di numerosi arbusti annullando le funzioni vere e proprie di questi spazi. Proprio per questo motivo, si sta facendo strada la necessità di adottare alcune buone tecniche colturali finalizzate alla creazione di habitat naturali con un particolare occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. 

Il progetto del verde naturale

Secondo quanto premesso, per essere sostenibile, lo sviluppo progettuale dovrebbe seguire schematicamente le seguenti fasi:

  • conoscenza dei profili del terreno e delle caratteristiche delle componenti naturali
  • acquisizione ed ubicazione delle specie vegetali
  • organizzazione dei volumi verdi e proporzioni del giardino
  • ricostruzione degli habitat autoctoni

L’ampiezza della superficie disponibile costituisce l’elemento base che influenza le scelte progettuali definendone la percezione degli spazi. I profili del terreno, se analizzati e sfruttati al meglio, sono determinanti rispetto alla buona riuscita estetica e qualitativa del giardino. Un’area verde totalmente orizzontale, induce l’osservatore a concentrare la sua attenzione soltanto verso un punto, spesso quello centrale.

Nel caso di spazi di dimensioni esigue, sono ottimali quegli interventi volti a sfruttare lo spazio attraverso soluzioni che ne  amplifichino il campo visivo. In tal senso sono da preferire le linee morbide ai tagli geometrici ed è favorevole ricreare collinette che aumentano la profondità dello spazio.

Lo step successivo consiste nella sistemazione del profilo del terreno adottando tecniche naturali integrate. Una modalità sempre più utilizzata è caratterizzata dalla pacciamatura. Si tratta di una scelta  alternativa alla pavimentazione che prevede la sistemazione di un telo in materiale plastico microforato al di sopra di tutta la superficie calpestabile. I microfori garantiscono la  permeabilità all’acqua piovana e all’irrigazione mirata. Solitamente sopra il telo viene collocato uno strato di inerti (ghiaia, sabbia, corteccia) di spessore variabile che permetterà di raggiungere un’estetica più omogenea e naturale.
Inoltre, la pacciamatura regola l’equilibrio idrico del suolo poiché riduce l’evaporazione dell’acqua presente negli strati più profondi che rimane così a disposizione delle radici degli alberi. Lungo i percorsi solitamente viene inserita un’integrazione costituita da un inserto pavimentato per rendere gli spostamenti più agevoli. 

Un’altra scelta determinante per restituire all’area l’equilibrio naturale originario, riguarda il campo vegetale in termini di specie e varietà da utilizzare.
Oltre alle piante autoctone possono essere impiegate quelle naturalizzate, cioè impiantate da molto tempo nella specifica zona. 
In ogni caso, la selezione degli elementi vegetazionali è guidata da ragioni funzionali, ambientali ed estetiche. Nello specifico, la tipologia di arbusto dev’essere scelta nell’ottica della funzione che andrà a rivestire: di ombreggiamento, di barriera visiva, di ornamento o ancora di raffrescamento. 
Nel caso specifico di alberi e piante latifoglie decidue, mostreranno il loro aspetto mutevole durante il susseguirsi delle varie stagioni, rendendo più percepibili i cambiamenti climatici. 
Diversamente, le specie sempreverdi manterranno il loro fogliame durante tutto l’anno, conservando un aspetto massiccio, utile se si vuole restituire peso visuale all’intero giardino. 
La soluzione più vantaggiosa, combina entrambe le tipologie, che potranno essere posizionate in modo alternato, regalando scorci e visuali variabili in base al periodo dell’anno.                                                                    
Ciò che risulta essere davvero importante è la capacità di prevedere sin dalle prime fasi dell’iter progettuale, lo sviluppo delle specie prescelte in un determinato territorio, procedendo in maniera consapevole e responsabile. Infatti, soprattutto in ambito urbano, è fondamentale mantenere le funzioni e la resa estetica con il trascorrere del tempo, evitando danni a cose e persone. Se gli spazi sono limitati, come spesso accade nei giardini di quartiere, è preferibile optare per piante con scarso sviluppo radicale, poiché crescendo, le radici costituirebbero ostacolo per i percorsi ciclabili e pedonali. Inoltre è d’obbligo evitare piante che possano causare allergie, che presentino fiori e frutti velenosi o spine ed aculei, in quanto elementi pericolosi per i cittadini. In ambito urbano sono indicate le specie con maggiore capacità di assorbimento di CO2 e di rilascio di ossigeno, al fine di contrastare l’eccessivo inquinamento. Oltre agli arbusti, le siepi risultano elementi multifunzionali e dall’elevato valore estetico; esse devono essere dimensionate secondo le necessità e non devono presentare incongruenza e discontinuità nel loro sviluppo.

Dopo aver scelto la tipologia di piante ed arbusti che meglio si colloca nel lotto in cui sorgerà il giardino, occorre organizzare lo schema compositivo al fine di ottenere un risultato armonico e coerente con l’ambiente circostante. Anche se spesso poco percepibile, esiste una vera e propria gerarchia, che se rispettata, darà risultati soddisfacenti. Infatti l’armonica successione di piani vegetazionali di diversa altezza, permette di passare visivamente dal livello erbaceo a quello arbustivo e infine arboreo in maniera graduale ed equilibrata. Di solito si tende a concentrare l’attenzione su un elemento che fungerà da punto di riferimento rispetto a tutte le altre componenti. Si creerà così una progressione armonica che consentirà di percepire gli spazi come correlati tra loro in maniera naturale. Dopo aver stabilito l’unità di progettazione, le proporzioni vengono definite di conseguenza. Qualora il terreno presenti delle movimentazioni, collocando correttamente le masse vegetali, si otterranno piacevoli effetti visivi.

Ciò che è fondamentale è che vi sia proporzione tra masse in volume e forme espanse; le prime sono costituite da tutti gli ingombri naturali ed antropici mentre le seconde sono caratterizzate da percorsi, masse d’acqua e prati. L’elemento vegetale e quello costruito (che dev’essere ridotto il più possibile, in relazione alle necessità specifiche) devono fondersi al fine di ricreare microambienti naturali simili agli habitat autoctoni, amalgamandosi perfettamente al contesto. 
Infine, a fronte di una progettazione consapevole ed attenta, è importante tenere presente come la manutenzione dello spazio giocherà un ruolo fondamentale nella buona riuscita dell’area verde.

Gestione dell’elemento acqua

Come dimostrano studi di settore, aree contenenti percentuali di verde diverse gestiscono in modo differente il dilavamento meteorico. È semplice dedurre che ad un più alto quantitativo di elementi vegetali, corrisponda un assorbimento maggiore di acqua da parte del terreno.  
Infatti, con l’aumento delle superfici impermeabili (ricreate dalla mano del progettista), decresce il quantitativo di acqua piovana che si infiltra nel sottosuolo.

AREA VERDE AL 100% acqua: 10% scorre, 40% evapora, 50% viene assorbita

AREA VERDE AL 50-65% acqua: 30% scorre, 35% evapora, 35% viene assorbita

AREA VERDE AL 0-25% acqua: 55% scorre, 30% evapora, 15% viene assorbita

Per questo motivo, nel caso del giardino di quartiere, se le pavimentazioni che caratterizzano percorsi, accessi ed aree funzionali occupano un’elevata porzione di superficie a disposizione, è necessaria l’introduzione di sistemi che gestiscano meglio i deflussi meteorici. Ne sono un esempio gli stormwater box, sistemi di filtrazione che raccolgono e trattano l’acqua piovana che non può essere accolta dal suolo.
Si tratta di vasche costituite da materiali diversi (mattoni, pietre, cls) riempite di terra e piante (stormwater planter box) o di ghiaia e ciottoli (stormwater filter box) che possono essere collocate in qualsiasi spazio aperto carente di superfici permeabili. 

Schema grafico di uno stormwater planter box. Fonte: https://www.ci.sandy.or.us/Planter-Boxes/ 

Qualora non si voglia intervenire con questo tipo di soluzione, è fondamentale incrementare la superficie di calpestio a verde. Le distese a prato sono perfette in caso di grandi spazi, mentre se l’area è di dimensioni contenute, potranno essere inseriti pannelli autobloccanti inerbiti  nelle zone di parcheggio o in corrispondenza di vialetti e sentieri. 

Verde pubblico: autobloccanti inerbiti per parcheggi
Esempio di autobloccanti
Fonte: https://www.ferraribk.it/prodotti/drenanti
Verde pubblico: autobloccanti inerbiti per parcheggi
Esempio di autobloccanti
Fonte: https://www.designmag.it

L’uso dei materiali ecologici

Oggi si avverte sempre di più la necessità di ricercare soluzioni innovative che si pongano in equilibrio con l’ambiente e che assicurino un soddisfacente risparmio energetico ed economico.                            
Il green urban design si occupa di vestire la città e i suoi spazi con una particolare sensibilità per la sostenibilità ambientale, preferisce materiali eco, favorisce il riciclo delle risorse e si pone come obiettivi la qualità, la durabilità e la convenienza economica. 
Per materiali sostenibili, si intendono tutte quelle sostanze atossiche, riciclabili e prodotte attraverso processi che impiegano energia alternativa. L’errore che è stato commesso negli anni addietro ed in parte, purtroppo ancora oggi, consiste nel considerare il materiale valutandone solo il costo intrinseco e non quello ambientale legato all’estrazione, alla produzione, al trasporto e all’utilizzo futuro. Infatti, le fasi di lavorazione di un prodotto, causano ogni anno il consumo di ingenti quantitativi di risorse e producono un elevato tasso di inquinamento. 

L’approccio vincente è invece quello di considerare l’intero ciclo di vita dei materiali ipotizzandone una seconda vita resa possibile attraverso il riutilizzo. 

Saranno quindi perfetti i materiali:

  • Riciclabili
  • Locali à che provengano dal territorio in cui si interviene
  • Privi di inquinanti e componenti nocive
  • Provenienti da risorse rinnovabili à dalla bassa esauribilità e disponibili in abbondanza

Talvolta vengono utilizzati materiali provenienti da demolizioni o interventi in loco; si tratta di scelte che garantiscono un importante risparmio economico ma che favoriscono anche la conservazione dell’identità del luogo. In questo modo, grazie alle nuove tecnologie, possono essere riutilizzati i materiali antichi che trovano così nuova utilità. 

Naturalmente queste buone pratiche progettuali devono sempre tenere conto delle capacità prestazionali del materiale che deve assicurare praticità, resistenza ed estetica alle componenti d’arredo. Inoltre, la riduzione degli sprechi di materiale in eccesso e lo snellimento dei processi produttivi e di trasporto, risultano assicurare un’ingente diminuzione dei costi. 

Un esempio di riciclo intelligente dei materiali adoperati nei giardini urbani, è rappresentato dalle pavimentazioni antitrauma che vengono inserite nelle aree ludiche in prossimità di scivoli e altalene. Realizzate con gomma riciclata, sono resistenti, antiscivolo e sicure, oltre a richiedere una bassa manutenzione. In questo caso specifico, spesso, anche le strutture da gioco sono prodotte con l’utilizzo di plastiche riciclate che resistono bene agli agenti atmosferici e in caso di atti vandalici richiedono un semplice lavaggio. Inoltre, i trattamenti a cui sono sottoposti i materiali riciclati, rendono il prodotto finito adatto all’utenza (bambini) poiché sicuro e atossico.

Le plastiche riciclate sono forse le più utilizzate, tra le materie di recupero: a partire da scarti di alta qualità che altrimenti andrebbero smaltiti, si ottengono materiali rigenerati e pronti all’uso. Sedute, tavoli, cestini, recinzioni, presentano ottime prestazioni di resistenza alle intemperie, agli oli, alla salsedine, ai raggi UV, oltre ad essere ecologici e ad avere un basso impatto ambientale. 

È quindi di fondamentale importanza che il progettista sia a conoscenza della possibilità di utilizzare e riutilizzare scarti industriali, materiali locali in disuso o in via di smaltimento.                         
Come abbiamo visto infatti, si tratta di una scelta responsabile poiché oltre ad implicare una diminuzione dei costi di realizzazione, viene rispettato l’ambiente ed il contesto nel quale si opera senza sacrificare la funzionalità e l’estetica. 

Esempi di pavimentazioni con materiale riciclato
Sinistra: autobloccanti in cls da materiale riciclato. Destra: plastiche riciclate utilizzate per campi sportivi

7. Il giardino smart

Oggi il concetto di smart sembra ricorrere troppo spesso e talvolta anche impropriamente.  
Infatti intercorre una grande distanza tra l’abuso del termine in semplici discorsi teorici  e l’impiego reale. Occorre capire il significato più profondo del termine ed operare al fine di garantirne una reale applicazione. Per “smart city” si intende una città intelligente, che coniughi innovazione, ottimizzazione delle risorse e risparmio energetico ed assicuri ai cittadini servizi efficienti ed accessibili. 

Nello specifico caso degli spazi verdi, essi andranno considerati parte integrante della città  smart e dovranno essere fruibili e all’avanguardia. Oggi il campo del design e dell’arredo urbano è molto attivo nello studio di soluzioni sempre più smart, in termini di condivisione e risparmio energetico. In seguito vengono riportati alcuni esempi di intervento consapevole e responsabile all’interno di parchi e giardini di quartiere.  

Arredo contemporaneo tra design e risparmio energetico

La ricerca nel campo dell’outdoor design oggi è finalizzata a fornire soluzioni integrate che coniughino funzionalità tradizionale e nuova tecnologia. Si tratta di scelte progettuali che nascono dalle necessità di un’utenza mutevole e sempre più informatizzata. 

Il giardino pubblico viene considerato spazio vitale, luogo di incontro e scambio, perfetto per accogliere soluzioni di design accessibili ed ecocompatibili. Se poi a farla da padrone è l’innovazione finalizzata alla riduzione degli sprechi, allora si può parlare di progetti a misura d’uomo. Nel contesto urbano, vengono scelte sempre di più soluzioni innovative che riguardano le finiture e i sistemi di illuminazione dei giardini ed in alcuni casi l’arredo. 
Ad esempio, per quanto riguarda le pavimentazioni, si sta diffondendo l’impiego di materiali fotocatalitici, in grado di separare le polveri sottili grazie al biossido di Titanio che cattura e riduce le sostanze inquinanti, successivamente dilavate dalle piogge.
Altra soluzione scelta per le superfici di calpestio è caratterizzata dalle mattonelle fotovoltaiche. Si tratta di blocchi di vetro luminosi alimentati dall’energia solare immagazzinata durante il giorno; ogni mattone si illumina al calare del sole grazie ai led inseriti al suo interno. In questo modo lo spazio può essere fruito anche nelle ore serali senza sprechi eccessivi.

Proprio a proposito dell’aspetto illuminotecnico, sono svariate le soluzioni intelligenti che vengono impiegate negli spazi pubblici. Sempre più spesso dotati di sensori che si attivano al passaggio degli utenti, gli apparecchi sono studiati per il contenimento dei consumi elettrici e dell’inquinamento. Infatti, secondo recenti studi (International Energy Agency) l’illuminazione urbana è responsabile del 6% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e del 19% del consumo energetico mondiale. L’ambito dell’intelligent street lighting oggi sta riscuotendo grande consenso poiché urgono soluzioni finalizzate a migliorare la situazione attuale. È così che negli spazi pubblici verdi si collocano in maniera perfetta lampioni che si accendono e regolano l’intensità e la direzione del fascio luminoso secondo il flusso di persone e si spengono quando il passaggio è nullo. 

Schema pavimentazioni fotocatalitiche
Rappresentazione grafica dell’effetto delle pavimentazioni fotocatalitiche rispetto all’inquinamento ambientale. Fonte: https://www.ferraribk.it

Altro importante aspetto da considerare all’interno del giardino pubblico smart è caratterizzato dai servizi e da tutti quegli elementi che contribuiscono a migliorarne l’efficienza. 
L’outdoor furniture si occupa dello studio e del design dei complementi d’arredo destinati agli ambienti aperti. Sono numerose le sperimentazioni e le proposte che intendono arricchire le soluzioni tradizionali inserendovi aspetti innovativi.

Ne sono un esempio le SMART BENCH, sedute studiate per migliorare la pausa relax con l’aggiunta di servizi condivisi come il controllo del microclima locale, la possibilità di ricaricare lo smartphone e ancora fornire informazioni sul luogo in cui ci si trova attraverso hotspot wi-fi.
I dispositivi elettronici sono protetti dagli agenti esterni ed il design ricercato rende la seduta piacevole dal punto di vista estetico oltre che funzionale. I materiali utilizzati sono ecosostenibili e resistono bene all’usura e agli agenti atmosferici. Spesso, questo tipo di panchina è dotato di moduli fotovoltaici che la rendono completamente indipendente per la produzione di energia necessaria alla ricarica della batteria dei dispositivi portatili. 

All’interno delle aree verdi pubbliche, a seconda dello spazio a disposizione, è possibile trovare anche attrezzi sportivi in grado di assolvere a più funzioni. Vere e proprie palestre all’aria aperta in cui attraverso lo sforzo fisico, gli utenti producono energia re-impiegata in un secondo momento. Tutti gli attrezzi resistono alle intemperie e sono dotati di porta USB che permette l’uso di smartphone ed apparecchi elettronici.

Talvolta sono presenti anche totem informativi che segnalano la quantità di energia prodotta, le kcal bruciate e le distanze percorse. In alcuni casi questi schermi sono interattivi e attraverso un pannello touch è possibile scambiare informazioni e navigare sul web. Questi elementi sono impermeabili, hanno una struttura anti sfondamento e sono dotati di sistema audio e pannello braille per consentirne l’uso anche ai portatori di handicap. 

Poiché ogni giardino di quartiere possiede un’area adibita a parcheggio per i fruitori, anche in tal senso esistono soluzioni smart molto utili in grado di agevolare l’utenza facendole risparmiare tempo prezioso.
È stato introdotto un sistema di gestione dei parcheggi che grazie  ad un’APP gratuita e scaricabile da parte di tutti, permette di controllare in tempo reale la disponibilità di spazi di sosta vicini all’area verde. Il monitoraggio funziona grazie all’inserimento di sensori sul suolo in corrispondenza di ogni singolo parcheggio. 

Verde pubblico: seduta sdraio con fotovoltaico
SOFT ROCKER, la seduta con pannelli solari e usb
Verde pubblico: seduta sdraio con fotovoltaico
Fonte: https://www.greenme.it 
Attrezzature sportive con soluzioni integrate. Fonte: http://www.tgogc.com

Quando anche la sicurezza diventa smart

Il progetto del giardino pubblico deve prevedere obbligatoriamente misure che garantiscano  la sicurezza all’interno degli spazi, perché è risaputo che se il cittadino si sente sicuro è invogliato a frequentare un luogo, in caso contrario no. Per questo motivo anche in questo campo l’innovazione migliora le prestazioni degli elementi disposti per la protezione dell’utenza. Le colonnine SOS ne sono un esempio, collegate alla centrale di controllo ed al numero di emergenza, permettono la rapida comunicazione audio e video ed il pronto  intervento in caso di necessità. Per il corretto funzionamento e di conseguenza la rapida fruizione tuttavia, è di fondamentale importanza la minuziosa e attenta manutenzione degli apparecchi.
Un’altra importante misura di sicurezza è data dal sistema di video sorveglianza dell’area; le videocamere sono collegate agli organi competenti pronti ad intervenire in caso di pericolo. 
In questo modo, le soluzioni di cui sopra permettono al cittadino di essere parte integrante del controllo del territorio urbano contribuendo così alla propria sicurezza e a quella degli altri utenti.

Verde pubblico: sicurezza area verde
Verde pubblico: sicurezza area verde

Dispositivi per la sicurezza all’interno di un’area verde. Fonte: http://www.sicurezzaetica.com

Progettazione partecipata

Se il progetto interpretato in chiave smart prevede anche la partecipazione dei futuri fruitori, avrà un valore aggiunto di fondamentale importanza. Ad esempio, coinvolgere i bambini attraverso workshop ricreativi per la previsione degli spazi ludici, aiuterà a raggiungere un risultato più soddisfacente. Allo stesso modo, gli utenti di diverse fasce di età ed estrazione sociale, potranno contribuire alla buona riuscita del progetto esprimendo le loro particolari esigenze e proponendo valide soluzioni finalizzate a soddisfarle.
Infine, questo tipo di approccio è utile a recuperare il senso di comunità e di appartenenza al luogo in cui si vive, oltre a favorire la socialità tra gli individui.

8. Esempi di giardino di quartiere

Architetti e progettisti si trovano spesso a dover affrontare il complicato onere di riqualificazione e riconversione di vuoti urbani o aree dismesse. Lo sforzo è quello di restituire identità a luoghi che sono diventati anonimi spazi residuali, riconvertendoli in aree destinate alla collettività. Inoltre, poiché oggi l’ambiente urbano è povero di aree verdi, l’ambiente pubblico è interpretato in chiave green e reso mixitè di innovazione tecnologica, condivisione e sostenibilità. 
Di seguito vengono riportati alcuni esempi di progettazione ben riuscita che riguardano giardini contemporanei di quartiere, destinati a funzioni particolari o nati da intenti ben precisi. 

Piazza Risorgimento – Torino, 2016 – Il giardino smart

Si è trattato della prima piazza smart della città in grado di unire tecnologia ed innovazione sostenibile. Nata dal progetto di riqualificazione urbana del quartiere Campidoglio, la piazza è stata un vero e proprio esperimento sociale; in forma temporanea (3 mesi) ha riscosso un grande consenso tra i cittadini. Promotore del progetto è stato Planet Idea, ente di consulenza finalizzato alla diffusione dell’innovazione integrata in ambito urbano.  
Le principali linee guida del progetto sono state la sostenibilità delle soluzioni adottate, la tecnologia avanzata dei sistemi e la condivisione dei servizi offerti. Tra le soluzioni sono state proposte una palestra all’aperto in grado di produrre energia utile attraverso l’esercizio fisico dei fruitori, un’area relax completa di sedute musicali ed una zona adibita ad orti urbani. Inoltre alcune scelte specifiche, finalizzate al risparmio energetico, hanno contribuito alla sensibilizzazione dell’utenza rispetto a tali temi. Ne sono un esempio le mattonelle fotovoltaiche inserite a pavimento e i totem informativi alimentati con l’energia solare.
Anche dal punto di vista sociale è stato dato un contributo: attraverso le attività di  piantumazione degli orti comuni e il bookcrossing, un’iniziativa volta alla condivisione di letture e libri messi a disposizione della collettività. 
È stato dimostrato come questo tipo di intervento urbano, attento ai bisogni dei cittadini e al passo con i tempi, ha fornito un ottimo risultato dal punto di vista economico, ambientale e sociale.  

Verde pubblico: piazza smart
Ingresso della prima piazza smart d’Italia
Verde pubblico: panchina intelligente
Panchina intelligente
Verde pubblico: attrezzature smart
Utenti che fruiscono delle attrezzature smart
Verde pubblico: attrezzature smart
Esempio di mattonella fotovoltaica

Fonte: https://www.planetsmartcity.com 

Viale Montello – Milano, 2013 – Il giardino sostenibile

Il lotto in cui oggi sorge il Giardino Comunitario “Lea Garofalo”, è rimasto abbandonato per anni, nell’attesa di essere destinato ad anonima area di parcheggio. 
È stato grazie al contributo degli abitanti del quartiere, di architetti, vivaisti, progettisti, dell’Associazione Giardini in transito e del Comune di Milano se le sorti dell’area sono cambiate. Sin dall’inizio, l’intento è stato quello di dare nuova vita allo spazio restituendolo al tessuto urbano ma in chiave green. 
Fulcro del progetto è stata la volontà di recuperare la biodiversità preesistente attraverso l’inserimento di specie vegetali autoctone, piante e nuovi orti urbani. Questa decisione è stata dettata anche dal desiderio di ricreare un ambiente comunitario ormai estinto nell’area. 
La scelta dei materiali a basso costo ha caratterizzato la gestione dello spazio e la realizzazione della passerella, delle vasche floreali e delle sedute, a causa di un budget contenuto. Il modello gestionale oggi prevede l’attiva partecipazione da parte dei cittadini, protagonisti sin dalle prime fasi dell’iter di riqualificazione, che rendono ogni giorno il luogo vivo e vissuto. 
All’interno di questo giardino di quartiere, trovano luogo numerose iniziative sociali che lo legano agli eventi dell’intera città. La promozione di mostre, eventi culturali e manifestazioni ludiche, rappresenta un’importante occasione per rendere un’area fino a poco tempo fa dimenticata, un ottimo polo che attrae flussi di persone provenienti dal resto della  città. In questo modo la progettazione urbanistica assolve all’importante compito di creare reti sociali e di connessione tra zone distanti ma appartenenti allo stesso contesto urbano. 

Planimetria della funzionalizzazione dell'area
Planimetria parco: funzionalità del giardino
Verde pubblico: vista giardino Smart
Vista del giardino
Verde pubblico: gestione orti comuni
Strumenti del “mestiere”: i cittadini impegnati nella gestione degli orti comuni
Fonte: https://www.giardiniintransito.wordpress.com

Freilassing, Baviera – Germania – Il giardino dedicato al fitness

Si tratta di un giardino periurbano delle dimensioni di un campo da calcio, dedicato interamente all’attività fisica. Destinato ad una fascia di utenza variegata, viene concepito come luogo di incontro e scambio fruibile H24, 7 giorni su 7. 

L’area verde adibita allo sport all’aria aperta è suddivisa in quattro sezioni ognuna delle quali offre servizi ad utenti di età diversa. La prima porzione è destinata agli atleti più allenati e si compone di attrezzature specifiche adatte all’esercizio più impegnativo. Seguono due zone che offrono attività di cross training, allenamento adatto a tutti, anche ad anziani e portatori di handicap. L’ultima area è stata lasciata libera da strutture specifiche al fine di incrementare corsi di yoga e ballo all’aria aperta. La palestra all’aperto mira ad attirare persone provenienti da tutta la cittadina e a coinvolgere le associazioni sportive locali. 
Il giardino con vocazione sportiva ha diversi obiettivi: 

  • invogliare i cittadini a svolgere attività fisica per contrastare stili di vita sedentari
  • favorire un uso multigenerazionale degli stessi spazi, combattendo l’esclusione delle fasce di popolazione più deboli e svantaggiate
  • aumentare il senso di comunità

Inoltre, è garantita l’alta qualità delle attrezzature sportive realizzate con materiali resistenti, sicuri e duraturi nel tempo.

Verde pubblico: palestra a cielo aperto
Vista aerea della palestra a cielo aperto
Verde pubblico: strutture sportive
Strutture sportive 
Fonte: https://www.kompan.it/freilassing-germany
Verde pubblico: allenamento con strutture sportive

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